Con logica di comodo s’intende una forma di indagine non oggettiva che investe le proprie energie razionali nel sostenere in maniera sbrigativa una posizione che condanna (promuove) qualcosa che comunque sentiamo estraneo (vicino) o addirittura dannoso (vantaggioso). Se vogliamo, è una forma di errore di partigianeria esteso a tutto il dialogo anziché a una sola proposizione. Per scoprire la mancanza di oggettività basta sottoporre la posizione al classico Ma se…: non sarà difficile scoprire contraddizioni o arrivare a conclusioni assurde.
Logica di comodo pura
Se è in buona fede (logica di comodo pura), generalmente la logica di comodo rivela una personalità critica. Per esempio, la logica di comodo è usata spesso dalla personalità semplicistica. Così appartiene alla personalità patosensibile chi è favorevole alla condanna a morte per un serial killer di bambini, ma, applicando il Ma se…, si scopre che è contrario alla pena di morte. Ecco un dialogo tipico:
“Quindi tu sei favorevole a giustiziare Tizio”. “Sì”.
“Quindi sei favorevole alla pena di morte”. “No, ma in questo caso, se penso al dolore dei genitori dei 20 bambini…” (ecco l’interesse “personale”, il dolore che si prova in sintonia con i genitori delle vittime).
“Quindi la legge dovrebbe prendere in considerazione il dolore dei parenti delle vittime”. “Certo”.
“Quindi se un ubriaco uccide un bimbo sulle strisce e getta i genitori nella disperazione, dovrebbe essere condannato a morte”. “Ma no, che c’entra?”
Alla fine il soggetto si arrampica sugli specchi non capendo che la sua posizione iniziale era presa solo a causa di un suo interesse emotivo nella vicenda.
Alcuni esempi della logica di comodo pura sono illustrati nella pagina sui vegani. Infatti, un vegano coerente e razionale non può possedere un cane o un gatto, né essere cristiano (islamico, ebreo).
Logica di comodo spuria
La logica di comodo è spuria quando il soggetto non ha la volontà di approfondire l’argomento e la logica di comodo serve solo a chiuderlo in maniera apparentemente brillante.
Sono spesso situazioni dove sembra che il soggetto non abbia nulla da perdere. In questo caso occorre analizzare la reale competenza nell’ambito di discussione. Se si sostiene una tesi solo perché sbrigativamente risolve un problema che a noi tutto sommato tocca indirettamente, stiamo usando una logica di comodo (l’interesse sta nel non avere problemi, anche solo potenziali). Alcuni esempi.
Cosa fare contro le stragi del sabato sera? Chiudiamo le discoteche a mezzanotte.
Cosa fare contro la violenza negli stadi? Chiudiamo gli stadi dove si verifica la violenza per un anno, in fondo non è indispensabile andare allo stadio (fra l’altro, la partita si può vedere in tv), ci sono altre forme di divertimento.
Non è difficile capire che, molto probabilmente, sono una persona che non va né in discoteca né allo stadio!
Come ultimo esempio porto quello che, a mio avviso, è illuminante. Supponiamo che la questione sia: si deve vietare la caccia?
Una buona parte della popolazione (diciamo almeno un 30%) è contraria all’esercizio della caccia in una sua qualsiasi forma senza né essere né vegetariana, né animalista. La posizione è un esempio di logica di comodo che il soggetto elabora in modo più o meno convincente (tanto lui a caccia non va e gli dà fastidio che quando va a correre ci siano cacciatori nei campi). La logica di comodo è evidenziata da due punti:
- Si tende a condannare la caccia in base alle proprie esperienze con i cacciatori.
- Non si fa nessuna distinzione fra le forme di caccia.
Il primo punto è un evidente errore di generalizzazione che la logica di comodo facilita. Essere contro la caccia perché si è colpiti da un caso di bracconaggio (come l’uccisione di falchi sullo stretto di Messina, secondo un’imbecille tradizione) o da un particolare tipo di caccia (come quella alle balene, pratica alla quale moltissimi cacciatori sono comunque contrari) è come essere contro l’uomo e l’umanità perché esistono pedofili, stupratori, ladri, assassini, evasori fiscali ecc.

La logica di comodo conduce molto spesso all’incoerenza
Il secondo punto è importante perché esistono forme di caccia (che chi applica la logica di comodo magari nemmeno conosce perché non ha studiato l’argomento) del tutto equivalenti all’uccisione degli animali domestici. Quale significativa differenza razionale esiste fra liberare un fagiano (allevato) in un prato e cercarlo due mesi dopo per sparargli, ucciderlo e cibarsene e inseguire in un pollaio una gallina per tirarle il collo e poi cucinarla? La logica di comodo tocca il massimo quando si elaborano posizioni come questa (da un’e-mail che ho ricevuto):
… credo che ci sia una grossa differenza tra essere insensibili alla sofferenza procurata indirettamente agli animali e la sofferenza inflitta manu propria; io, come tanti altri, tantissimi, ci siamo evoluti e ipocritamente facciamo fare il lavoro sporco ad altri, i cacciatori no!
Francamente vedo la stessa differenza che c’è fra il capomafia che ordina un’esecuzione e il killer che la esegue. Non c’è nessuna evoluzione, solo ipocrisia.
Quindi il secondo punto dovrebbe farci capire che
solo un vero vegetariano può essere contro la caccia.
Ovvio che se non si è vegetariani, si può essere contro certe forme di caccia, ma non contro la caccia in sé. Il non vegetariano contro la caccia è solo un chiaro esempio di logica di comodo.