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Top down

Top down è un termine tipicamente informatico per indicare un approccio a un problema dall’alto, cioè partendo dalle linee generali senza scendere subito nei dettagli; al contrario, con una strategia bottom up si parte dai dettagli che si uniscono in visioni sempre più grandi che alla fine abbracciano l’intero sistema. In genere l’approccio top down è tipico dei sistemi complessi, mentre il bottom up di quelli più semplici, dove è impossibile “perdersi” nelle connessioni dei dettagli. Traslando alla raziologia, è incredibile come l’incapacità di comunicare delle persone si basi spesso sul fatto che si pretenda di applicare strategie bottom up a sistemi/concetti/ambienti molto complessi. Consideriamo due interlocutori, A e B, che politicamente sono abbastanza distanti; se sono portati a esaminare un problema particolare (per esempio un fatto accaduto) sicuramente discuteranno per ore e, alla fine, ognuno sarà rimasto della propria idea. Anzi, il fatto che l’altro “non ha capito” è un’ulteriore dimostrazione che o è in malafede o non capisce nulla! In sostanza, il dialogo, anziché far convergere allontana sempre più: questo dovrebbe far riflettere coloro che ritengono che dialogare sia sempre utile.

Un cattivo dialogo predispone a un litigio, non a un miglioramento reciproco!

L’errore consiste nel partire in quarta a discutere lo scenario, la fattispecie concreta. Se si hanno visioni diverse della società è impossibile che da uno scenario si riesca a convergere perché a ogni proposizione ognuno pretenderà di applicare i suoi assiomi politici e quindi verrà subito bloccato dall’altro che non si riconoscerà in quegli assiomi.

Una strategia più furba è che i due interlocutori, una volta riconosciute le “incompatibilità”, si sforzino di risalire nella discussione verso uno scenario più generale dove le incompatibilità non ci sono più. Curiosamente si scopre che comunque il dialogo è stato utile perché ha fissato punti di contatto e ha evidenziato chiaramente quali sono i punti di contrasto su cui discutere. Può anche darsi che un interlocutore, partendo da una visione generale, si accorga che la sua visione particolare è incoerente con quella generale e cambi idea.

Top down

In genere l’approccio top down è tipico dei sistemi complessi, mentre il bottom up di quelli più semplici, dove è impossibile “perdersi” nelle connessioni dei dettagli

Un esempio pratico di approccio bottom up vs approccio top down

Vediamo un esempio pratico. A e B stanno discutendo sul caso di un omicida che ha sterminato una famiglia per pochi soldi. A è favorevole alla pena di morte, B è contrario.

Approccio bottom up. A punta sull’efferatezza del delitto, chiede a B di immedesimarsi nella situazione (“e se fosse toccato alla tua famiglia?”), prende in esame i precedenti dell’omicida ecc. Dal canto suo B, anziché dai precedenti, parte dalla difficile condizione esistenziale dell’assassino, cerca l’attenuante della casualità (“se il capofamiglia non fosse rincasato, ci sarebbe stata solo una rapina”) ecc. I due discutono per ore senza risultato. A un osservatore esterno risulta chiaro che c’è una banale incompatibilità di base: A è favorevole alla pena di morte e B è contrario. I “dettagli” che tirano in ballo sono ininfluenti nella discussione degli assiomi e quindi sono reciprocamente rigettati come “non decisivi”.

Approccio top down. A e B si accorgono di partire da posizioni troppo distanti e decidono di risalire il caso in questione. B dice ad A: “ovviamente se uccido una persona durante una rissa per un pugno che fa cadere la vittima su un sasso che le fracassa la testa non merito la pena di morte”. A conviene, ma fa notare che il caso in questione è ben diverso. Comunque i due concordano che è necessario definire quando la pena di morte è applicabile. Per B non lo è mai, per A quando “…”. Si discute su questa traccia generale, scendendo ancor più nel particolare. A e B si stanno comportando non come due rissosi avventori di un bar, ma come due giuristi che affrontano un problema top down e poi lo applicano alla fattispecie.

Può darsi che alla fine restino divergenze, ma sicuramente entrambe le posizioni sono più meditate, intelligenti, coerenti. Esperienze di vita, ulteriori riflessioni e altri casi particolari potranno far cambiare idea a uno dei due oppure potranno far sì che su molti casi particolari siano d’accordo.

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