La donazione di sangue non è un’azione controindicata in chi pratica uno sport, ma ci sono degli accorgimenti che è opportuno prendere in considerazione. La donazione di sangue è un’azione finalizzata alla privazione di un determinato quantitativo del proprio sangue intero o di alcuni dei suoi componenti (si parla in questo caso di plasmaferesi, piastrinoaferesi ecc.) da utilizzare per finalità mediche. Coloro che intendono diventare donatori di sangue dovrebbero stabilire con il medico eventuali problemi di idoneità e individuare quale tipologia di donazione è più indicata (donazione di sangue intero oppure aferesi). Una volta effettuata la visita medica è necessario sottoporsi a un prelievo di sangue necessario per stabilire l’idoneità alla donazione. Il sangue non è una sostanza riproducibile in laboratorio e il suo fabbisogno è notevole: i donatori però sono solo una piccola percentuale della popolazione potenzialmente donatrice (il donatore deve avere un’età compresa tra i 18 ei 65 anni).
Il sangue donato viene utilizzato per molteplici scopi fra i quali il trattamento di patologie oncologiche, forme di anemia cronica, interventi chirurgici (ivi compresi i trapianti di organo) ecc.
Il problema delle donazioni di sangue si avverte soprattutto nel corso della stagione estiva; il fabbisogno di emocomponenti è pressoché il medesimo, ma nei mesi dell’estate si registra una forte diminuzione nella raccolta; il motivo è abbastanza ovvio, in quanto i mesi estivi sono quelli che registrano il maggior numero di partenze per le vacanze. È per questo motivo che, da diverso tempo, le strutture di raccolta hanno avviato alcune campagne di sensibilizzazione al fine di garantire un afflusso di donatori a intervalli regolari anche nei mesi più critici.
I dati più recenti relativi alle donazioni di sangue sono stati diffusi nel giugno del 2019 e si riferiscono all’anno 2018; in questo anno si è registrato un lieve aumento rispetto all’anno precedente (0,2%); i donatori sono stati 1.682.724 di cui il 91,7% è rappresentato da donatori iscritti alle associazioni di volontariato.
Requisiti per la donazione di sangue
Non tutti i soggetti possono effettuare la donazione di sangue; è necessario, infatti, che vengano rispettate determinate condizioni.

La donazione di sangue è consentita ai soggetti compresi fra i 18 e i 65 anni
Innanzitutto l’età del donatore deve essere compresa tra i 18 e i 60 anni (se ci si candida come donatori di sangue intero); l’età massima per proseguire l’attività di donazione è innalzata a 65 anni se si è donatori periodici. È possibile ottenere deroghe previo giudizio medico.
Altro requisito necessario per la donazione di sangue è un peso corporeo superiore ai 50 kg.
Le pulsazioni cardiache a riposo devono essere comprese fra 50-100 bpm; nel caso di soggetti praticanti attività sportive il limite minimo può essere inferiore ai 50 bpm (ricordiamo che l’attività sportiva aerobica induce bradicardia).
Per quanto riguarda i valori di pressione arteriosa, sono compatibili con la donazione di sangue valori pressori compresi tra 110 e 180 per la pressione massima (sistolica) e tra 60 e 100 per la pressione minima (diastolica).
I valori di emoglobina nei soggetti maschi devono essere superiori a 13,5 g/dl; nelle donne il valore emoglobinico richiesto è inferiore, ma deve essere >12,5 g/dl.
Nella regione Sardegna, a motivo della presenza del trait talassemico, è consentita l’accettazione di donatori i cui livelli di emoglobina risultino inferiori a quelli indicati precedentemente.
Le condizioni generali di salute del donatore di sangue devono essere buone e non devono essere presenti comportamenti a rischio.
Motivi di esclusione dalla donazione di sangue
Devono astenersi dalla donazione di sangue coloro che assumono sostanze stupefacenti, gli alcolisti, coloro che sono affetti da epatite, ittero, patologie veneree e anche coloro che risultino positivi ai seguenti test:
- positività per il test della sifilide (TPHA o VDRL)
- positività per il test AIDS (anti-HIV 1)
- positività per il test dell’epatite B (HBsAg)
- positività per il test dell’epatite C (anti-HCV).
L’esclusione dalla donazione di sangue vale anche per coloro che intrattengono rapporti sessuali con persone che rientrano nelle condizioni riportate in precedenza.
In varie circostanze l’esclusione dalla donazione di sangue ha carattere temporaneo; è per esempio il caso di donatori che sono affetti da patologie non croniche (sindrome influenzale, faringite, gastroenterite) o che stiano assumendo determinati farmaci (per esempio gli antibiotici).
Altri motivi di esclusione temporanea possono essere l’aver subito da poco un intervento chirurgico o l’avere effettuato un viaggio in una zona tropicale. Anche le donne in stato interessante devono sospendere l’attività di donazione.
Donazione del sangue: quante volte
Nel caso di soggetti idonei, la periodicità delle donazioni del sangue varia a seconda del sesso e a seconda del tipo di donazione. Gli intervalli minimi sono stabiliti per legge.
Intervallo di tempo fra donazione di sangue intero e donazione di sangue intero – I soggetti di sesso maschile possono essere sottoposti a donazione di sangue intero ogni tre mesi. Le donne in età fertile possono donare soltanto due volte all’anno e la distanza fra una donazione e l’altra deve essere almeno di tre mesi.
Dopo la menopausa anche le donne possono donare il sangue quattro volte all’anno.
Intervallo di tempo fra donazione di sangue intero e donazione di plasma – In questo caso l’intervallo è di un solo mese.
Intervallo di tempo fra donazione di plasma e donazione di sangue intero – Intervallo di 14 giorni.
Intervallo di tempo fra donazione di plasma e donazione plasma – Intervallo di 14 giorni.
Intervallo di tempo fra donazione di sangue intero e donazione di piastrine – Intervallo di 1 mese.
Intervallo di tempo fra donazione di piastrine e donazione di sangue intero – Intervallo di 14 giorni.
Intervallo di tempo fra donazione di piastrine e donazione di piastrine – Intervallo di 15 giorni (si possono effettuare al massimo 6 donazioni all’anno).
Intervallo di tempo fra donazione di multicomponenti (2 componenti ematiche) a donazione di multicomponenti – Intervallo di 3 mesi.
Dettagli tecnici della donazione di sangue
Il prelievo di sangue ai fini di donazione è una procedura molto semplice e che ha una durata molto breve (circa 10 minuti); gli operatori sanitari provvedono al prelievo di una determinata quantità di sangue (il limite massimo di sangue intero che è possibile donare in una sola volta è di 450 ml +/- 10%).
Il donatore deve presentarsi nel centro trasfusionale la mattina a digiuno (sono generalmente consentite però le assunzioni di bevande non zuccherate).
A ogni donazione il sangue prelevato viene sottoposto a diversi esami:
- esame emocromocitometrico completo
- transaminasi ALT con metodo ottimizzato
- sierodiagnosi per la sifilide
- HIVAb 1-2 (per l’AIDS)
- HBsAg (per l’epatite B)
- HCVAb e costituenti virali (per l’epatite C)
- Conferma del gruppo sanguigno (AB0) e del fattore Rh.
Il materiale utilizzato per il prelievo di sangue è rigorosamente sterile e monouso.
Una volta effettuato il prelievo il donatore è invitato a reintegrare i liquidi e a riposare brevemente prima di lasciare la struttura.
I donatori di sangue e di emocomponenti che hanno un contratto di lavoro dipendente hanno diritto per legge a un giorno di riposo lavorativo retribuito nonché a controlli medici e laboratoristici periodici e gratuiti.
Donazione sangue e Coronavirus
Molto dibattuta la questione se il sangue possa essere veicolo di contagio per il Coronavirus. Alcune ricerche dicono che non ci sono evidenze (non lo escludono), altre indicano casi in cui il sangue è stato trovato “infetto”. La più recente di quest’ultima tendenza è quella di Le Chang, Lei Zhao, Huafei Gong, Lunan Wang and Lan Wan. In Italia non si fa nessun controllo sui donatori e questo è molto ottimistico.
Il problema è sempre quello della ricerca scientifica: è banale trovare una ricerca che promuove A (non c’è virus nel sangue) e una che lo bocci (il virus c’è).
Gli articoli positivi potrebbero essere “sponsorizzati” da chi vuole (comprensibilmente) mantenere una riserva adeguata di sangue.
Il punto non è chi abbia o no ragione; è che se si applica pesantemente il principio di precauzione nella popolazione, non si vede perché lo si debba ignorare nel caso della donazione di sangue.
Un medico serio direbbe “non si sa ancora se il sangue può essere infettato dal virus”, non dice “non c’è nessun problema”. La ricerca serve a questo: a sollevare dubbi prima che la scienza emetta un giudizio (per quanto possibile) definitivo.
Resta comunque il fatto che una prassi corretta sarebbe quella di fare al donatore il tampone prima di accettare la donazione. Poco coerente il fatto che vengano eseguiti controlli su chi entra in un negozio e nessuno (se non un “lei sta bene?”) su chi fa la donazione di sangue.
Donazione di sangue e sport
Sicuramente non è fra gli scopi di questo paragrafo disincentivare i lettori dal donare il sangue. È però importante rilevare che una donazione di sangue è un evento che il nostro fisico non può assorbire semplicemente con la successiva assunzione di un cappuccino e una brioche, soprattutto se si pratica un’attività sportiva molto intensa.
Una donazione di sangue che comporti una perdita di 250 cc (nota: se i cc sono 450 si devono praticamente quasi raddoppiare le quantità e i tempi indicati), causa una diminuzione della quantità di sangue disponibile superiore al 5%, praticamente irrilevante per un individuo sedentario in buona salute. Non è così per uno sportivo praticante. Concretamente siamo di fronte a una sorta di “doping al contrario” (si pensi alla pratica dell’autoemotrasfusione).
Si supponga che il soggetto parta da un ematocrito di 44; dopo la trasfusione, la componente liquida del sangue si ripristina facilmente, mentre per la parte corpuscolata il processo è molto più lungo e per riavere lo stesso numero di globuli rossi occorrono circa 10-12 giorni, dovuti in gran parte al fatto che un ciclo emopoietico completo dura una settimana circa. Realisticamente l’ematocrito scenderà del 5%, attestandosi attorno ai 42. Se l’atleta non è conscio di questo e non rallenta gli allenamenti, può andare incontro a uno stress notevole, sia fisico (tenta di sostenere allenamenti che il fisico non regge) sia psicologico (non capisce perché le sue prestazioni siano peggiorate; tanto per dare dei numeri il peggioramento per un runner può essere anche di 10″/km).
Cosa fare dopo una donazione di sangue – La risposta dovrebbe essere già chiara:
- non gareggiare
- non effettuare lavori di qualità (ripetute)
- diminuire il chilometraggio settimanale di un 20% (per diminuire i danni ematici da microtraumi)
- effettuare i lenti, i medi e i progressivi con un appesantimento dei tempi di circa 10″/km.
Tutto questo per due settimane dalla donazione.
Un’alternativa – Nel caso ci si trovi nel pieno del periodo agonistico, si può optare per la donazione di plasma invece che per quella di sangue intero. Questo tipo di donazione ha il solo inconveniente di durare 30-40′ invece dei classici 10-15′, ma non comporta alcun deterioramento della prestazione, dal momento che non si verificano alterazioni significative dei valori di ematocrito. Inoltre, essendoci altrettanto bisogno di plasma quanto di sangue, la donazione è comunque utile.
L’unica avvertenza è quella di idratarsi molto nel corso della giornata successiva.
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