La raziologia è la scienza che definisce e studia l’intelligenza esistenziale, classificando e descrivendo gli errori raziologici che non ci consentono di comprendere la realtà che ci circonda. In effetti, la matematica non è in grado di essere applicata alla vita quotidiana, anche se si usano spesso termini come logicamente, razionalmente, giusto, sbagliato, vero, falso ecc. Gli scenari in cui viviamo sono difficilmente risolubili usando strumenti matematici. Ciononostante, è indubbio che possedere una buona razionalità sia una condizione facilitante, ma l’errore che si commette è di ritenere che una persona razionale tratti i vari scenari della realtà con la logica. La raziologia identifica tre tipi di scenari: certi, di rischio, incerti.
Gli scenari
Spesso si sente parlare di scenari politici, scenari economici, scenari immobiliari ecc.
Uno scenario è l’insieme degli elementi che costituiscono un determinato ambiente, spesso oggetto di una decisione.
Molte decisioni della vita vengono prese a livello intuitivo, emotivo. A volte possono avere un fondamento di razionalità, altre volte si basano sulla nostra esperienza, ma non è detto che una decisione semplicemente intuitiva sia il percorso migliore. Consideriamo un manager che deve prendere un’importante decisione. Sicuramente nessuno avrà nulla da obiettare se
- dopo aver esaminato tutti gli scenari possibili,
- sceglierà quello probabilmente più favorevole.
Ovviamente la locuzione “probabilmente più favorevole” è volutamente vaga perché è il manager che valuta ogni singolo scenario in base alla sua possibilità di verificarsi e in base ai vantaggi/svantaggi che porta con sé.
Se si analizzano le normali decisioni quotidiane si nota una diffusa incapacità di analizzare razionalmente gli scenari possibili. La gente sembra incapace di maneggiare gli scenari, di visualizzarli e preferisce decidere a spanne. A volte considera solo quello più favorevole (svogliato, semplicistico, irrazionale, violento, apparente), a volte quello più sfavorevole (fobico), a volte quello più facile (svogliato, semplicistico), a volte quello più probabile (svogliato, irrazionale, semplicistico), a volte quello più coinvolgente (romantico), a volte quello sicuro (debole, insufficiente) ecc. Spesso una personalità critica impedisce la corretta gestione di tutti gli scenari. La decisione è spesso motivata dalla personalità del soggetto e, se questa non è equilibrata, la decisione non sarà la migliore.
Abbiamo quindi già evidenziato come, se si vuole essere concreti, nella valutazione dell’intelligenza del soggetto non si possa prescindere da un’analisi della sua personalità: se il soggetto non ha una personalità equilibrata (che verrà definita più avanti), molte sue decisioni saranno oggettivamente discutibili.
I tipi di scenario
Gli scenari certi sono quelli che possono essere trattati con la logica. Se si sa che una casa automobilistica ha annunciato una riduzione di prezzo del 10% su tutti i modelli in produzione, se X è un modello in produzione, ecco che ci si può aspettare logicamente un risparmio del 10% sull’acquisto di X. Si noti come per risolvere questo semplice problema sia necessaria un’intelligenza logica e un’intelligenza matematica (nota: non serve una laurea in matematica, basta conoscere le basi).
Purtroppo, tali scenari rappresentano una percentuale piuttosto piccola di quelli che troviamo nella vita quotidiana. Non è difficile accorgersi che una risposta razionalmente corretta al rapporto fra fumo e cancro polmonare non possa essere logica, ma statistica: si può per esempio dire che l’X% dei tumori polmonari è causato dal fumo, che l’Y% di chi fuma più di 20 sigarette al giorno ha il doppio di probabilità di sviluppare un cancro polmonare rispetto a chi ne fuma fra 10 e 20 ecc. La statistica ci ha cioè insegnato che esistono scenari di rischio dove è possibile descrivere gli eventi in gioco associando loro probabilità, non necessariamente oggettive. Si può per esempio pensare che il rischio di subire un furto durante l’anno sia di 1/30 (un furto ogni 30 anni), non importa se l’analisi che ha trovato quel valore è “soggettiva”, quello che conta è che il soggetto sappia descrivere lo scenario con probabilità. Per risolvere gli scenari di rischio occorre un’intelligenza statistica (nota: non servono conoscenze professionali di statistica, ma solo le basi).
Procedendo nell’analisi degli scenari reali, scopriamo ben presto che moltissimi scenari non sono né certi né di rischio, sono scenari incerti. Non si basano su certezze logiche, né su probabilità, ma evidenziano situazioni in cui una scelta viene fatta in base a considerazioni personali, per esempio una persona deve decidere se passare le vacanze al mare o in montagna. In questi scenari entra in gioco la personalità del soggetto. Per la raziologia solo persone equilibrate hanno la massima probabilità che le scelte fatte rispondano ai criteri della teoria della scelta razionale.
La teoria della scelta razionale nasce dallo studio dei processi decisionali di un soggetto che vuole ottenere un risultato positivo o evitare un risultato negativo in un certo ambito. È ampiamente utilizzata in sociologia o in economia. Anche in criminologia viene utilizzata, ritenendo che il soggetto agisca in base alla valutazione che fa del “suo” utile, considerando mezzi e obiettivi, costi e profitti, vantaggi e svantaggi.
Riassumendo, negli scenari incerti, le scelte che hanno le migliori possibilità di sostenere la qualità della vita del soggetto (si tratta di un’estensione della teoria della scelta razionale che prende in considerazione anche gli effetti a medio-lungo termine) sono quelle tipiche di una personalità equilibrata. Riflettendo su questo punto si comprende come la raziologia attinga non solo dalla logica e dalla statistica, ma anche dalla teoria della personalità.
Infine, per tutti gli scenari è importante il fatto che il soggetto riesca a fare esperienza (intelligenza acquisitiva) di situazioni passate perché questo facilita e velocizza decisione future: una persona che ripete sempre los tesso errore non è certamente intelligente (errare humanum est, perseverare autem diabolicum).
L’intelligenza esistenziale ha come fattori l’intelligenza logica, l’intelligenza matematica, l’intelligenza statistica, l’intelligenza acquisitiva (esperienza) e l’equilibrio della personalità. La raziologia studia questi fattori.
Gli errori raziologici
La raziologia studia gli errori che si possono commettere nei vari scenari reali. Gli errori logici prendono in considerazione sia l’incapacità di gestire gli operatori della logica sia di cadere vittima di fallacie. Una fallacia è un ragionamento apparentemente valido, ma in realtà scorretto. Per esempio, la fallacia ab auctoritate consiste nell’accettare o rigettare una tesi solo per il prestigio o il rispetto che attribuiamo a chi la propone, confondendo spesso autorità con affidabilità: “l’ha detto il medico”, “l’ha detto la televisione”, “l’ho letto sul giornale”; in altri casi, si sfrutta solamente la notorietà del proponente come nel caso dei testimonial della pubblicità.
Gli errori statistici riguardano l’applicazione errata (o la non applicazione) delle leggi della statistica. Per esempio, l’errore di correlazione è uno fra i più comuni nella popolazione: scambiare una correlazione per un nesso di causa-effetto. Un altro esempio è dato dal ragionamento del fumatore (con cui si evita ogni analisi statistica dei dati sui fumatori): “Tizio fumava è morto a 85 anni, il fumo non fa male”; peccato, che se Tizio non avesse fumato probabilmente sarebbe morto a 90 o a 100 anni.
Gli errori psicologici e acquisitivi riguardano gli scenari incerti e si basano sulla personalità critica del soggetto. Per esempio, basare una propria scelta sul giorno del mese (superstizione: “di venerdì 17 non parto!”; errore di irrazionalità; gli irrazionali sono coloro che hanno una modesta intelligenza razionale) oppure su una scarsa autostima (“lo so che mio marito mi picchia, ma se lo lascio come vivo?”; errore di insufficienza; gli insufficienti sono coloro che accettano consciamente un basso li vello di autosufficienza) ecc.