Morandi è sempre stato uno dei personaggi pubblici ritenuti vicini a uno stile di vita da top people. Non tanto perché ha avuto successo quanto per la semplicità unita a un ottimo stile di vita. Non l’ho mai conosciuto quindi non posso dirvi di più, ma, credetemi, la maggior parte dei personaggi pubblici vengono bocciati anche senza conoscerli.
Il mito è però crollato (beh, diciamo incrinato…) alla maratona di New York 2018 Morandi ha finito la prova in 5h47′. Grandi lodi sui social per uno di 73 anni che finisce la maratona. Probabilmente lodi di perfetti ignoranti della corsa. Vediamo il perché.
- Per correre una maratona in quasi sei ore c’era bisogno di andare a New York (non penso che Morandi ci sia andato da turista che non ha mai visto il mondo)? Vedasi l’articolo sulla nycmania.
- Se non ricordo male una decina di anni fa, il nostro correva in meno di 4 ore. Un peggioramento certo dovuto all’età, ma anche al fatto che probabilmente Morandi non è più allenato come una volta. Cosa scatta quindi nel partecipare a una maratona per finirla con un tempo per lui comunque pessimo? Secondo me, scatta una sorta di bonus per l’immortalità: corro una maratona, mi basta finirla e sono ancora giovane! Non a caso il titolo del Corriere s’intitola “Eterno Morandi!”. Non a caso Gianni ha corso insieme a un podista bolognese con sei bypass, un altro che si è accorto probabilmente troppo tardi dell’importanza di un buon stile di vita e ora interpreta la maratona come assicurazione per l’immortalità. Ricordo che nel 1987 Saverio Pallucca, dopo un trapianto, si allenò per la maratona, la corse (ovviamente a New York), ma morì prematuramente 13 anni dopo (per chi non lo sapesse, purtroppo il trapianto di cuore non assicura una vita “normale” tanto che in letteratura c’è un unico caso di trapianto di cuore pediatrico in cui il paziente è vivo dopo 30 anni). Insomma, va bene essere e sentirsi ancora vivi, è bellissimo, ma la corsa non deve servire per “nascondere” l’età o la propria condizione di salute.
- Il tempo di Morandi non è granché. Quindi non avrebbe più senso cimentarsi nel tentare di superare il test del moribondo visto che, in teoria in base al tempo sulla maratona, Morandi non ce la farebbe mai a correre 10 km in un’ora? Non voglio confrontare il tempo di Morandi con i vertici mondiali attorno alle 3 ore, cioè quasi la metà del tempo, ma sul sito ufficiale della maratona si dà anche il tempo corretto in base all’età. Quello di Morandi è 4h08′.
- Va bene, ma, se la vuole correre, la corra la maratona! Ok, ma ora arriva la critica più importante che faccio sempre anche a 30-40enni. Per farlo con qualunque tempo e dove si voglia, ci deve essere almeno il rispetto per sé stessi e per il proprio fisico, senza finire strisciando. Ho sempre detto che in una maratona corsa in modo intelligente la seconda metà è uguale alla prima parte, o addirittura più veloce, proprio come fanno i professionisti. Morandi ha corso la prima metà in 2h34′ e la seconda in 3h13′. Addirittura, gli ultimi due km in 20 minuti. Se si guardano i tempi si vede che praticamente ha “corso” gli ultimi 12 km a 10’/km, cioè a 6 km l’ora, praticamente ha camminato. Il mio amico, Giuseppe Petri, uno dei più grandi cacciatori che ho conosciuto, a 83 anni in campagna (non su asfalto) va a quell’andatura per alcune ore. Non so se lui riuscirebbe a sostenere il passo per una maratona, ma lui per sentirsi ancora vivo non ha bisogno di andare a New York a correre una maratona, gli basta rincorrere il suo iperveloce setter nella campagna attorno a dove abita.
Dopo la prima giornata di condivisione con Facebook questo articolo ha avuto 51 approvazioni e 6 condanne, per fortuna molti di corsa ne capiscono.
- X mi condanna perché non ho considerato la semplice gioia di correre. Per la “semplice” gioia non si va a New York, a me basta correre sull’argine del Po.
- Y mi dice che forse ha solo accompagnato l’amico. Se così fosse, non si sarebbe mostrato trionfante davanti alle telecamere e in ogni caso, se avessi un amico con 6 bypass, gli sconsiglierei di correre una maratona se la finisce così male.
- Z mi dice che correre una maratona a 73 anni non è da tutti. Peccato che ci sia riuscito anche un ultranovantenne con un tempo analogo.
Alcuni dicono che l’articolo è inutilmente meschino. Meschino è volere far apparire eroico ciò che è del tutto normale.