La cura dell’igiene orale è uno dei principali accorgimenti che abbiamo il dovere di rivolgere a noi stessi: un sorriso bianco e curato, oltre ad essere sinonimo di salute dentale, riesce, nelle relazioni interpersonali, ad aumentare la self-confidence e ad esaltare i lineamenti delle labbra e del viso.
Spesso però, per ottenere questo risultato non è sufficiente lavare i denti due o tre volte al giorno. Proprio in questi casi la domanda che sorge spontanea e che ci si pone in maniera frequente è proprio come sbiancare i denti, a quali metodi ricorrere o quali prodotti acquistare. Tra questi ultimi, certamente, uno dei primi da testare è il dentifricio sbiancante, prestando però attenzione nella scelta del prodotto più adatto alle proprie esigenze e caratteristiche dentali, previa indicazione da parte di igienisti dentali e dentisti.
Infatti, in virtù del fatto che le procedure di sbiancamento sono numerose e che il loro livello di azione varia in base alla gravità dell’ingiallimento, il primo passo da compiere è rivolgersi ad un buon igienista dentale, il quale, durante una visita o una procedura di pulizia dei denti, saprà svolgere un consulto specifico e individuare le tecniche di sbiancamento migliori caso per caso.
Quali sono i metodi più efficaci per lo sbiancamento dei denti
Prima di passare ai metodi di sbiancamento, è importante individuare le cause principali che comportano l’ingiallimento dei denti, perché è fondamentale riuscire a svolgere, nei limiti del possibile, un’azione preventiva contrastando la diffusione di macchie dentali.
Esclusa ovviamente la scarsa o inadeguata pulizia orale, che non raggiunge i minimi giornalieri indicati o che non include l’utilizzo del filo interdentale, la corrosione dello smalto è scaturita da molteplici varianti: carenza fisiologica e fattori genetici o cause indotte, derivanti dal consumo di cibi e bevande particolarmente acidi.
Lo spessore dello smalto, infatti, gioca un ruolo fondamentale nella colorazione dei denti: essendo infatti lo strato bianco e duro che riveste la dentina (sostanza di colore giallognolo sottostante alla superficie del dente), quando si riduce ad uno strato piuttosto sottile ne lascia trasparire i toni colorati, non consentendo alla superficie dei denti di rimanere bianca, anche nonostante un’ottima igiene orale.
Per quanto riguarda l’assottigliamento naturale dello smalto, le cause possono essere molteplici e subentrare in maniera più evidente con l’avanzamento di età. Coinvolgono prevalentemente le persone che tendono ad avere una scarsa salivazione e quindi a soffrire con la bocca secca. In questi casi, infatti, si perde l’effetto protettivo agito dalla saliva nella corrosione degli acidi. I bambini, ad esempio, che sviluppano problemi legati all’ostruzione delle vie nasali, formano uno strato di smalto più sottile proprio per queste ragioni.
Lo smalto, poi, viene ridotto e assottigliato dall’erosione provocata da agenti esterni acidi, quali bibite a base di soda, caffè, preparati a base di vitamina C, cibi acidi come ad esempio i pomodori, caramelle dal sapore acidulo e, insieme a molti altri fattori, anche le sigarette, l’uso di antibiotici o la somministrazione eccessiva di fluoro ai bambini.
Individuare le cause principali che provocano la corrosione dello smalto è importante perché permette di capire, a seconda del problema, quale sia il metodo più funzionale ed efficace da adottare per lo sbiancamento dei denti. Oltre alle tecniche di sbiancamento svolte dagli igienisti dentali, esistono pratiche domestiche e più economiche che, utilizzate quotidianamente, consentono di prevenire e di ridurre notevolmente il rischio che si creino macchie o patine di ingiallimento.
Tra queste, quelle certamente più accessibili riguardano l’utilizzo di uno spazzolino e di un dentifricio sbiancante, utili a ridurre e progressivamente ad eliminare l’insorgenza di macchie, diminuendo notevolmente anche l’ingiallimento e ristabilendo una colorazione più bianca dei denti.