La Doxa (in collaborazione con il netword Win) ha condotto un sondaggio su quasi 32.000 persone in 41 Paesi per capire quando si incomincia a “sentirsi vecchi”.
Alcuni risultati sono ovvi, altri meno. La media di quando si “smette di sentirsi giovani” è a 40 anni, anche se in Italia tale limite è a 60 anni e nelle Filippine a 29. Il dato dipende evidentemente sia dalla vita media, dalla vita media in buona salute, dal contesto economico e sociale ecc.
Viceversa, la media con cui si incomincia a “sentirsi vecchi è 60 anni”, anche se in alcuni Paesi tale limite è decisamente inferiore (per esempio in Giappone in Cina è attorno ai 45 anni), mentre in altri come in Italia o in Finlandia è più alto (70 anni).
I dati sono interessanti, anche se, come per tutte le medie, non sono applicabili ai singoli. Ci sono 40-enni che usano frasi del tipo “ai miei tempi” e settantenni che hanno ancora entusiasmi giovanili.
Quali sono dunque gli indicatori che portano le persone a sentirsi vecchie? Si deve premettere che agli estremi di situazioni normali, ci sono soggetti che non sanno giudicare in modo equilibrato la loro condizione, ritenendosi già vecchi a 30 anni oppure ancora giovani a 70.
L’età anagrafica – Nella percezione della vecchiaia più che l’età anagrafica conta la speranza di vita che il singolo avverte. Chi, a causa di un cattivo stile di vita, percepisce che la sua salute non è ottimale, tende a confrontarsi con la vita media della popolazione o con quella dei suoi genitori e probabilmente si vede già vecchio a 50 anni. Chi invece gode di un’ottima salute tende a confrontarsi con le condizioni di sopravvivenza migliori. Se si consultano le tavole di mortalità dell’ISTAT, si scopre che in Italia c’è un primo crollo attorno agli 80 anni e un secondo attorno ai 100 anni. Oggi solo 2 sui cento arrivano alla soglia dei 100 anni. Fissati in testa, in modo più o meno conscio, gli anni che dobbiamo ancora vivere, ecco che ci sentiamo vecchi quando questo valore è inferiore a 20 anni, un lasso di tempo che genericamente è percepito come ancora utile “per fare qualcosa di significativo nella vita”. Ecco perché, secondo l’età anagrafica, ci si può sentire vecchi a 60 anni o a 80 (e la media in Italia è appunto 70 anni).
Età biologica – L’età biologica si riferisce alla capacità del proprio fisico di superare certi test, più o meno scientifici, ma sicuramente indicativi di un degrado del proprio fisico. Che si tratti di percorrere 10 km in un’ora (test del moribondo), di correre 100 m in un certo tempo, di riuscire a indossare pantaloni stando in piedi senza usare nessun supporto, nessuno può negare che noi giudichiamo vecchi coloro che non hanno certe prestazioni. Occorre fare molta attenzione a non considerare solo le prove a proprio favore: inutile correre una maratona molto lentamente se poi per fare 50 m di corsa si usa la stessa velocità!
Età estetica – Dal punto di vista estetico, i primi segni del tempo iniziano a comparire anche prima dei 30 anni. Molti di essi sono marginali e non destano preoccupazione, altri sono decisamente evidenti: capelli bianchi o caduta dei capelli, rughe, cedimenti del viso, cellulite, sovrappeso. Quando vediamo una persona siamo portati a “darle un’età”. Per la percezione del sentirsi vecchi è quindi importante capire come ci si valuta allo specchio. Anche in questo caso esistono due strategie contrapposte. C’è chi minimizza la cosa, anzi, per esorcizzarla cerca di apparire anche più vecchio, esaltando eventuali pregi (saggezza?) degli anziani e c’è chi attua una serie di misure per contrastare i segni del tempo. La prima strategia non aiuta di certo nel sentirsi giovani e porta spesso a un immobilismo e a una lentezza esistenziali che non si capisce quali vantaggi possano avere. La seconda strategia diventa fallimentare quando le strategie adottate non sono particolarmente oggettive, cioè praticamente non risolvono esteticamente la situazione come interventi di chirurgia estetica non decisivi o temporanei (Botox). Un’equilibrata via di mezzo anche in questo caso appare la soluzione migliore. Attualmente si può stimare che nella migliore delle ipotesi si può apparire esteticamente più giovani circa 20 anni.
Età psicologica – L’età psicologica è molto variabile. Sostanzialmente, si diventa vecchi psicologicamente quando non si fanno più le cose che si soleva fare da giovani, non perché le condizioni al contorno sono mutate, ma per scelta personale, magari promossa da una mutata nostra condizione psico-fisica. Ci sono condizioni che portano il soggetto a diventare vecchio psicologicamente molto presto perché avverte che l’ambiente giovanile non fa più per lui ed altre che invece permettono di rimanere giovanili (di testa) fino alla fine della propria vita; si pensi per esempio a un artista o a tutti coloro che coltivano passioni che possono essere portate avanti fino in tarda età.
Il risultato della composizione di tutte queste età porta il soggetto a “sentirsi vecchio” soprattutto quando quella che per lui è la più importante è diventata “un’età da vecchi”.