Il platano è un albero della famiglia delle Platanacee: delle poche specie che comprende l’unico genere Platanus, una proviene dall’Europa sud-orientale, una dall’Asia e le rimanenti dall’America settentrionale e dal Messico. Si tratta di un albero imponente, coltivato per il suo sviluppo e la chioma espansa, e può arrivare fino ai 30-35 metri d’altezza. È molto utilizzato per le alberature dei grandi viali, anche per la sua resistenza all’inquinamento cittadino.
Le specie più comuni sono tre: il platano orientale (Platanus orientalis), il platano occidentale (Platanus occidentalis), e il platano comune o acerifolia (Platanus x acerifolia o Platanus x hispanica). La “x” nel nome latino indica che il platano comune è considerato un ibrido: secondo i botanici infatti sarebbe il risultato dell’ibridazione tra quello orientale e quello occidentale, ed è la specie più diffusa oggi anche a livello spontaneo in Italia.
In Italia sono presenti esemplari secolari molto importanti, come il Platano dei Cento Bersaglieri, un platano occidentale fatto risalire al 1370, a Caprino Veronese, alto 25 m con una circonferenza di 15 metri, o il Platano di Scopoli, all’Orto Botanico di Pavia, un platano acerifolia che, secondo una tradizione antica, fu piantato da Scopoli nel 1778 per commemorare la morte del grande botanico Linneo, padre della sistematica (cioè della moderna classificazione delle piante). Il platano di Scopoli è alto ben 55 metri e ha un diametro di più di sette metri all’altezza di un metro da terra.
La foglia di platano
In genere è molto facile riconoscere un platano, oltre che dal suo sviluppo, anche dalla foglia, dalla tipica di forma palmata-lobata. In nome della pianta deriva infatti dal greco platys, che significa largo, in relazione alla forma delle foglie piatta e allargata come il palmo di una mano. Le foglie, portate alterne lungo i rami, possono raggiungere anche i 25 cm e d’autunno assumono un colore giallo-dorato, molto ornamentale. Sono coriacee ma in autunno quando cadono a terra si decompongono facilmente. Una stessa pianta può portare foglie a 3, 5 o 7 lobi.
Il Platanus acerifolia
Come si deduce dall’epiteto specifico del nome latino, il platano acerifolia o platano comune (Platanus acerifolia) ha le foglie simili a quelle dell’acero. La corteccia è grigia, marrone o rossastra e si sfalda in lamine. I fiori sono poco appariscenti mentre i frutti, riuniti in grappoli, hanno una forma sferica e sono di colore verde, inizialmente, e marrone a maturità e sono dotati di ciuffi di peli che sono moderatamente allergenici (irritanti per la pelle o l’apparato respiratorio). I frutti rimangono sulla pianta tutto l’inverno e sono portati appesi in fila in gruppi di quattro. La pianta comparve per la prima volta in Europa nel XVII secolo nella penisola iberica, anche se secondo alcune fonti, sembra che fosse già coltivato in Gran Bretagna nell’orto botanico di Oxford intorno al 1670.
Il platano orientale
Originario dell’Europa sud-orientale, il platano oreintale è molto coltivato in Asia. La corteccia è grigia, marrone o rossastra e si sfalda in lamine. I fiori maschili e femminili sono portati separatamente sulla stessa pianta (gialli quelli maschili, rossastri quelli femminili), ma anche nel platano orientale, come in quello acerifolia, sono poco appariscenti. I frutti si presentano in gruppi di sei e persistono per tutto l’inverno. I suoi habitat naturali sono boschi umidi e rive di fiumi. Il platano orientale era probabilmente la specie di platano sacra a Giove nell’antica Grecia.
Il platano occidentale
Molto simile ai due precedenti, il platano occidentale si discosta leggermente per la forma delle foglie con lobi meno profondi, in genere terminanti a punta con una dentellatura accentuata. Le foglie in genere presentano solo tre lobi con l’attaccatura alla base del picciolo a forma di cuore. Anche il platano occidentale ha come habitat luoghi umidi e boschi, ed è originario dell’America.
La coltivazione
Non è facile coltivare un platano in giardino, perché occorre uno spazio veramente importante: inoltre, a causa dell’apparato radicale molto potente, non va assolutamente piantato vicino a case, mura o tubazioni (distanza minima almeno sei metri). Il platano predilige terreni umidi e freschi, fertili, e l’esposizione in pieno sole. Vive molto bene nei terreni argillosi, e nelle aree con estati calde, pur essendo resistente al freddo, del tutto rustico.
Il platano è anche una specie d’interesse per la selvicoltura, e viene utilizzato per il suo legno (in particolare quello comune e quello occidentale), per realizzare oggetti e mobili. La piantaè oggetto all’attacco di molte malattie e di parassiti (carie bianca, antracnosi, ifantria americana, oidio, ecc..); tuttavia la malattia più grave è il cancro colorato.
Il cancro colorato del platano
Il cancro colorato colorato è una malattia diffusa in tutta Europa e anche in Italia causata da un agente patogeno, il Ceratocystis platani, un fungo che provoca una malattia mortale per la pianta e che porta al disseccamento dell’intera chioma. La presenza del fungo è evidente dalle chiazze colorate color rossiccio (da cui il nome) che compaiono sulla corteccia e dal contemporaneo disseccamento delle foglie. L’infezione è così grave che dal 1998 è obbligo di legge provvedere alla disinfestazione seguendo un rigido protocollo, che prevede, tra le altre norme, anche l’obbligo di abbattere la pianta infetta e le due laterali poste sino a 12 metri, delimitando la zona di abbattimento per evitare che si passi sulla zona contaminata dal fungo e dalla segatura dei tronchi abbattuti. Inoltre si devono trasportare il materiale di taglio e la segatura in sacchi chiusi, fino all’area in cui saranno smaltiti, bruciandoli. Naturalmente anche gli attrezzi usati per il taglio dovranno essere accuratamente disinfettati. Nel dubbio di avere un platano colpito dal fungo Ceratocystis platani, occorre rivolgersi a personale specializzato che conosce il rigido protocollo per eliminare le piante e per smaltire il materiale infetto, per evitare la propagazione della malattia.