Ha senso parlare di fede razionale? Per molti la fede è infatti su un piano parallelo alla ragione, anche se nessuno sa definire esattamente che piano sia, quanto distante sia dalla ragione ecc. In realtà, con un’analisi psicologica del fedele si scopre che la fede classica non è altro che un modo di chiudere la discussione a favore di una tesi: visto che la ragione non ci arriva, io credo per fede! Solo che, non avvalendosi di una fede razionale, si può credere a tutto! Una visione un po’ più sofisticata è quella di chi esamina tutta una serie di prove e decide per fede per una tesi, conscio che comunque restano dei dubbi (quindi la decisione non è “oltre ogni ragionevole dubbio”). Anche in questo caso, l’educazione e la psicologia del soggetto entrano pesantemente in gioco nell’esame delle prove e nella decisione finale. Classico il caso di chi per decidere per fede dell’esistenza di Dio si limita a considerazioni sull’origine dell’universo e, da un lato, decide che Dio esiste (“Chi ha inventato tutto questo?”) o, dall’altro, che non esiste (“Per spiegare l’origine dell’universo Dio non serve”). Applicando la razionalità al problema dell’esistenza di Dio, non si può che concludere che ciò che si deve ricercare non è una dimostrazione, ma una coerenza. Per capire l’importanza della coerenza, ecco un esempio concreto che dimostra come una fede possa essere razionale.
Fede razionale: un esempio concreto
A uno zoologo (quindi a uno scienziato) viene affidato il compito di censire i caprioli esistenti in un grande parco nazionale; decide di servirsi di una squadra di volontari che rintracciano gli animali, li narcotizzano e applicano loro un bracciale che li identifichi (per evitare duplicazioni). Dopo una settimana sono 85 i caprioli censiti, nella seconda ne vengono censiti altri 20, nella terza solo 12, ma nella quarta 13; nella quinta solo due. Lo zoologo si pone il problema: continuiamo per un’altra settimana o sospendiamo il conteggio a 132 esemplari? Nonostante sia uno scenario concreto, in quell’istante, la decisione deve essere presa per fede. Non è possibile dire “in teoria sarebbe possibile, coinvolgendo milioni di volontari, sapere il numero esatto di caprioli”; in quell’istante, lo zoologo, che è una persona razionale, deve decidere: mi fermo o continuo? La fede che esprimerà sarà razionale se coerente con i suoi convincimenti, con i suoi comportamenti, con sé stesso.

Il concetto di fede razionale potrebbe sembrare un ossimoro, ma non lo è
Come scienziato non sarebbe coerente se decidesse di sospendere il censimento perché deve andare a una partita di calcio oppure se decidesse di continuare perché l’oroscopo gli ha predetto una giornata fortunata. Quindi,
condizione necessaria e sufficiente perché la fede sia razionale è che sia coerente,
cioè che non porti a contraddizioni. Per esempio il paradosso di Buechner smonta la fede in un “Dio buono”.
In altri termini,
una fede è razionale se non è in contrasto con la ragione
una fede non razionale è solo superstizione.
Per approfondire gli aspetti religiosi si veda l’articolo sulla fede.