La kinesiologia applicata è una delle cosiddette terapie alternative; questa disciplina è stata fondata da un chiropratico statunitense, George Joseph Goodheart Junior (1918-2008).
L’anno di nascita della kinesiologia applicata (che non deve essere confusa con la chinesiologia – anche cinesiologia o Kinesiologia – disciplina che studia il movimento corporeo) viene considerato il 1964, anno in cui Goodheart pubblicò sulla rivista Digest of Chiropractic Economics il primo articolo relativo alla kinesiologia applicata. In questo articolo Goodheart riportava tutti i risultati ottenuti dopo anni di approfonditi studi e ricerche.
Come spesso avviene in questi casi, l’opera di Goodheart fu molto apprezzata da alcuni e aspramente criticata da altri. Non v’è dubbio però che il chiropratico statunitense abbia ottenuto un notevole successo tant’è che, nel corso degli anni, sono stati molti i riconoscimenti attribuitigli.
Goodheart introdusse la relazione muscolo-meridiano, grazie alla quale era convinto fosse possibile mantenere nel tempo le correzioni delle manovre chiropratiche. Stimolando opportuni punti si ottenevano, secondo Goodheart, risultati duraturi nel tempo.
Dalla originaria impostazione di Goodheart, la kinesiologia applicata (applied kinesiology, come dalla definizione attribuitagli dal suo fondatore) è evoluta in moltissimi indirizzi, influenzati anche da tecniche orientali e terapie tradizionali. È quindi più corretto parlare di kinesiologie piuttosto che di kinesiologia.
Si comprende pertanto come sia difficile operare una sintesi approfondita che descriva ogni corrente. La kinesiologia applicata ritiene che la salute sia determinata dall’equilibrio di tre fattori, rappresentati graficamente da un triangolo i cui lati rappresentano un determinato sistema del corpo umano.
Ogni sistema è in relazione con gli altri due, li influenza e ne è influenzato. La base del triangolo è il sistema strutturale (articolazioni e muscoli, colonna vertebrale, piedi e bocca), campo di applicazione dei fisiatri, dei chiropratici e degli odontoiatri.
Il lato di sinistra è in relazione con il metabolismo (alimentazione e organi interni) ed è di competenza dei nutrizionisti e dei medici tradizionali. Il lato di destra è in relazione allo stato psichico ed è competenza di psichiatri e psicologi.
Anche per la kinesiologia applicata è importante il concetto di equilibrio fra i vari sistemi; l’indagine ha lo scopo di stabilire la causa della disarmonia e di scoprire quale lato sia più interessato. In base a risposte neuromuscolari a opportuni stimoli, sarebbe possibile diagnosticare e curare la patologia.
Se i fautori della kinesiologia applicata la considerano una disciplina indipendente da quella che viene definita medicina convenzionale, i suoi detrattori la ritengono una tecnica le cui basi scientifiche sono nulle (tant’è che sono presi in considerazione concetti come quello dell’aura che di scientifico non hanno effettivamente niente); molti la considerano addirittura materia da ciarlatani.

La kinesiologia applicata è stata fondata da un chiropratico statunitense, George Joseph Goodheart Junior (1918-2008).
Il test muscolare kinesiologico
Il test muscolare kinesiologico (anche test kinesiologico) è un test che si pone come scopo quello di determinare la risposta selettiva del sistema nervoso a seguito di determinati stimoli.
Classicamente il test fornisce indicazioni sulla capacità del soggetto di mantenere stabile un determinato arto a fronte di un’azione pressoria esercitata dal kinesiologo.
Il kinesiologo non si pone come obiettivo la determinazione della potenza muscolare, ma la capacità del sistema nervoso nel controllare in modo corretto l’azione del muscolo. Classicamente il responso del test può essere di due tipi: stabile o non stabile, ma a seconda dei vari indirizzi kinesiologici le risposte possono essere diverse e più numerose.
In base alle risposte del test il kinesiologo dovrebbe essere in grado di individuare il tipo di disturbo e suggerire la cura per riportare il soggetto in equilibrio.
La kinesiologia applicata funziona?
Come si può intuire da quanto riportato nei paragrafi precedenti, la confusione è terribile. Molti terapeuti, vittime del più grande delirio di onnipotenza (dal quale partì lo stesso Goodheart), interpretano la kinesiologia applicata in maniera personale o scolastica (nel senso di scuola all’interno della disciplina), facendo perdere ogni credibilità a ciò che fanno.
La lista delle patologie curabili è infinita, ma anche per la kinesiologia vale la legge di guarigione totale: non esiste alcuna patologia certamente guarita dalla terapia kinesiologica. In sostanza si tratta spesso di un’ultima spiaggia in cui l’abilità psicologica del terapeuta di usare l’effetto tempo e un cambiamento dello stile di vita del paziente valgono molto di più della terapia stessa. Per una valutazione corretta rimando all’articolo sui manipolatori.
Alcune assurdità recuperate da siti Internet:
La kinesiologia applicata è una recente tecnica diagnostica e terapeutica, che, tramite la valutazione del tono muscolare permette di conoscere lo stato di salute del nostro organismo.
Penso che nessuno dei lettori sia così scarso da non capire che il tono muscolare è influenzato più dall’esercizio fisico che dallo stato di salute.
… praticamente ogni malattia conosciuta sia fisica che psichica può avere come origine un’intolleranza alimentare. Il test kinesiologico risulta a tutt’oggi l’unico che permetta una valutazione completa ad ampio raggio non solo delle sostanze verso cui si sia sviluppata una intolleranza, ma anche delle cause che le hanno determinate.
Qui il delirio di onnipotenza è totale. Ma non hanno mai sentito parlare delle malattie genetiche, la cui UNICA origine è un’alterazione dei geni dell’individuo?
Si parte dal principio che un muscolo è nutrito energicamente da un meridiano specifico. Quando c’è dello stress, l’energia si blocca, il muscolo non è più nutrito e quindi diventa debole e cede ad una pressione minima.
Qui crolla tutta la kinesiologia applicata. Nata studiando i sedentari, se si analizza un body builder (o uno sportivo allenato) lo si troverà sempre sanissimo. Peccato che anche gli sportivi si ammalino…
È possibile una kinesiologia applicata moderna?
Visto quanto sopra, è possibile una kinesiologia applicata moderna? Forse sì, ma sarebbe possibile (e opportuno) riscrivere un’altra disciplina evitando di portarsi dietro macigni dal passato.
Per esempio, per evitare il problema della forza si intende come “risposta muscolare” la stabilità; premesso che è una strana e non immediata definizione di risposta muscolare (almeno secondo la terminologia medica), è molto facile dimostrare che la stabilità muscolare decresce con l’età (esiste anche un test per misurare l’età biologica che si basa sulla stabilità dei muscoli a mantenere l’equilibrio) per cui, di nuovo, ogni persona, diciamo, over 40 avrebbe per la kinesiologia dei problemi.
Si continua a vedere la kinesiologia come una disciplina bio-naturale che non rientra fra le arti sanitarie e fra l’altro molti kinesiologi moderni ammettono che non è scientificamente dimostrata. Dire che potrebbe essere valida è un atto di fede che fa a pugni con ogni persona razionale.
Quando poi si parla di aura si cerca di giustificare questo ascientifico concetto richiamandosi all’elettromagnetismo, senza sapere che l’elettromagnetismo non è una teoria filosofica, ma è una scienza retta da equazioni molto complesse, tutte attentamente verificate.
All’inizio del ‘900 quando si cercava di spiegare alcuni fenomeni fu supposta la teoria dell’etere che poi fu spazzata via dalla relatività di Einstein. L’etere non si era mai visto e, nonostante questo, molti “scienziati” ritenevano che “dovesse esistere”.
In sostanza, se un concetto non è provato scientificamente, ci si può credere con il classico errore di partigianeria (fra le varie interpretazioni possibili scelgo quella a me più cara, vedi il mio testo Teoria dell’intelligenza): così in un cerchio nel grano l’amante degli alieni vede la loro opera e il kinesiologo si rifà alla fotografia della mano di Kirlian (1939!) per dirci che l’alone attorno alla sua mano non era che l’aura.
Insomma, se si vuole allenare lo spirito critico, ci vogliono ben altre prove.