La partigianeria è un’adesione faziosa a un’idea o a un gruppo. Generalmente, se ne parla in politica, ma può riguardare anche la famiglia (un genitore che preferisce un figlio piuttosto che l’altro), lo sport (tipica quella degli ultrà nel calcio), la religione (molti ritengono la fede come una forma di adesione non sufficientemente razionale a un credo). Ogni ambiente in cui ci muoviamo può essere oggetto di un comportamento partigiano. Di per sé la partigianeria non è necessariamente negativa, lo diventa quando ci fa prendere decisioni in contrasto con la realtà (nel campo politico, per esempio, difendere a oltranza un corrotto anche se le prove a suo carico sono tante).
L’errore di partigianeria
I miracoli sono l’esempio più semplice di errore di partigianeria (siccome non so spiegarmi qualcosa, scelgo la causa che più mi sta a cuore): non riesco a risalire alle cause di un avvenimento e la mia religiosità mi spinge ad attribuirlo a Dio.
Oggi molti hanno sostituito le religioni tradizionali con altre credenze, francamente di uno spessore razionale ancora più basso. Mi riferisco a chi crede nell’astrologia o nel paranormale: fantasmi, medium, vampiri, maghi ecc. Tutti irrazionali tentativi di:
- modificare il proprio “destino“
- andare al di là della morte.
Il secondo punto è quello che ha portato l’uomo a creare Dio, senza averne prove certe della sua esistenza. Almeno Dio è un concetto talmente complesso e importante che si può discutere, ma oggi ci sono persone che credono ai fantasmi e ci sono improbabili trasmissioni televisive sul paranormale che affascinano milioni di spettatori. Molti di questi sono pronti a giurare che i miracoli di padre Pio sono panzane, non vanno più in Chiesa ecc. ma… credono ai fantasmi!
Parlando con una di queste persone ed esponendo i miei dubbi agnostici, mi sono sentito rispondere: “Uh, ma che brutto, se non ci fosse nulla dopo la morte”. Appare evidente che per molti le nuove credenze hanno sostituito le vecchie.
Anche in questo popolo ci sono i neofarisei: sono tutti coloro che ti dicono che non credono a “quelle cose”, ma poi si guardano tutte le puntate. La prova più evidente che stanno in parte mentendo a sé stessi è che mai guarderebbero 100 e passa puntate sui “miracoli di Fatima”.

Rappresentazione del miracolo della divisione delle acque del Mar Rosso; i miracoli sono uno degli esempi classici di errore di partigianeria
Errore di partigianeria: l’effetto tunnel
Secondo la fisica classica una particella può superare una barriera energetica di altezza V solo se possiede un’energia E maggiore di V; invece secondo la fisica quantistica, se la barriera non ha uno spessore infinitamente grande, l’onda associata alla particella può emergere al di là della barriera con probabilità non nulla. Anche se la probabilità è piccolissima, se le particelle sono numerosissime, qualcuna attraverserà la barriera (effetto tunnel). Il principio ha applicazioni pratiche, per esempio nel microscopio a scansione a effetto tunnel e nel diodo tunnel. Trasformando il tutto in un esempio concreto, se lancio una palla contro un muro la palla può attraversare il muro (senza abbatterlo). La probabilità che ciò succeda è una su 1030, cioè praticamente nulla, ma c’è.
L’effetto tunnel può servire come esempio per spiegare l’errore di partigianeria, tanto comune quando si parla di soprannaturale: quando ci si trova di fronte a un fenomeno senza una chiara spiegazione non si può attribuirlo alla causa che noi auspichiamo, confondendo l’incapacità di spiegarlo con la prova del soprannaturale. Infatti, quotidianamente, esistono in tutto il mondo casi in cui un’entità ha a che fare con una barriera di potenziale (il muro del nostro esempio, ma anche le pareti di una tazzina di caffè ecc.). Supponiamo che in un certo giorno, in una certa parte del mondo, un bambino riesca per quella piccolissima probabilità a far passare la palla attraverso il muro senza abbatterlo. La maggioranza dei lettori griderebbe al miracolo! Invece l’effetto tunnel spiegherebbe tutto e dimostrerebbe che
non bisogna confondere un miracolo con la propria ignoranza a spiegare le cause di un fenomeno.
Se un uomo del Duemila fosse vissuto mille anni prima di Cristo, sarebbe riuscito a far credere a tutti di essere un grandissimo mago!
Un altro esempio. Maria è sola in casa, ha preparato due bicchieri colmi di una bevanda dissetante perché fra poco sa che Giulio tornerà dalla corsa. La donna va un attimo in salotto e, quando torna in cucina, trova che un po’ di bevanda è uscita da uno dei due bicchieri e si è sparsa sul tavolo. Subito pensa a un terremoto, chiede ai vicini, ma nessuno conferma. Il giorno dopo, sul giornale nulla. Perché poi da un bicchiere e non dall’altro? Maria si sente di escludere la presenza di animali (per esempio un topolino) nella casa e arriva a concludere (ecco l’errore di partigianeria) che nell’abitazione ci sono strane presenze.
Chi ha compreso quanto detto sull’effetto tunnel, comprenderà che tutto ciò ha una possibile spiegazione (attenzione a non cadere nello stesso errore di Maria, la spiegazione è possibile, non certa; anche se l’effetto tunnel è stato dimostrato mentre l’esistenza dei fantasmi no!): fra i miliardi di miliardi di barriere di potenziale che ci sono nel mondo (le pareti che contengono un liquido lo sono) il calcolo della probabilità ha voluto che l’effetto tunnel si verificasse in casa di Maria. A moltissime persone non capiterà mai di assistere a un fenomeno “strano”, ad altre sì.
L’emotività e la voglia di credere in qualcosa (religione, paranormale) fanno cioè scartare altre ipotesi a favore di quella desiderata. La scienza ha spiegato molti fenomeni “soprannaturali” (si pensi al terrore dei popoli primitivi di fronte alle eclissi); fra mille anni probabilmente ne spiegherà altri, dimostrando la nostra attuale ignoranza. D’altra parte c’è gente che è subito pronta a credere ai miracoli, alla magia, agli extraterrestri solo perché vuole crederci e non analizza nemmeno un’altra possibilità. Queste persone stanno alla verità come un linciaggio sta alla giustizia e alla legge; infatti sono animate dalla stessa carica emotiva con cui nel vecchio West si linciava un “probabile” colpevole. Di fronte a un fenomeno che non capiscono, esse sono pronte a dare subito una spiegazione che marcia nella loro direzione. Ricordatevi sempre degli enormi cerchi tracciati nei campi di grano da una banda di burloni. Quando i cerchi furono scoperti, molti ufologi asserirono con enorme eccitazione che si trattava di una chiara manifestazione della presenza degli alieni sul nostro pianeta. Poi, quando si seppe la verità, che figura!
Ovviamente questo errore non colpisce solo gli individui più emotivi e irrazionali. Altri esempi sono rappresentati dallo scienziato che, volendo a tutti i costi dimostrare una sua tesi, interpreta a suo modo i dati sperimentali o, nella vita comune, dall’attribuzione con estrema sicurezza di un fenomeno a una causa scelta fra le tante possibili. Si pensi a un cane che al mattino saluta con estremo affetto il suo padrone che va al lavoro; proprio quella mattina il padrone ha un incidente stradale e muore. Al funerale la moglie, vedendo il cane triste, dice a tutti i parenti che la povera bestiola aveva presagito la scomparsa del marito. Chissà quanti cani fanno festa al loro padrone che va al lavoro senza per questo condannarlo a morte!
Se sintetizziamo gli esempi fatti, alla base dell’errore di partigianeria c’è spesso una volontà troppo forte di perorare un’idea: per noi “deve” essere così e ci “dimentichiamo” delle altre possibilità.
Miracoli o statisticità?
Un esempio ancora più complesso, riferitomi con stupore da chi l’ha vissuto. Un’auto con a bordo alcuni giovani procede nella notte. A un certo punto si trova davanti un’altra vettura che procede molto lentamente. Poiché più avanti c’è un incrocio, il guidatore dell’auto dei ragazzi deve rallentare, non senza un pesante commento sulla lentezza del veicolo che precede. Appena prima dell’incrocio, il guidatore decide di superare l’auto, ma, proprio mentre si accinge a farlo, passa velocissima davanti alla macchina dei giovani (che sarebbe dovuta fermarsi al segnale di stop) un’altra auto.
I giovani passano l’incrocio, ma subito pensano che se non ci fosse stata l’auto lenta davanti a loro, si sarebbero schiantati allo stop. Un giovane si volge per cercare l’auto che li ha “salvati”, ma non ne scorge i fari. I giovani decidono di invertire la marcia e di tornare indietro per vedere che fine ha fatto la macchina. Procedono per un paio di chilometri, verificando la presenza di stradine laterali, nessuna traccia. Il giorno dopo sui giornali, nessuna notizia di una macchina uscita di strada. I giovani concludono che il loro “angelo custode” li ha salvati.
Vediamo quante forzature sono presenti in questo racconto.
- Non è detto che se non ci fosse stata la macchina lenta ci sarebbe stato l’incidente; anzi è molto probabile che l’auto dei giovani sarebbe passata qualche secondo prima allo stop, evitando l’impatto oppure che, senza l’auto lenta davanti, il guidatore avrebbe comunque visto l’auto che procedeva sulla strada principale.
- Quanto tempo è passato, prima che i giovani decidessero di fare inversione, tornando al punto di svolta della strada per cercare l’auto lenta che aveva svoltato in direzione opposta alla loro? 20″, un minuto, due minuti? Supponiamo che l’auto lenta, una volta svoltata (era lenta perché sapeva dello stop), si sia data una mossa e abbia iniziato a procedere a 70 km/h. In un minuto avrebbe avuto più di un km di vantaggio; se i giovani la inseguivano a 100 km/h, ci volevano almeno 3 km per raggiungerla. Quindi se i giovani si sono fermati dopo due… Da considerare il fatto che procedendo a 100 km/km nella notte è possibile non aver visto stradine laterali il cui imbocco è nascosto da cespugli. Se del resto procedevano lentamente per cercare le stradine laterali, è chiaro che il ricongiungimento diventava impossibile.
- Il giovane che si è voltato per cercare l’auto lenta non ha visto nulla. Ammesso che lo abbia fatto 10″ dopo aver svoltato, l’auto lenta era ormai a 100 m circa, quindi un piccolo banco di foschia, luci non particolarmente funzionanti ecc. potrebbero spiegare la sua mancata visione. La mancata visione sarebbe semplicemente il risultato di eventi statisticamente probabili.
Chi ha compreso lo spirito con cui è stato descritto il fatto arriverà subito a concludere che fra i milioni di avvenimenti che ci accadono nella vita è possibile che ne accadano anche di poco, pochissimo probabili: del resto la gente spera di fare 6 al Superenalotto (una probabilità su 622 milioni) e poi si stupisce se, fra i miliardi di fatti che le accadono attorno, ce n’è uno “impossibile” (in realtà, altamente improbabile). Mah…
Chi è incline a credere a miracoli, fantasmi, misteri dell’occulto ecc. in genere ha una scarsissima conoscenza della statistica (come chi crede nei miracoli) e tende a cadere vittima dell’errore di partigianeria. Per sottolineare questo aspetto propongo di sostituire almeno la parola “miracolo” con statisticità, dove per statisticità si intende il verificarsi di un evento poco probabile (per esempio trovare viva una persona sotto le macerie provocate da un terremoto dopo dieci giorni dal sisma).