La locuzione cognizione di causa indica la capacità di parlare di un argomento essendone pienamente informati. Ci sono tante ragioni per cui le persone “parlano a vanvera” senza possederla e il loro elenco e il loro studio esula da questo articolo. Ne cito comunque qualcuna per farvi capire la dimensione del problema.
- Il soggetto è un semplicistico che pensa che, dopo aver semplificato tutto quello che ha intorno, sia in grado di applicare a ogni cosa la sua visione semplificata. Caso classico di chi pensa che la natura sia buona (fallacia naturalistica) e anche per le malattie più terribili propone il decotto di questa o quella erba.
- Il soggetto parla per logica di comodo, distorce la realtà (che comunque non conosce bene) per arrivare a un risultato a lui favorevole dal punto di vista pratico.
- Il soggetto (un apparente) vuole apparire colto, preparato, salire in cattedra, millantando conoscenze che non ha.
Con o senza cognizione di causa
Le due locuzioni, con cognizione di causa e senza cognizione di causa, si riferiscono alle due facce della medaglia. Spesso però la conoscenza dell’argomento da parte di chi parla è appena sufficiente. Se si rilegge la definizione, dovrebbe colpire l’avverbio pienamente. In altri termini, il piatto della bilancia pende spesso dalla parte del senza, perché solo chi è esperto può esporre una reale informazione sulla materia trattata. Parlare con cognizione di causa significa pertanto essere esperti dell’argomento di cui si parla.
La locuzione corrisponde all’espressione latina ex professo (con competenza, ma anche di proposito, intenzionalmente) che era utilizzata di persona che conosce perfettamente la propria arte o scienza.

Parlare con cognizione di causa, di qualsiasi argomento, significa conoscerlo e conoscere il contesto
Traduzioni
- Inglese – Knowledgeably
- Francese – En connaissance de cause
- Spagnolo – Con conocimiento de causa