Il sambuco è una pianta perenne arbustiva appartenente alla famiglia delle Adoxacee (in passato, invece, il genere Sambucus, di cui fanno parte diverse specie, era classificato all’interno della famiglia delle Caprifoliacee). Sono due le più diffuse specie di sambuco, il Sambucus nigra e il Sambucus racemosa; la differenza principale fra le due specie è relativa al fogliame; entrambe sono piante decidue, ma il sambuco nero ha foglie di color verde brillante, picciolate, opposte e lunghe circa 30 cm; quello rosso ha foglie non sempre picciolate, di color verde chiaro nella pagina superiore e con della lanugine nella pagina inferiore. I frutti sono delle drupe che fanno la loro comparsa nel corso della stagione estive; quando sono mature hanno un colore viola-nerastro o rosso brillante.
Classificazione – Genere: Sambucus; famiglia: Adoxacee.
Origine – Il sambuco è originario dell’Europa e del Caucaso, anche se ormai è una pianta cosmopolita.
Habitat in Italia – Nel nostro Paese il sambuco cresce spontaneamente ed è molto diffuso; è comune vederlo lungo le siepi, nei boschi di pianura e in quelli submontani, nelle campagne e nelle periferie cittadine.
Usi – Il sambuco è la pianta ideale per giardini piuttosto grandi, ideale per delimitare un percorso; può essere associato a delle piante rampicanti con le quali può creare effetti suggestivi. Si tratta di una pianta che da tempo immemorabile è stata usata a scopi fitoterapici; le parti utilizzate sono i fiori, le bacche, le foglie e anche la corteccia; all’infuso ottenuto con i fiori si attribuiscono proprietà diaforetiche e lo si consiglia nel trattamento delle malattie che interessano l’apparato respiratorio; le bacche vengono utilizzate soprattutto per le loro proprietà lassative; la corteccia è impiegata per favorire la diuresi, mentre con le foglie si possono preparare impacchi per curare gli ascessi dentali.
Etimologia – Il nome del genere deriva da sambucus, nome latino del sambuco in Plinio e Columella; secondo alcuni autori il nome latino deriverebbe dal termine greco sambúke, sambuca, uno strumento musicale a corde che si ritiene venisse realizzato impiegando legno di sambuco; secondo altri, invece, per la somiglianza dei germogli epicormici del sambuco con le corde della sambuca.
Altri nomi – Il Sambucus nigra è detto anche sambuco comune, o sambuco nero, mentre il Sambucus racemosa è noto come sambuco rosso.
Curiosità – Al sambuco in passato furono attribuiti poteri magici, contro i demoni e le streghe.

Una pianta di sambuco rosso (Sambucus racemosa)
Sambuco – Coltivazione
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Il sambuco nero è una pianta arbustiva che in alcuni casi può raggiungere i 10 metri di altezza (più frequentemente si ferma sui 5-6 metri); quello rosso può arrivare al massimo ai 5 m.
Tempo altezza massima – Possono occorrere decine di anni prima che la pianta arrivi al suo massimo sviluppo in altezza.
Esposizione – Il sambuco è una pianta piuttosto semplice da coltivare; non ha una predilezione particolare per una determinata esposizione; questa pianta, infatti, sa adattarsi, infatti, sia alle lunghe esposizioni alla luce solare, sia alle zone a mezz’ombra.

Sambucus nigra – Il sambuco nero è noto anche come “sambuco comune”.
Temperatura – Il sambuco sopporta tranquillamente temperature molto fredde, ma tollera anche il caldo.
Terreno – Il sambuco nero è presente in tutta la nostra penisola fino a un’altezza di circa 1.400 m, predilige terreni freschi e fertili, soprattutto se ricchi di azoto; il sambuco rosso è più comune nelle regioni settentrionali ed è diffuso soprattutto fra i 1.000 e i 1.800 m di altezza circa, anche se si trovano esemplari fino ai 2.000 m.
Fioritura – I fiori del sambuco nero fanno la loro comparsa nel mese di aprile; quelli del sambuco rosso circa un mese più tardi.
Annaffiatura – Per quanto riguarda gli interventi di irrigazione, è necessario regolarsi con le caratteristiche climatiche della zona; nel caso il sambuco sia posizionato in un’area esposta per lungo tempo a sole e in un luogo dove le piogge sono scarse, è opportuno irrigare in modo da garantire una costante, seppur non eccessiva, umidità del terreno.
Nei luoghi dove le piogge sono abbastanza frequenti, non sono necessari interventi particolari.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione può essere effettuata sia per semina che tramite talea; nel primo caso si procede con l’interro di alcune bacche mature a una profondità di circa 3 cm; se si opta per la moltiplicazione tramite talea, si procederà prelevando in autunno delle talee lunghe circa 30 cm che andranno poste in un substrato ricco di sabbia e di torba; si effettuerà una leggera irrigazione e, a radicazione avvenuta (occorrono al massimo due mesi), si procede con il trapianto in terra
Concimazione – Per quel che concerne la concimazione, si può provvedere, in primavera e in estate, interrando dello stallatico maturo ai piedi della pianta.
Potatura – Gli interventi di potatura devono essere eseguiti più volte. Nel periodo che va da ottobre a febbraio si può procedere, su entrambe le varietà, con una potatura di ringiovanimento.
A marzo si procede invece con una potatura di ritorno più pesante. Vanno potati tutti i rami fino a una distanza di circa mezzo metro dal terreno; per i rami più piccoli si possono utilizzare le cesoie, se invece i rami sono molto grossi si userà una sega. Vanno mantenute le parti da cui iniziano le ramificazioni, in modo da garantire una certa lunghezza dei rami anche a potatura avvenuta.
I tagli effettuati vanno trattati con una pomata sigillante apposita per le potature.
Malattie – Per quanto riguarda le avversità, il sambuco ha ben poco da temere; è infatti una pianta che molto difficilmente subisce attacchi parassitari. Può essere però soggetta all’attacco dell’Ifantria americana.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.