La disinformazione è la diffusione intenzionale di notizie o informazioni inesatte o distorte (fake news) per influenzare le azioni e le scelte di qualcuno oppure la mancanza di informazioni su un dato argomento che porta il soggetto a male interpretare la realtà. Questi i significati più comuni del termine Per la raziologia, la prima definizione è detta disinformazione di prima specie, mentre la seconda chiarisce la disinformazione di seconda specie.
L’importanza dell’informazione
Nel 2001 Stiglitz, Spence e Akerlof ricevettero il Nobel per l’economia per i loro studi sui mercati con asimmetria d’informazione (in cui cioè certi attori economici hanno un vantaggio di informazioni rispetto alla loro controparte). Akerlof ha dimostrato che, se i venditori possiedono maggiori informazioni sulla qualità del prodotto rispetto agli acquirenti, vengono scambiati solo i prodotti di scarsa qualità (antiselezione). Stiglitz studiò il problema dell’antiselezione di chi possiede una minore quantità di informazioni, mentre Spence studiò lo stesso problema dal punto di vista degli attori più informati. Ciò che ha dimostrato (non solo ipotizzato) Akerlof è di un’importanza fondamentale nel mondo del benessere: tradotto in termini più terra terra, significa che, se ho maggiore informazione, sono in grado di vendere anche schifezze. L’importanza di un’informazione corretta diventa perciò non solo auspicabile, ma una necessità con priorità altissima. Purtroppo il termine “corretta” è decisamente riduttivo. Tutti sono portati a pensare che un’informazione possa essere corretta oppure errata. In realtà, con questa distinzione si è solo al primo stadio dell’analisi.
La disinformazione
Nel linguaggio comune il termine disinformazione si identifica con quella di prima specie, ma spesso non è chiaro capirne i trucchi. Partiamo dicendo che per fare disinformazione si può agire sui dati o sull’elaborazione di essi. Pertanto avremo i seguenti casi:
- dati mancanti
- dati non corretti
- elaborazione razionalmente errata.
La disinformazione di tipo a) è analoga a quella di seconda specie, ma qui l’informazione viene diffusa ad altri inducendoli in errore. Si ha in tutti quei casi in cui mancano dati numerici che vengono sostituiti da generici ragionamenti, apparentemente plausibili. Provate a leggere l’articolo sulla disinformazione salutistica e vedrete che nella demonizzazione di latte e zucchero si usa spesso una disinformazione di tipo a). Quella di tipo b) è quella più facile da scoprire perché in teoria basta confutare i dati, proponendo quelli esatti. In pratica, spesso, tale confutazione non è facilissima perché i dati hanno un margine di variabilità anche ampio all’interno del quale conta anche l’interpretazione di essi.

L’Italia è uno dei Paesi più colpiti dalla disinformazione
La disinformazione di tipo c) è quella più difficile da trattare perché per smascherarla è necessario scoprire l’errore razionale che ne sta alla base; va da sé che chi non ha sufficienti basi di raziologia verrà regolarmente infinocchiato. I casi sono talmente tanti che abbiamo una pagina ad hoc (gli OSCAR) per mostrare i tanti casi che riguardano la vita di tutti i giorni. Accanto alla disinformazione esistono due altri fenomeni correlati:
- la seminformazione – Consiste nella diffusione di un’informazione vera, ma fuorviante, facendo in modo che l’ascoltatore deduca erroneamente una serie di proposizioni sbagliate.
- L’informazione soft – In tutti quei casi in cui c’è una variabile, si propone come valore della variabile la soluzione che meno scontenta l’interlocutore.
Disinformazione, seminformazione e informazione soft si mischiano poi ottenendo semplicemente una cattiva informazione. È il caso del business delle intolleranze, partito dalla considerazione scientifica dell’esistenza di intolleranze al glutine e al lattosio (le uniche provate con test ufficiali), approdato alla definizione di migliaia di (false) intolleranze (disinformazione), sulle quali si costruisce il miglioramento della qualità della vita di molti soggetti soft (informazione soft: prova a eliminare dalla tua vita pasta, formaggi, salumi ecc. e vedrai che starai meglio).
Per approfondire
- L’informazione in rete
- Esempi di disinformazione