Il rompicapo cinese che proponiamo è un test di ammissione a una scuola elementare di Hong Kong (sì, avete letto bene: “elementare”).
Nel parcheggio ci sono 6 posti auto. Ognuno è numerato, ne manca uno. Domanda: in quale posto è parcheggiata la macchina? Avete 30 secondi per rispondere. Probabilmente (spero) la scuola elementare cinese è una scuola che seleziona aspiranti geni, ma comunque è significativo che molti adulti acculturati non riescano a risolvere il test o ci riescano dopo decine di minuti.
La soluzione
Il rompicapo cinese è importante per far capire come la psicologia del soggetto, la sua cultura, le sue esperienze (cioè le sue tre forme di intelligenza, affettiva, razionale ed acquisitiva) rientrino in modo pesante nella possibilità di soluzione. Nel mio caso ho sprecato 15 secondi (cioè metà del tempo a disposizione) per esaminare una soluzione matematica del problema. Poi ho scartato la soluzione matematica per tre motivi:
a) non sono contemplativo. Sono sicuro che laureati in matematica, professori universitari ecc. ci hanno dedicato minuti, ore, di fatto incapaci di ammettere a sé stessi che la soluzione non fosse culturale. Anche molti bravi ragazzi (sopravviventi) avranno cercato soluzioni “intelligenti”, in linea con quanto avevano studiato a scuola.
b) Ho una forte autostima. Chi ha scarsa autostima probabilmente avrà passato minuti a compiangersi e a dirsi quanto fosse scarso, di non aver studiato abbastanza ecc.
c) Ho le basi matematiche necessarie (a dire il vero basta “possedere” l’aritmetica). Chi è nella condizione b, ma non ha le basi probabilmente avrà tagliato corto dicendo dopo due o tre minuti “il test è una sciocchezza”. Oppure “a che mi serve?”, senza capire che nel mondo del lavoro vanno avanti comunque i più scaltri (mediamente). Stessa resa per gli svogliati a cui rompicapi simili fanno venire il mal di testa.
Da notare che irrazionali o semplicistici possono aver buttato lì una risposta errata, praticamente inventando una soluzione che non esiste in base a qualche strampalata teoria.
Quando ho capito che la matematica nulla c’entrava, ho capito che il test non era “intellettuale”, matematico, era semplicemente banale. Mi sono detto che i posti di solito sono numerati sequenzialmente ed ecco l’illuminazione: lo erano anche in questo caso, bastava ruotare l’immagine e si scopriva che il posto mancante era l’87. Altri dieci secondi, per un totale di 25 secondi, appena in tempo.