Anche negli altri generi e stili, la musica contemporanea è caratterizzata dalla sperimentazione avanguardistica. La ricerca di un nuovo linguaggio musicale nel secondo dopoguerra si concentrò nella scuola tedesca di Darmstadt, dove si sviluppò lo strutturalismo, che concepisce il pezzo musicale come struttura razionale in cui le singole componenti non possono essere considerate separatamente le une dalle altre.
Parallelamente nacque in Francia la musica concreta, che intendeva superare la distinzione tra suono e rumore utilizzando, accanto ai suoni degli strumenti tradizionali, elementi sonori esterni preesistenti come il canto degli uccelli, i passi o il rombo di un motore, registrati e poi manipolati per ampliare le possibilità del linguaggio musicale.
Questa ricerca ha alcuni aspetti in comune con quella della musica elettronica, che si sviluppò negli stessi anni usando esclusivamente apparecchi elettronici per produrre e manipolare i suoni, eventualmente combinandoli poi con quelli tradizionali, aprendo inedite possibilità di invenzione e controllo sonoro.
In Italia, i primi compositori di musica elettronica furono Bruno Maderna e Luciano Berio. Quest’ultimo fu maestro di Ludovico Einaudi (Torino, novembre 1955), uno dei maggiori compositori italiani contemporanei, autore per il cinema, il teatro e la danza. Maderna invece fu anche tra gli anticipatori dell’aleatorietà, tecnica che inserisce in un discorso musicale, determinato solo in generale, elementi di casualità. Fu poi John Cage a teorizzare in maniera precisa il concetto di alea inserendolo nella prospettiva dell’opera aperta, che assegna un ruolo creativo all’interprete oltre che all’autore. Questa teorizzazione ha ispirato la poetica di Franco Donatoni, incentrata sulla negazione della soggettività del compositore.
Molti autori del Novecento tuttavia non sono inquadrabili in alcuna tendenza precisa come, per esempio, Nino Rota, compositore dalla ricchissima vena melodica molto richiesto per il cinema e il teatro, che lo videro collaborare con registi come Monicelli, Visconti e Fellini, e vincere un premio Oscar per la musica del film Il Padrino; Iannis Xenakis, architetto che applicò alla composizione musicale (per orchestra, teatro ed elettronica) la logica matematica; Luigi Nono, autore di una musica caratterizzata dall’impegno sociale e politico e dalla sperimentazione tecnica; Leonard Bernstein, che è stato, oltre che direttore d’orchestra, anche tra i più grandi compositori americani (celebre è il musical West Side Story); Olivier Messiaen nel quale un’intonazione mistica convive con un linguaggio moderno e personale, facendone una delle figure di primo piano del Novecento; Aaron Copland il cui stile risente di varie influenze (musica classica, musica contemporanea, jazz, e una componente folclorica puramente americana).
Xenakis fu anche uno dei primi sperimentatori della computer music, composizioni realizzate attraverso gli elaboratori elettronici tramite procedimenti di tipo matematico, che aprirono nuove possibilità creative e avviarono gli studi sulla sintesi numerica del suono.
L’eredità dell’operetta fu raccolta nel Novecento dal musical che arrivò al grande successo soprattutto con Andrew Lloyd Webber (Jesus Christ Superstar, Evita, Cats, Il fantasma dell’Opera).
La seconda metà del Novecento è caratterizzata infine dalla tecnica del minimalismo, basata sulla variazione regolare di determinati motivi ritmici e melodici a ripetizione, dalla riapertura della musica alla sfera religiosa, per una nuova esigenza di spiritualità, e dal fenomeno della Nuova Semplicità, corrente nata in Germania per ristabilire la comunicazione con il pubblico semplificando e riorganizzando la sperimentazione troppo radicale e libera delle avanguardie.
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