Il concetto di conformismo ha varie sfumature che vanno dal positivo al decisamente negativo. Di per sé dovrebbe essere neutro, poiché il significato indica la tendenza a conformarsi, anche parzialmente o esteriormente, a idee e usanze prevalenti socialmente e politicamente. Secondo alcuni il conformismo sarebbe un tratto psicologico innato che si manifesta oggi con chiarezza nella moda, nel tifo sportivo, nelle manie collettive e, a livello di scelta razionale, nel ragionamento per senso comune (o errore ad populum) o nell’errore ad numerum. Come esempio di conformismo, un problema che riguarda almeno i tre quarti della popolazione italiana: tutti parlano di Gesù, ma chi ha approfondito le prove della sua esistenza storica? Fra coloro che si professano cattolici, al massimo il 10% ha approfondito; tutti gli altri, invece, si limitano a credere perché la loro comunità è cattolica o perché nel mondo i cristiani sono più di un miliardo! Nel tempo, il termine conformismo è stato decisamente frainteso, accostandolo a un’altra locuzione, effetto gregge (comportamento del gregge), anche questa spesso usata a sproposito.

Il conformismo può essere un’incredibile arma di difesa dalle avversità; si tratta però di applicarlo comunque con spirito critico
L’effetto gregge (comportamento del gregge)
L’espressione è stata introdotta dal biologo evoluzionista William Donald Hamilton (Geometria del gregge egoista, 1971) e indica il comportamento del gregge di animali che sfuggono a un predatore: nella fuga c’è una chiara strategia individuale perché ogni animale minimizza i rischi cercando di rimanere al centro del gruppo; il comportamento comune non deriva (come nell’usuale accezione di conformismo) da un “copiare l’altro”, ma da un’intelligenza scelta personale. Il fraintendimento che porta molti a ritenere l’espressione comportamento del gregge come esempio di scarsa intelligenza (i “pecoroni”) nasce dal fatto che il gregge sembra agire come un tutt’uno, magari perché si segue un capo (che in realtà non c’è perché i singoli animali agiscono egoisticamente).
Il conformismo (effetto gregge in psicologia)
Come detto, nelle comunità umane si tende a considerare l’effetto gregge come negativo, perché la folla viene vista come un gregge di pecore (animali istintivamente giudicati deboli e poco competitivi, per esempio contro un branco di lupi) e i singoli componenti indicati come pecoroni. In economia (finanza comportamentale) l’effetto gregge spiega le bolle speculative dove moltissimi investitori seguono criticamente le stesse indicazioni di investimento. In sociologia l’effetto gregge spiega il razzismo e la persecuzione delle minoranze oppure la violenza di gruppi in manifestazioni ecc.
Per capire il grande fraintendimento della locuzione usata da Hamilton in etologia, si deve comprendere la differenza: nel branco di animali in fuga ognuno agisce per sé mentre negli esempi sociologici ed economici sopra descritti i “pecoroni” seguono uno o più capi. In sostanza, il conformismo ha una valenza negativa quando il soggetto segue acriticamente, in modo passivo, senza un approfondimento del problema chi gli indica una strada. Eticamente, è ulteriormente condannabile se questo comportamento acritico è attuato solo per raggiungere uno scopo personale più o meno immediato (ricadendo parzialmente nell’egoismo suggerito da Hamilton, ma con la differenza che la strada viene indicata da altri, non nasce da un interiore istinto di sopravvivenza).
Il conformismo (effetto gregge in finanza)
Nella finanza comportamentale il conformismo descrive l’errore di chi copia gli investimenti da quelli di amici o conoscenti; altri vengono decisi in base a testimonial più o meno affidabili. Troppo spesso si tende a vedere solo gli aspetti negativi del conformismo, senza comprendere che può essere un’incredibile arma di difesa dalle avversità; si tratta di applicarla con spirito critico.
Se per esempio c’è un incendio, il limitarsi a seguire gli altri potrebbe rivelarsi fatale per un intasamento che ci impedisce di salvarci; meglio prevenire l’intasamento e dirigersi verso uscite di emergenza più lontane, ma libere. Viceversa, scegliere un ristorante perché è pieno di persone (mentre quello accanto è quasi vuoto) può comportare l’aspettare un po’, ma garantisce probabilmente un’ottima qualità del cibo. Tuttavia, se l’appartenenza al gruppo può garantire sicurezza, protezione e quindi maggiori possibilità di sopravvivenza, può anche spingerci nella trappola delle bolle speculative: dai bulbi di tulipano nell’Olanda del XVII secolo, agli immobili giapponesi vent’anni fa, fino alle azioni Internet che caratterizzarono il periodo fra il 1997 e il 2001. Oppure ci fa perdere l’opportunità di acquistare un titolo molto interessante solo perché tutti lo stanno vendendo. Quanto ha pesato la mania collettiva nella decisione di comprare a mani basse i titoli della new economy (la cosiddetta bolla tecnologica gonfiatasi a dismisura per poi scoppiare nel 2001) o di “farsi la casa” con mutui stratosferici (crisi immobiliare del 2008)?
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