Per il senso comune l’affidabilità di un soggetto è tanto maggiore quanto migliori sono i risultati che ottiene. Questo è un grossolano errore basato sull’ignoranza statistica della popolazione e ciò spiega, per esempio, l’importanza dell’effetto risultato. In realtà è affidabile chi esprime correttamente la probabilità di non sbagliare. Consideriamo due meteorologi, A e B. Il primo indica che nel week-end all’80% ci sarà il sole; il secondo che ci sarà il sole. Entrambi praticamente dicono la stessa cosa; in base alle loro informazioni, se devo decidere se andare al mare, probabilmente ci andrò. Il metereologo A sembra però più affidabile perché mi dà un contenuto d’informazione maggiore (la probabilità), anche se B è più rassicurante e potrei addirittura preferirlo, soprattutto se sono solito vivere nell’illusione della certezza. Ogni settimana la previsione si ripete. Se si verificano le previsioni di un anno e si scopre che A ci ha azzeccato all’80%, A è affidabilissimo, B sicuramente meno (lui ragiona con il 100%). Chi ha capito la definizione giudicherà più affidabile chi azzecca al 65% dicendo che mediamente ha il 65% di probabilità di azzeccarci piuttosto che chi, ottimisticamente, si mostra sempre sicuro al 100% e azzeccherà al 70%. Traducendo il tutto in termini di informazione, si potrebbe dire che
una fonte è tanto più affidabile quanto più è coerente,
priva di contraddizioni e di errori: promette ciò che dice, anche se magari dice poco. Occorre quindi distinguere l’affidabilità da altre grandezze:
- la mole, cioè la quantità delle informazioni
- l’autorevolezza, cioè il presunto grado di esperienza e di preparazione
- la pertinenza, cioè la relazione fra l’argomento e la sua trattazione.
Nessuna di queste tre grandezze è automaticamente sinonimo di affidabilità. La mole delle informazioni fa riferimento alla quantità di esse, ma è scorretto dare per scontata la trasformazione della quantità in qualità. Un esempio classico è giudicare la bontà di un libro su un argomento solo dal numero di pagine che ha! L’autorevolezza è spesso equivalente al titolo (scolastico o di altra origine) di chi tratta l’argomento. Non a caso, in una parte della popolazione esiste ancora oggi un timore reverenziale verso persone (il laureato o addirittura lo specializzato) o mezzi mediatici che fa esclamare frasi del tipo “me lo ha detto il medico”, “l’ho letto sul giornale”, “l’ha detto la televisione”. Si potrebbero citare centinaia di esempi in cui l’autorevolezza della fonte non è affatto garanzia di affidabilità della stessa. La pertinenza indica spesso la “buona volontà” di trattare un argomento, ma essere volonterosi non significa essere affidabili.

La traduzione di “affidabilità” in inglese è “reliability”
Come verificare l’affidabilità?
Non è possibile assegnare voti o indici numerici all’affidabilità, ma, operando al negativo, sarà possibile evidenziare chi affidabile non è. Per farlo ci serviremo del Ma se…. Vediamo un’applicazione della strategia allo strumento del futuro per eccellenza, Internet. Preoccuparsi dell’affidabilità è la prima cosa che deve fare chi naviga fra i siti o vuole costruirne uno proprio o vuole semplicemente aprire un blog. Per approfondire L’informazione in Rete.