Platycodon è il nome di un genere botanico della famiglia delle Campanulacee che comprende una sola specie, il Platycodon grandiflorus, una pianta erbacea perenne. Il termine platycodon è usato spesso in modo generico per indicare una delle varie forme o cultivar.
Classificazione – Genere: Platycodon; famiglia: Campanulacee.
Origine – La pianta è originaria delle aree montuose dell’Estremo Oriente, della Cina settentrionale e della Siberia.
Usi – La pianta è particolarmente adatta ai giardini rocciosi o come elemento frontale delle bordure delle aiuole; inoltre, si presta a fornire fiori recisi per abbellire la casa. Anche le foglie, alterne, portate su fusti eretti di colore blu-verde sono molto ornamentali.
Etimologia – Il nome del genere, Platycodon, deriva dall’unione dei termini greci platys (ampio, largo) e códon (campana), in riferimento alla tipica forma dei fiori. L’epiteto specifico, grandiflorus, deriva da grandis (grande) e da flos (fiore).
Altri nomi – Campanula cinese.
Curiosità – In Corea la radice della pianta, fresca o seccata, è un ingrediente spesso utilizzato nelle insalate della cucina coreana tradizionale.

I fiori di Platycodon grandiflorus sono lunghi fino a 5 cm circa
Platycodon grandiflorus: la pianta
Alcune forme o cultivar hanno leggere variazioni nel colore dei fiori: la forma albus porta fiori bianchi, la cultivar ‘Apoyama’ ha fiori che tendono al violetto. La cultivar ‘Mother of Pearl’ (anche detta ‘Permutterschale’) ha insoliti fiori rosa tenue. La cultivar ‘Sentimental blue’ ha uno sviluppo più limitato (30 cm massimo).
Platycodon grandiflorus – Coltivazione
Il Platycodon grandiflorus è coltivato nei giardini per la bellezza dei suoi fiori a campanula con i petali appuntiti, di colore azzurro, blu o rosa, raggruppati in mazzetti vistosi. I fiori sono portati su alti steli che potrebbero richiedere dei sostegni (tranne che nelle cultivar nane); può essere un’ottima scelta per abbellire il giardino roccioso o le aiuole. La sua coltivazione non è difficile, a patto di rispettare alcune indicazioni di massima.
Vita – Pianta perenne
Dimensioni – Altezza: 15-60 cm; larghezza: 60 cm.
Tempo altezza massima – 3 anni.
Esposizione – L’esposizione richiesta è quella in pieno sole o la mezz’ombra.
Temperatura – Le pianta è completamente rustica e resiste a temperature inferiori allo zero e a inverni rigidi.
Terreno – Il terreno dev’essere profondo, fertile, tenuto umido ma ben drenato e ricco di sostanze nutritive.
Fioritura – Se ben coltivata, la pianta fiorisce ininterrottamente da giugno a settembre.
Annaffiatura – Il terreno deve essere tenuto umido in primavera e in estate, specie nei mesi più caldi, con innaffiature regolari ma non troppo abbondanti, perché la pianta teme i ristagni idrici.
Concimazione – La pianta di platycodon necessita, per sostenere una fioritura ricca e continuata per tutta l’estate, di una concimazione regolare, con concime liquido a base di potassio ogni due settimane. Le concimazioni andranno sospese dopo settembre, fino alla primavera successiva.
Potatura – La pianta in genere non viene potata: durante la fioritura si rimuovono solo le foglie secche e i fiori appassiti per stimolarne l’emissione di nuovi.
Moltiplicazione e impianto – Il platycodon si propaga molto bene per seme. La semina può avvenire in vaso oppure direttamente nella posizione finale a primavera. I cespi possono essere divisi a fine estate. Si consideri che la pianta perenne, una volta diventata adulta, mal sopporta i trapianti e gli spostamenti di sede.
Malattie – La pianta di platycodon è molto rustica ma può essere attaccata da lumache e chiocciole. Nel caso, si consulti l’articolo Come allontanare le lumache da orto e giardino.

La forma albus ha fiori color bianco latte
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (platycodon, rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Platycodon grandiflorus. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.