La tamerice è una pianta della famiglia delle Tamaricacee. Il genere Tamarix contiene più di una cinquantina di specie.
Classificazione – Genere: Tamarix; famiglia: Tamaricacee.
Origine – Il genere Tamarix è originario delle zone sabbiose e salmastre di India, Cina ed Europa meridionale.
Habitat – L’origine del nome (vedi Etimologia) fa riferimento all’habitat naturale delle tamerici, zone costiere asciutte o paludose-salmastre del Mediterraneo, dell’Asia orientale e dell’India.
Usi – Si coltivano per l’aspetto ornamentale del fogliame piumoso e dei piccoli fiori, raccolti in racemi. Vista la loro resistenza ai venti marini, si usano nelle zone costiere come frangivento, anche nelle aree particolarmente esposte, visto che resistono molto bene ai venti caldi e forti. Sono invece più sensibili ai venti freddi del nord.
Etimologia – Il nome tamerice sembra derivare da quello dell’antico fiume Támaris (Tambre) della Galizia, nel nord della Spagna o dall’arabo tamar (palma) o dall’ebraico tamaris (= scopa), perché in passato i suoi ramoscelli erano usati come ramazza.
Curiosità – La pianta è stata spesso citata dai poeti: si ritrova infatti negli scritti di Virgilio, Pascoli, Montale e D’Annunzio (si veda per esempio la celebre poesia La pioggia nel pineto).
Indice

La tamerice è particolarmente adatta ai climi marini
Tamerice – Specie principali
Le specie d’interesse per la flora italiana sono la Tamarix gallica (o tamerice comune) e la Tamarix ramosissima. Si tratta anche delle specie che più facilmente si possono trovare nei garden center o nei vivai specializzati.
Tamarix gallica o tamerice comune – La tamerice comune è una pianta che può assumere l’aspetto di un grande cespuglio o albero deciduo (perde le foglie in inverno). La forma della chioma, di colore grigio- azzurrognolo, è globosa e arruffata, con un aspetto un po’ disordinato. In Italia si trova allo stato selvatico lungo le coste della Liguria, Romagna, Veneto, Toscana, Marche, Basilicata, Calabria e Sicilia. Si coltiva in posizione di pieno sole, in terreni leggeri e ben drenati. Il termine gallica fa riferimento alla regione della Francia in cui Linneo ne rilevò la presenza al momento della sua classificazione.
I fiori sono molti piccoli, di colore rosso o bianco, raccolti in racemi (infiorescenze a grappolo) e compaiono da aprile a giugno. I frutti sono capsule dotate di un pennacchio piumato per essere più facilmente dispersi sfruttando i venti.
La potatura è indispensabile per dare un minimo di ordine alla chioma ed evitare che si appesantisca troppo a maturità. Si tratta di una pianta d’interesse forestale, perché può essere impiegata per consolidare le dune e le scarpate esposte lungo la costa e ai venti marini. Viene spesso utilizzata anche per le alberature delle città costiere centro-meridionali. Una specie simile è la tamerice maggiore (Tamarix africana), diffusa sulle coste dell’Africa settentrionale e dell’Italia meridionale. Si differenzia per avere foglie più larghe con il margine traslucido, dall’aspetto trasparente.

I piccoli fiori di tamerice
Tamarix ramosissima – La Tamarix ramosissima ha dimensioni più compatte e assume la forma di un alberello espanso con rami arcuati, di colore rosso-marrone e foglie molto appuntite. Spettacolare è la sua fioritura rosso porpora, prodotta sui nuovi rami dell’anno, in estate. Pianta molto rustica, resiste a temperature molto basse (-20 gradi centigradi) e alla salsedine marina.
Le varietà più famose sono la Rubra e la Pink Cascade ma esiste anche una varietà a fiori bianchi (Hulsdonk white), in verità molto più difficile da reperire.

Tamarix ramosissima
Altre specie di tamerice
Oltre alle principali specie descritte precedentemente, si trovano in commercio anche altre possibili scelte.
La Tamarix parviflora, originaria dell’Europa orientale, è stata anche introdotta in America (particolarmente presente in California), ove è considerata una specie aliena invasiva. Il nome parviflora (da parvus, piccolo) fa riferimento alle dimensioni e all’esiguità dei fiori, in genere rosa e composti da soli quattro petali. Resiste anche ambienti salini e fiorisce a partire da marzo.
La Tamarix tetranda (o tamerice a quattro stami) con foglie più strette, quasi aghiformi, anch’essa è originaria dell’Europa sud orientale (Turchia, Bulgaria, Crimea). Tollera la salinità dei litorali costieri e fiorisce a partire da maggio-giugno.

Tamerice a fiori piccoli (Tamarix parviflora)

Tamerice a quattro stami o tamerice tetranda (Tamarix tetranda)
Tamerice – Coltivazione
Le caratteristiche di coltivazione generali sono identiche per le varie specie. Oltre all’impianto in giardino, la tamerice è una delle piante che con più successo sono coltivate come bonsai.
Visto il loro habitat naturale, le tamerici prediligono aree calde e terreni leggeri e sabbiosi, ma sanno resistere molto bene anche a inverni freddi, dal momento che sono considerate specie rustiche. L’estrema resistenza, le poche esigenze idriche (non necessitano quasi d’irrigazione) e la sostanziale mancanza di parassiti e malattie ne fanno una scelta ottimale in condizioni difficili o per giardini di bassa manutenzione. L’unica avvertenza è quella di non metterle a dimora in terreni pesanti, argillosi o con ristagni idrici. Solo raramente può essere attaccata dalla Metcalfa, un insetto che si nutre della linfa, e dal Cossus Cossus (insetto rodilegno), una farfalla le cui larve scavano lunghi canali nel fusto.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: da 1 a 10 m; larghezza: 4 m circa.
Tempo altezza massima – 20-30 anni circa.
Esposizione – L’esposizione della tamerice dev’essere in pieno sole.
Temperatura – Tollerano temperature tra -5 e 40 °C; alcune specie sopportano temperature bassissime, fino a -20 °C.
Terreno – Richiede un terreno leggero, ben drenato o sabbioso.
Fioritura – Varia a seconda delle specie; alcune fioriscono a partire da marzo, altre da aprile e altre ancora da maggio; la fioritura è più o meno prolungata sempre a seconda della specie.
Annaffiatura – Le irrigazioni possono essere quasi assenti.
Concimazione – La concimazione può essere fatta ogni due tre anni, a inizio primavera con concime organico.
Potatura – L’unica avvertenza è fare distinzione tra le tamerici a fioritura primaverile o estivo-autunnale, per sapere come comportarsi con la potatura. In quelle a fioritura primaverile, i fiori compaiono sui rami dell’anno precedente, quindi vanno potate ogni anno, appena dopo la fioritura, accorciando di poco i rami che hanno fiorito sopra la prima gemma, soprattutto negli esemplari a portamento arbustivo.
In quelle a fioritura tardo–estiva o autunnale, che fioriscono sui rami dell’anno corrente, la potatura può avvenire ogni anno, a fine inverno, quando le gemme cominciano a gonfiarsi. In ogni caso, per riordinare il portamento, si possono eliminare i getti vecchi alla base per stimolare la nuova vegetazione.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione può avvenire per seme o per talea legnosa in tardo autunno o inizio inverno.
Malattie – Pianta resistente, non ha malattie o parassiti degni di nota.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.