Il trucco dell’illusione si basa sul fatto che molte promesse non possono essere smentite direttamente, cioè senza un minimo di ragionamento oggettivo: vi piacerebbe vivere fino a 120 anni? Non invecchiare? Non essere calvi senza trapianti? Non avere una ruga? Purtroppo, non è possibile, eppure milioni di persone cadono ancora nella rete di queste promesse impossibili (una delle pagine del sito è quella sugli Oscar delle grandi illusioni). La pubblicità è piena di queste promesse che fanno presa perché, di fatto, non possono essere smentite in modo diretto, ma spesso è possibile farlo con un minimo di cervello, usando il Ma se… Se basta così poco a smascherare queste illusioni, perché si buttano tanti soldi nella pubblicità? Per tre motivi. Il primo, banale, è che non tutti hanno spirito critico e c’è chi ci casca sempre, un po’ come chi crede nell’astrologia o nelle promesse della religione (ci sono N religioni ognuna delle quali con visioni etiche proprie e un paradiso “apposito”; ovvio che al massimo una sia quella “vera”, le altre si basano solo sull’illusione di dare una vita dopo la morte). Il secondo è che qualche risultato lo si ottiene: una buona crema antirughe può far ringiovanire il viso di circa 5 anni, un po’ poco, ma l’effetto trucco (si dovrebbe sospendere la crema per almeno una settimana per vedere se c’è stato un effettivo ringiovanimento, perché molti prodotti truccano momentaneamente la pelle; l’effetto di un buon truccatore ringiovanisce un viso di circa 20 anni!) e l’effetto placebo possono far credere al soggetto di essere ringiovanito di almeno 15 anni! Il terzo è che comunque la campagna può rientrare nelle spese con i soli acquisti di chi ragiona con un “magari non funziona, ma tanto vale provare”: poi, fra un po’, si cambierà nome al prodotto e si farà una nuova campagna.
Dicevamo che molte volte il trucco dell’illusione si smonta con il Ma se… Se X funzionasse, basterebbe mostrare al pubblico un risultato non truccato. Se la lozione per capelli funziona, basta mostrare Mario che prima era calvo e ora ha riacquistato buona parte dei suoi capelli; se la crema antirughe funziona basta mostrare Maria che ha 50 anni, ma ora ne dimostra 30 (in realtà si mostra una modella che di anni ne ha effettivamente 30!); se l’integratore X fa ringiovanire, basta mostrare Carlo che ha 70 anni e ora, dopo x mesi di “cura”, ne dimostra 50 ecc.

Il trucco dell’illusione si basa sul fatto che molte promesse non possono essere smentite direttamente
Ovviamente, questi testimonial non esistono, anche perché chi promuove il prodotto spesso ammette che i risultati non sono “retroattivi”, ma “state certi, se prendete X, il problema Y non peggiorerà”. Questo lega il consumatore per mesi o per anni, speranzoso che il suo problema non progredirà…
Anche in campo prettamente scientifico ci sono casi di trucco dell’illusione; è il caso di Telethon che da anni continua a raccogliere soldi per sfide impossibili (soldi che potrebbero essere destinati ad altri campi della salute ben più concreti); lo stato attuale della medicina dà per decisamente improbabile che a breve siano guarite certe gravissime malattie, ma Telethon continua la sua missione, continuando a proporre immagini di minori terribilmente segnati dalle loro patologie spesso congenite, anziché, come prova, portare l’esempio di chi in questi è stato effettivamente guarito. Ci si basa sulla patosensibilità della gente che è digiuna di nozioni mediche: se si dicesse che la probabilità di guarire la malattia X è equivalente a quella di andare su Giove a prendere una sostanza miracolosa per la cura, tutti capirebbero subito che lo stato attuale della medicina è troppo arretrato per vincere la battaglia. Meglio mostrare un genitore disperato, un bambino gravemente ammalato e illudere che domani correrà come ogni altro fanciullo.
Purtroppo, esistono casi dove il Ma se… non è immediatamente utilizzabile; sono quei casi in cui la promessa è fatta al futuro, come un’innovazione che prospetta mirabilie, una vera e propria rivoluzione, i cui risultati però si potranno vedere fra anni (un po’ come “il tuo problema non peggiorerà”). Un esempio è la dieta di Valter Longo, che promette longevità passando attraverso l’alimentazione. Premesso che molte idee di Longo sono presenti in altri modelli alimentari e che la restrizione calorica è un concetto già noto da decenni (peccato che uno dei primi che l’abbia promossa, 40 anni fa, Roy Walford, sia morto a 80 anni, esattamente nella media della popolazione), non ci sono prove scientifiche evidenti che la cosa funzioni; al massimo, c’è il fatto che in alcuni esperimenti topi poco nutriti siano vissuti fino al 30% in più della loro normale vita. Poiché la fisiologia dei Roditori non è certo quella degli umani, è ottimistico pensare che tutto sia così facilmente replicabile, anche perché molti successi sugli animali da laboratorio poi si sono rivelati strade poco percorribili per l’uomo. Con una battuta, anche le tartarughe vivono a lungo per cui lo scienziato di turno potrebbe proporre agli uomini di muoversi lentamente e non correre mai!
Certo, la restrizione calorica ha senso, ma basta non essere in sovrappeso per guadagnare almeno 10-15 anni sulla media della popolazione che non è normopeso. Questo è quello che dice l’evidenza. Nulla d’altro si può affermare con certezza, al limite solo illudersi. Non a caso, molti nutrizionisti condannano la dieta senza appello (vedasi l’articolo Dieta mima digiuno). Lo IAP (Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria) ha censurato gli spot televisivi dei prodotti ProLon, i kit alimentari da 199 € inventati da Valter Longo per seguire la sua dieta mima digiuno. Sono state ritenute ingannevoli alcune parti dello spot, per esempio quelle dove si vantano l’unicità del programma alimentare e l’assenza di indicazioni chiare sul fatto che i kit non sono adatti a tutte le persone.
Insomma, illudersi può dare un attimo di euforia, ma poi, quando la realtà distrugge i sogni, è molto più duro accettarlo rispetto a chi invece è sempre stato con i piedi per terra.