Il viburno e una pianta della famiglia delle Caprifoliacee; il genere Viburnum comprende più di un centinaio di specie anche molto diverse tra loro. I viburni, infatti, possono essere semplici arbusti o veri e propri alberi (fino a 5 metri di altezza), sia sempreverdi sia decidui, quasi sempre resistenti al freddo intenso.
Classificazione – Genere: Viburnum; famiglia: Caprifoliacee.
Origine – Il viburno è originario dell’Europa, America e Asia.
Habitat – L’habitat naturale di queste piante è rappresentato dai boschi delle aree temperate del mondo, dall’Asia all’America meridionale.
Usi – L’utilizzo che si fa in giardino dei viburni è quello di costruire siepi o bordure arbustive. Visto il loro portamento libero con rami spesso arcuati, non sono molto adatti in giardini formali ma in quelli con bordure miste e piccoli boschi. Molte specie sono autosterili quindi se si vuole la produzione delle bacche conviene piantare più esemplari vicini.
Etimologia – L’etimologia del nome generico non è chiara; alcuni autori ipotizzano che il termine Viburnum derivi dal latino viere, ovvero legare, unire, con probabile riferimento e alla flessibilità delle piante di questo genere.
Altri nomi – Si veda il paragrafo Specie principali.
Indice
- Viburno – Specie principali
- Viburno palla di neve
- Viburno tino
- Viburno – Altre specie
- Viburno – Coltivazione

Fiori di un Viburnum opulus lucidum
Viburno – Specie principali
Esistono varie specie di viburno che possono trovare spazio nei giardini italiani. Le più conosciute sono:
- il viburno palla di neve (Viburnum opulus) chiamato anche “pallon di maggio”, per la forma globosa dei suoi fiori che compaiono appunto intorno a maggio.
- il viburno tino, o lauro tino (Viburnum tinus)
- il viburno lantana (Viburnum lantana)
- il viburno giapponese (Viburnum japonicum), sempreverde.
- Il viburno acero (Viburnum acerifolium), o viburno a foglia d’acero, che come dice il nome ha le foglie simili a quelle dell’acero campestre (trilobate).

I fiori di un Viburnum opulus
Volendo scegliere uno o più esemplari di viburno da mettere a dimora in giardino, vediamo quali sono i criteri per scegliere le varie specie. Si tratta il più delle volte di criteri estetici, in quanto le cure colturali dei viburni sono molto simili e la loro scelta è fatta di solito in base al colore e forma dei fiori, delle bacche e dall’aspetto e portamento della chioma.
Viburno palla di neve (Viburnum opulus)
Il viburno palla di neve è forse il più conosciuto per la bellezza delle sue infiorescenze che assumono appunto la forma di palla, dal diametro che può arrivare anche otto centimetri. I fiori sono seguiti da frutti sferici carnosi di un colore rosso brillante. Originario dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia settentrionale è molto resistente al freddo ed è un’ottima scelta per mettere a dimora un arbusto vigoroso ed dalla crescita veloce. Anche le foglie del Viburnum opulus ricordano quelle dell’acero: hanno tre lobi, sono lunghe fino a dieci centimetri e cambiano colore in autunno virando verso il rosso. Il viburno palla di neve è una pianta decidua.
Il Viburnum opulus lucidum è quello che viene chiamato comunemente viburno lucido, per la brillantezza delle sue foglie.
Viburno tino
Il viburno tino (Viburnum tinus) è un arbusto sempreverde molto compatto dalle foglie lunghe e strette di colore verde scuro. Caratterizzato da una fioritura precoce a fine inverno o inizio primavera, ha fiori piatti e molto piccoli riuniti in inflorescenze portate sull’apice dei rami. I frutti sono di colore nero o blu scuro lunghi fino a sei millimetri. Esiste anche la varietà di fiori rosa (Eve Price), oppure bianchi sfumate di rosa (Gwellian). Del viburno tino esiste anche una varietà variegata (Viburnum tinus var. variegatum) in cui le foglie sono di un verde più chiaro e con il margine colorato di un giallo crema. Come tutte le piante variegate, ha bisogno di un maggiore riparo dalla luce diretta del sole rispetto alle piante dalle foglie di un verde uniforme, pertanto conviene metterlo a dimora in un’esposizione a mezz’ombra.

Viburnum tinus
Altre specie
Il viburno lantana (Viburnum lantana) è un albero deciduo molto vigoroso che si distingue per le foglie dentate lunghe fino a dodici centimetri. I fiori sbocciano all’inizio dell’estate e sono bianchi seguiti da frutti rossi, che diventano neri quando sono maturi. Di questa verità esiste una versione compatta (Mohican) adatta alle bordure basse, alle aiuole e ai vasi.
Il viburno giapponese (Viburnum japonicum) è un sempreverde che può superare due metri di altezza: le foglie sono coriacee arrotondate di un bel verde lucido scuro lunghe fino a quindici centimetri. I fiori sono molto profumati, bianchi seguiti da frutti che rimangono sulla pianta per l’intero inverno.
Infine il viburno acero (Viburnum acerifolium) si contraddistingue per la varianza cromatica delle foglie in grado di passare in autunno dall’arancione al rosso acceso. Originario dell’America del nord è abbastanza compatto in quanto può raggiungere l’altezza massima di uno-due metri.

Viburno lantana (Viburnum lantana)

Fiori di viburno giapponese (Viburnum japonicum)

Viburno acero (Viburnum acerifolium)
Viburno – Coltivazione
In giardino, sono coltivati per la bellezza del fogliame, dei fiori e, in alcune specie, per le bacche che resistono a lungo sulla pianta nei mesi invernali. Le foglie possono essere intere o dal margine dentato e spesso assumono una colorazione rossastra in autunno. I fiori sono quasi sempre nelle tonalità dal bianco al rosa, e possono assumere forme molto diverse tra loro. In genere sono raccolti in pannocchie e spuntano sugli apici dei rami oppure nelle ascelle delle foglie. I piccoli fiori sono raccolti in infiorescenze piatte o di forma arrotondata (alcuni richiamano come aspetto quelli delle ortensie). I frutti sono bacche rotonde o leggermente allungate e possono essere di colore rosso, blu o nero. Le bacche dei viburni sono leggermente tossiche e possono causare mal di stomaco se ingeriti; pertanto bisogna fare attenzione all’eventuale presenza di bambini e animali.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Da 1 a 5 m di altezza a seconda delle specie;
Tempo altezza massima – 10 anni circa.
Esposizione – L’esposizione corretta è quella in pieno sole o mezz’ombra.
Temperatura – I viburni tollerano temperature comprese tra -20 e 40 °C.
Terreno – Tutte le specie di viburno viste precedentemente non sono molto esigenti per quanto riguarda la loro coltivazione: hanno solo bisogno di un terreno moderatamente fertile, umido, ma ben drenato. Solo il viburno lantana ha bisogno di un terreno specifico, non calcareo.
Fioritura – Varia a seconda delle specie; alcune fioriscono alla fine dell’inverno o all’inizio della primavera; altre ancora fioriscono a primavera inoltrata, mentre altre nel corso della stagione estiva.
Annaffiatura – Non necessitano di irrigazioni abbondanti; è sufficiente mantenere leggermente umido il terreno.
Concimazione – Per una buona fruttificazione, è sufficiente una concimazione organica una volta l’anno, in autunno.
Potatura – Le specie di viburno sempreverdi si potano fine inverno o inizio primavera quando la pianta è ancora in riposo vegetativo. Le specie decidue invece si potano ogni anno dopo la fioritura. In ogni caso i viburni non hanno bisogno di una potatura molto drastica, anche se le varietà decidue la tollerano senza problema. Spesso è sufficiente eliminare i rami disordinati e i getti sporgenti. Nel caso di fioriture copiose è possibile eliminare i fiori secchi con regolarità, nel caso non si volessero avere le bacche al termine del ciclo vegetativo.
Moltiplicazione e impianto – I viburni si possono propagare per seme o per talea, di tipo erbaceo per quelli decidui o semi legnose per quelli sempreverdi.
Malattie – I viburni possono essere attaccati da afidi e da funghi (armillaria e macchie fogliari). Il viburno tino è soggetto anche ad attacchi della mosca bianca.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.