Aneurisma
Dilatazione di un’arteria a causa del deterioramento delle sue pareti. L’aneurisma è agevolmente diagnosticabile per mezzo dei più diffusi strumenti d’indagine radiologica (radiografia, ecografia, TAC) e, nella maggior parte dei casi, richiede la terapia chirurgica, che assume carattere di estrema urgenza nei casi di rottura dell’aneurisma stesso.
Particolarmente gravi sono l’aneurisma cerebrale (ved. Il sistema nervoso) e quello dell’aorta che si sviluppa principalmente a livello addominale e nei rimanenti casi a livello del torace.
Angina pectoris
Sindrome causata da un’ischemia miocardica a carattere transitorio, ciò sta a significare che, per un ridotto periodo di tempo, generalmente pochi minuti, si ha una riduzione del flusso sanguigno al muscolo cardiaco. Un attacco di angina pectoris non provoca mai un danno miocardico a carattere permanente proprio a motivo della breve durata della diminuzione del flusso. La sintomatologia caratteristica dell’angina pectoris è il dolore retrosternale costrittivo e oppressivo che si accompagna alla sensazione di mancanza del respiro.
Aritmia cardiaca
Alterazione della normale sequenza dei battiti del cuore, ovvero del normale ritmo cardiaco, quello che origina dal cosiddetto nodo del seno. Se tale alterazione è caratterizzata da un aumento anomalo del numero dei battiti cardiaci, l’aritmia viene classificata come tachicardia; se, al contrario, si registra una diminuzione anomala del numero dei battiti, si parla di bradicardia. Va comunque precisato che non è solo una velocità fuori range a determinare la condizione di aritmia cardiaca; in alcuni casi, infatti, il cuore batte in modo irregolare (e si parla semplicemente di aritmia).
Fra le principali aritmie cardiache si ricordano la fibrillazione atriale, quella ventricolare e l’extrasistole.
L’esame per eccellenza nella diagnosi delle aritmie è senza ombra di dubbio l’elettrocardiogramma.
Quando le aritmie non sono particolarmente disturbanti e non sono originate da patologie cardiache o sistemiche, non è necessario alcun tipo di trattamento. Se, al contrario, le aritmie sono spia di patologie a livello cardiaco e no, si dovrà agire, quando le circostanze lo rendono possibile, per rimuovere le cause che ne sono alla base.
Un dispositivo molto utile in caso di aritmia può essere il pacemaker, noto anche come stimolatore cardiaco. Il pacemaker viene utilizzato sia per impedire aritmie cardiache legate a una patologia cardiaca cronica sia per la prevenzione di alterazioni del normale ritmo cardiaco a insorgenza improvvisa e sporadica che potrebbero essere anche fatali. Essenzialmente, un pacemaker è in grado di rendere più veloce un battito cardiaco eccessivamente lento (bradicardia patologica), prevenire la comparsa di un battito irregolare (aritmia) o eccessivamente rapido (tachicardia), rendere normale la contrazione dei ventricoli nel caso in cui gli atri non battano con un ritmo regolare (fibrillazione atriale), prevenire le aritmie causate dalla cosiddetta sindrome del QT lungo, coordinare sia l’attività elettrica tra le cavità superiori e le cavità inferiori sia quella tra i ventricoli.
Arresto cardiaco improvviso
Condizione clinica caratterizzata da un’improvvisa assenza di polso e da uno stato di incoscienza legati all’incapacità del cuore di pompare il sangue in modo efficace; di norma è relativo a un’anomalia del sistema elettrico del cuore.
La principale causa di arresto cardiaco è la fibrillazione ventricolare, a causa di questa aritmia, il cuore non è più capace di generare una valida contrazione e la gittata cardiaca si interrompe completamente.
Nel caso di arresto cardiaco, in molti casi è decisivo l’utilizzo di un defibrillatore. Il successo delle manovre mediche dipende in gran parte dal tipo di ritmo di presentazione (esistono ritmi defibrillabili e altri non defibrillabili); nel caso di arresto cardiaco da ritmi non defibrillabili sono fondamentali le manovre di rianimazione cardiopolmonare perché l’utilizzo di un defibrillatore è inutile.
Aterosclerosi
Seria condizione patologica a carico delle pareti interne arteriose caratterizzata dalla presenza dei cosiddetti ateromi, placche costituite da materiale lipidico, proteico e fibroso.
L’aterosclerosi è la forma più comune di arteriosclerosi, termine generico che indica un complesso di stati patologici caratterizzati da indurimento, ispessimento e perdita di elasticità delle pareti arteriose. Le cause dell’aterosclerosi non sono ancora del tutto chiare. Fra i fattori di rischio vanno ricordati dislipidemie, iperglicemia, ipertensione arteriosa, sovrappeso, alimentazione scorretta, sedentarietà ecc. Le terapie di tipo farmacologico devono essere complementari a un corretto stile di vita e intraprese solo quando la situazione ha raggiunto livelli non completamente gestibili dal soggetto.
Cuore polmonare
Patologia dovuta a una disfunzione dei polmoni o delle arterie polmonari e che si caratterizza per l’ingrandimento del ventricolo destro e/o per un ispessimento del miocardio che costituisce tale ventricolo. Si distingue fra cuore polmonare acuto (caratterizzato generalmente da allargamento del ventricolo destro) e polmonare cronico (caratterizzato solitamente da ispessimento del miocardio). Alla base del cuore polmonare vi è l’ipertensione polmonare, a sua volta spesso causata da una pneumopatia che comunque deve essere sufficientemente estesa e avanzata.
Manuale di cultura generale – Medicina – Disturbi e patologie dell’apparato cardiovascolare (A-D) – Continua