La scienza è quell’insieme di conoscenze ordinate e coerenti, organizzate logicamente a partire da principi fissati univocamente e ottenute con metodologie rigorose, secondo criteri propri delle diverse epoche storiche (dizionario Treccani). Il metodo scientifico è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, non falsificabile e condivisibile. Queste definizioni accontenterebbe i più, ma di fatto non sono in grado di portare a un criterio per definire ciò che è scientifico. Le cose si complicano perché lo stesso dizionario ci fornisce poi una definizione allargata di scienza: ciascuna delle varie branche in cui può dividersi l’attività speculativa dell’uomo. Questa seconda definizione di fatto tende a includere tutto (dalle scienze matematiche a quelle politiche fino ad arrivare alle scienze occulte!) e non è di nessuna utilità pratica. La raziologia non può limitarsi né alla prima né tantomeno alla seconda definizione.
I due errori della validazione scientifica
Vediamo i due errori comunemente associati alla validazione scientifica di una ricerca, di un esperimento o di una semplice affermazione.
- Scientifico = vero
- Scientifico = pubblicato su una rivista scientifica.
Il vero – La parola scientifico ha un impatto psicologico notevole, venendo spesso automaticamente associata al concetto di vero. Ciò che è scientifico è automaticamente vero! Come vedremo non è così: è scientifico ciò che è ottenuto con metodo scientifico, ma nessun metodo scientifico dà la certezza di arrivare alla verità; il fatto che si arrivi a molte proposizioni oggettivamente non contestabili (la molecola d’acqua ha due atomi di idrogeno), non assicura che tutto ciò che è scientifico rispetti questa caratteristica.
Il fascino dello scientifico si basa sicuramente l’illusione della certezza. Sarebbe bello se su un argomento qualunque si potesse arrivare a conclusioni certe, giuste, inconfutabili. Come sarebbe bello che un medico potesse guarire tutte le malattie (in questo caso l’illusione della certezza porta al delirio di onnipotenza, se il medico è così folle da proporre un rimedio a tutto!). La certezza dà sicurezza e rimuove l’ansia esistenziale, ma spesso è solo un’illusione che può diventare una pericolosa droga che ci fa vivere in un mondo fantastico, per nulla reale.
In realtà, ci sono argomenti più facilmente indagabili di altri e su cui la scienza si avvicina più al vero, ma per molti argomenti non è così. Sono quegli argomenti in divenire, trattando i quali il metodo scientifico ha come unico scopo l’avvicinarsi a una parola definitiva.
L’autorevole – Anche la pubblicazione su riviste scientifiche non è condizione necessaria per la scientificità; a dire il vero, visto che spesso capita che ricerche pubblicate siano smontate nei metodi utilizzati per ricavare i dati, la pubblicazione non è nemmeno condizione sufficiente. Diciamo che è condizione facilitante.
Su interpretazioni particolari del concetto di scienza si basa poi l’errore classico di autorità (fallacia ab auctoritate): l’ha detto il medico (una ricerca, una trasmissione scientifica ecc.) quindi è scientifico (e quindi per il primo tipo d’errore, vero).
Scienza e opinioni
Parlando della ricerca scientifica abbiamo già spiegato perché la ricerca non è scienza. Ora bisogna fare un passo ulteriore e chiederci che cosa è scientifico. Se pensiamo che duemila anni fa la filosofia era considerata la scienza per eccellenza mentre oggi i filosofi hanno rinunciato al tentativo di spiegare tutto, possiamo capire che una definizione concreta di scienza è utile per evitare fallimenti simili a quelli della filosofia classica.
Purtroppo i filosofi sono stati sostituiti da altre classi di “pensatori” (il termine non è casuale perché la realtà che essi creano è spesso solo frutto del loro pensiero), sociologi ed economisti in primis. Mi ha sempre stupito come economisti vincitori del premio Nobel sapessero prevedere poco di ciò che accade nell’economia reale (secondo il detto “come scarsa affidabilità, l’economia è seconda solo all’astrologia”). I sociologi vorrebbero spiegarci la società, alcuni vorrebbero prevederne l’evoluzione, altri vorrebbero trasformarla. Studi interessanti, ma che non hanno lo stesso livello di coerenza di altre discipline scientifiche come la fisica, la chimica o la matematica. Non sono ovviamente il solo a pensarla così. Sentite cosa scrive Morin*: “la pretesa di monopolizzare la scientificità (cioè di essere oggettivi) che anima alcuni sociologi non è soltanto terroristica, ma è anche antiscientifica e oscurantista”. Non a caso, Morin non è solo un sociologo, ma si è interessato a molte altre discipline, arrivando anche a sostenere un approccio interdisciplinare ai temi trattati.
Ovviamente nella sociologia, nell’economia, nella psicologia esistono approcci scientificamente corretti. Sono quelli che si differenziano dalle opinioni.
In una disciplina che vuole essere scientifica, un’opinione è l’espressione di concetti che non sono stati del tutto indagati con metodo scientifico. Per fare un esempio, si pensi alle teorie sulla scomparsa dei dinosauri. Nonostante gli scienziati cerchino di raccogliere dati a suffragio di una teoria piuttosto che di un’altra, i dati sono insufficienti per andare al di là del livello di opinione, checché ne dicano i sostenitori delle varie teorie. Si tratta di casi in cui il desiderio di conoscenza dell’uomo precede la scienza arrogandosi il diritto di essere tale. Il vecchio errore della filosofia.

Il termine “scienza” è oggi associato a diverse discipline (scienza della…) che hanno tuttavia poco di scientifico
Scienza e oggettività
Come fare per non essere vittime del fascino della falsa scientificità? Che cosa si può ritenere scientifico?
Un concetto è tanto meno scientifico quanto meno è stato indagato con metodi scientifici.
Il metodo scientifico è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, non falsificabile e condivisibile. Questo però non basta. Prendiamo un concetto da un libro di sociologia a cui l’autore è arrivato con un’indagine scientifica e una frase da uno di chimica. Nel primo caso, molto spesso, anche l’uomo della strada può facilmente criticare, nel secondo è difficilissimo trovare qualcuno che, per esempio, critichi l’affermazione che il nucleo dell’atomo di ferro contiene 26 protoni.
La differenza di “peso” deriva dal fatto che l’applicazione del metodo scientifico non garantisce oggettività.
Sicuramente si troverà qualcuno disposto a sostenere con convinzione che la Terra è piatta o che il fumo non fa male. Hanno ragione. Ogni concetto scientifico è in realtà oggettivo solo statisticamente parlando perché supera la soglia di oggettività che noi arbitrariamente fissiamo, per esempio, nel 99% delle persone che prendono posizione**. Ovviamente molti concetti che aspirano a essere scientifici non arrivano nemmeno lontanamente a tale soglia: anche fissando la soglia al 98 o al 95%, moltissime proposizioni di una teoria sociologica, economica, politica non risulterebbero oggettive.
Riassumendo, costruiamo la piramide scientifica.
A livello zero possiamo mettere quelle proposizioni che sono state falsificate da esperimenti successivi e quindi non sono affidabili ed escono dalla scienza.
Al primo livello possiamo mettere le opinioni che sono concetti o teorie che non sono passati (ancora) attraverso un metodo scientifico.
Al secondo livello collochiamo ciò che ottenuto con metodo scientifico non è stato falsificato, ma che comunque ha un livello di condivisione inferiore alla soglia di oggettività (scientifico, ma non oggettivo).
Al terzo livello ciò che, ottenuto con metodo scientifico, ha un grado di condivisione superiore alla soglia di oggettività (scientifico e oggettivo).
* Edgar Morin è un filosofo e sociologo francese di origine ebrea. Nato a Parigi nel 1921, ha al suo attivo numerose opere tra le quali ricordiamo “La conoscenza della conoscenza“, “Introduzione al pensiero complesso” e “La testa ben fatta“.
** Esula dagli scopi di questo articolo definire esattamente quali posizioni scartare (per esempio definendo un grado minimo di autorevolezza).