Don’t let the sun go down on me è un brano composto e interpretato da Elton John (testo di B. Taupin) che ben si adatta alla chiusa finale di questo racconto, scritto qualche anno fa, un pezzo che dovrebbe chiarire esaurientemente la valenza positiva di un oggetto d’amore e soprattutto far capire come non si deve condannare chi “ama troppo”, basta verificare che questo amore funzioni e che faccia vivere veramente una vita da leggenda, cioè una vita i cui istanti la persona mai cambierebbe con altri.
Una qualunque occasione della vita può servire a riflettere. Purtroppo (o per fortuna, visto che non mi sono sbagliato), mi convinco sempre più che la filosofia del sito può essere dura, ma vincente.
In questi giorni a caccia, due riflessioni da Personalismo.
1) Puntualmente incontro cacciatori un po’ anziani che vivono dei tempi andati. Quando non capiscono come in una giornata io riesca a prendere i fagiani che loro non riescono a prendere che in due o tre stagioni di caccia, mi chiedono del cane, dove l’ho preso, come l’ho addestrato ecc. È vero: Cassie è molto brava, ma un cane come lei in mano a loro entrerebbe in sciopero. È singolare come non ci sia nessuna autocritica, sempre pronti a credere che “non ci sia più selvaggina”. Non reggono più di un paio d’ore nei campi e solo quando non fa troppo caldo. Non seguono mai il cane nel folto, ma aspettano appostati comodamente sulle stradine di campagna. Quando si leva un fagiano, imbracciano il fucile, ma, vista la loro lentezza, il pennuto fa tempo a morire di vecchiaia prima che abbiano premuto il grilletto. E mi chiedono del cane. Ma non hanno uno specchio?
2) L’amore alza oltre misura la nostra gioia di vivere perché sopisce ogni fatica. Se a sorpresa vi pesa ciò che pensavate di amare, chiedetevi cosa sia cambiato, il contesto dentro o fuori di voi. Non trovate false scuse, ma andate alla radice del cambiamento.
Da domenica a giovedì ho cacciato con Cassie per più di 40 ore (martedì non si può). Giovedì pomeriggio verso le due la fatica sembrava stratosferica, bastava guardare la lingua di Cassie e le sue zampe spelate. Poi il cane è impazzito, ha sentito un fagiano e ha incominciato a saltare da un fosso all’altro, fra le canne, a una velocità quasi irreale. Non potendo essere da meno, automaticamente lo seguivo, cercando di non perdere il contatto. In cinque minuti avremo percorso in linea d’aria solo duecento metri, ma almeno un chilometro avanti e indietro, a destra e a sinistra: a differenza di quando corro, non avvertivo nessuna fatica, in trance dietro al cane (un po’ come certi runner sono in trance dietro al proprio avversario). Finalmente il fagiano si è levato, ponendo fine a quella strana gara.
Recuperato il volatile, Cassie gli si è buttata a fianco e io mi sono seduto accanto a loro, accorgendomi dei tagli delle canne sulle braccia, dei vestiti completamene fradici di sudore e delle scarpe piene d’acqua (non uso mai stivali perché sarebbe impossibile correre).
C’era un silenzio assoluto e sia io che Cassie sapevamo che non era finita, che c’erano altri posti buoni da battere. Siamo arrivati così fino a sera, con altre corse incredibili. Domanda da Personalismo: cosa avreste detto a Cassie mentre il sole calava?
Ecco alcune risposte possibili:
- Peccato che sia arrivata la sera – Voto 10
- Andiamo, ci siamo meritati un po’ di riposo. – Voto 7 – Avete buoni oggetti d’amore, ma potete esserne ancora più coinvolti.
- È stata una giornata eccezionale, brava, mai visti così tanti fagiani – Voto 6 – Il vostro amore dipende un po’ troppo dai risultati.
- Forse abbiamo esagerato, domani devo lavorare – Voto 5 – Troppi condizionamenti…
La mia risposta: “Cassie, purtroppo è arrivata la sera, ma torniamo dalla mamma, la giornata non è ancora finita!”.
In questi giorni molti mi hanno cercato al telefono. Se non c’era confidenza mia moglie faceva presente che “ero fuori per importanti impegni”, altrimenti dettagliava all’interlocutore la situazione. In veramente tante occasioni la risposta spontanea è stata “ah, è ancora a caccia?”…
Morale. Il vero amore non stanca mai. È vero che la perfezione non esiste, ma, se siamo insoddisfatti della nostra vita, cerchiamo di scoprire qualcosa per cui valga la pena di dire “purtroppo è arrivata la sera…“.