Le patologie respiratorie nel ciclista osservate più frequentemente sono le infezioni acute e croniche di origine virale o batterica e l’asma bronchiale da esercizio fisico. Il ciclista impegna significativamente e costantemente l’apparato respiratorio nella funzione peculiare di maggior apporto di ossigeno e di allontanamento di anidride carbonica prodotta dall’incremento dell’attività muscolare. Un ruolo determinante per l’insorgenza delle infezioni delle vie respiratorie è svolto dalla diminuzione delle difese immunitarie. È noto da oltre un secolo che i linfociti vengono attivati nel sangue prima e dopo l’esercizio fisico; tuttavia la loro concentrazione si riduce notevolmente dopo l’esercizio stesso. Si assiste quindi a un calo generalizzato dell’attività del sistema immunitario nella fase post-esercizio; questo fenomeno, definito come open window, è rilevabile in diverse condizioni di stress fisico, quali possono essere una seduta di allenamento intenso oppure una competizione. Durante la fase di open window il soggetto viene a trovarsi in una situazione di particolare rischio di infezioni.
Per un ciclista è facile immaginare come questa condizione corrisponda a un momento in cui la possibilità di contatto con patogeni è particolarmente elevata: immediatamente dopo una gara, infatti, l’abbraccio dei tifosi, la permanenza nelle hospitality insieme ad altre persone, il vapore acqueo delle docce, l’aria condizionata degli ambienti o dei mezzi di trasporto, rappresentano un veicolo ottimale attraverso il quale possono essere contratti agenti potenzialmente infettivi.
Un deficit transitorio della funzionalità di questo apparato può comportare un aumentato rischio delle infezioni respiratorie, particolarmente quelle di origine virale.
Le manifestazioni sono generalmente costituite da sintomi locali come congestione nasale, faringodinia, rinorrea e sintomi sistemici come temperatura febbrile, cefalea, astenia e mioartralgie. Tali infezioni, in genere limitate alle strutture sovralaringee, possono interessare anche la struttura polmonare, con tracheite e/o tracheo-bronchite.
La diagnosi è data dall’esame clinico: la tracheite presenta raramente segni obiettivi, mentre la bronchite può essere caratterizzata da espettorato mucopurulento e da rumori patologici diffusi all’auscultazione, quali ronchi, rantoli e sibili.
La terapia è sintomatica, con ricorso a trattamento antibatterico solo in caso di bronchite con espettorato purulento ed è consigliabile una breve pausa dell’attività sportiva della durata di due o tre giorni allo scopo di prevenire fastidiose complicanze.
L’asma bronchiale, considerata un’infiammazione ostruttiva reversibile delle vie aeree, è una patologia caratterizzata da un’iper-reattività bronchiale e che può essere indotta o peggiorata dall’attività fisica.
L’esercizio fisico d’endurance quale può essere l’attività ciclistica prolungata, provoca un aumento più o meno marcato della resistenza delle vie aeree con conseguente difficoltà respiratoria di intensità e durata variabile.
L’aumentata frequenza degli atti respiratori (iperpnea) durante l’esercizio fisico è il fattore scatenante, negli atleti predisposti, per l’insorgenza del broncospasmo (riduzione di volume dei bronchioli respiratori).
L’iperpnea induce un raffreddamento della mucosa bronchiale, raffreddamento che a sua volta induce un’iniziale vasocostrizione dei capillari peribronchiali; durante la pausa si ha invece un successivo iper-afflusso in questi vasi, con un’iperemia ed edema della mucosa con restringimento del lume bronchiale.
Più è elevato il livello ventilatorio richiesto dall’attività sportiva tanto più è alto il rischio di broncospasmo; come fattore essenziale c’è l’iper-reattività bronchiale indotta dall’infiammazione cronica.
Fattori favorenti sono determinate condizioni climatiche (più l’aria inalata è fredda e secca, maggiore è il rischio di broncospasmo) e ambientali (la presenza di inquinanti o allergeni).
Oggi, il ciclista in particolare, e tutti gli atleti in generale, tendono a sottovalutare alcuni sintomi che devono invece essere considerati come un campanello d’allarme per una possibile cronicizzazione della patologia respiratoria.
Molto spesso una banale influenza, con mal di gola e leggera febbricola, viene trascurata e l’atleta torna in sella con le difese immunitarie ancora impegnate a combattere l’infezione virale: ciò provoca spesso una sovrapposizione d’infezione batterica.
Cosa fare per prevenire le patologie respiratorie
Prevenire le patologie dell’apparato respiratorio è semplice, l’importante è che si seguano dei semplici accorgimenti:
- uscire per l’esercizio fisico ben coperti, con materiale tecnico idoneo, quando fuori fa freddo;
- i soggetti allergici devono consultare il sanitario per far ricorso a farmaci specifici;
- chi si allena durante tutta la stagione invernale deve far attenzione all’arrivo della primavera, quando deve abbandonare i giubbotti pesanti; in questo periodo dell’anno infatti si corrono maggiori rischi di infezione virale;
- se si incorre in un’influenza, fermarsi e riprendere l’attività solo quando si è clinicamente guariti;
- se la tosse persiste consultare il medico;
- bere molti liquidi durante l’attività sportiva;
- consigliata la vaccinazione nei soggetti che, puntualmente, durante i periodi invernale e primaverile si ammalano con febbre alta e complicanze respiratorie;
- assumere un preparato multivitaminico.
Prevenire è meglio che curare, quindi gli atleti devono sapere a cosa vanno incontro se oltrepassano il loro limite e chiedono di più al loro fisico.
La macchina umana vive in perfetto equilibrio, se pretendiamo di più, il sistema immunitario diminuisce la sua funzione di protezione rendendo l’organismo più vulnerabile a infezioni esterne.
- Dott. Luigi Ferritto
- Dipartimento di Medicina Generale
- Ambulatorio di Fisiopatologia dello Sport
- Clinica “Athena” Villa dei Pini
- Piedimonte Matese (CE)
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