Le piante acquatiche, chiamate anche idrofite, sono piante che si sono adattate a vivere sommerse o galleggianti nell’acqua perché hanno un fabbisogno idrico elevatissimo.
Le piante acquatiche sono piante vascolari, sia Angiosperme sia Gimnosperme. Le Alghe, nonostante l’apparenza, non vengono considerate piante acquatiche, perché sono organismi privi di veri e propri tessuti di conduzione.
L’adattamento all’ambiente acquatico determina le particolari caratteristiche di queste piante:
- cuticola molto sottile o assente
- mancanza di ampie zone di tessuti di sostegno in quanto la spinta idrostatica dell’acqua le sostiene
- radici specializzate nella cattura di ossigeno
- radici assorbenti piccole e poco attive
- tessuti aeriferi con funzione di galleggiamento.
Le piante acquatiche da acquario sono solo una piccola parte di questa categoria. Queste piante sono soprattutto utili per arricchire un laghetto da giardino e per tenere l’acqua ossigenata. Bisogna tenere presente che le piante acquatiche non tollerano l’acqua molto calcarea e l’acqua salmastra.
I vasi da utilizzare per queste piante sono cesti forati, e vanno riempiti con terra da campo, non terriccio universale, perché quest’ultimo galleggia e sporca l’acqua. La terra va ben compattata e poi le piante acquatiche in vaso vanno collocate sul fondo del laghetto senza un ulteriore substrato. Si possono piantare in tutti i mesi dell’anno, tranne quelli in cui eventualmente l’acqua in cui le si vuole collocare sia ghiacciata. Il periodo in cui le piante si sviluppano è da marzo a ottobre.
Le piante acquatiche rustiche sono quelle che devono necessariamente stare nel laghetto sempre, anche d’inverno, quando smettono di vegetare, ibernandosi sott’acqua, e riprendono in primavera, come tutte le altre piante non acquatiche. A inizio primavera vanno tagliate le parti secche.
Le piante acquatiche tropicali, invece, vanno ricoverate durante l’inverno, solo in alcuni luoghi molto caldi, come alcune zone del sud Italia, possono essere lasciate nel laghetto.
È possibile coltivare piante acquatiche in vaso, fuori da un laghetto? Sì, è possibile, all’interno di un mini pond, un contenitore in cui riprodurre in miniatura l’ambiente del lago, che deve essere di plastica e dalle pareti dritte e di almeno 50 cm di diametro. Non è invece possibile coltivare piante acquatiche in casa, perché hanno bisogno della luce e del calore del sole.
Piante acquatiche ossigenanti
Le piante ossigenanti sommerse hanno l’importantissima funzione di assicurare un’acqua limpida, infatti liberano grandi quantità di ossigeno durante il giorno, elemento di vitale importanza per i pesci e tutti gli altri organismi che vivono nel laghetto e per evitare la formazione di alghe. Sono le piante acquatiche a crescita più rapida, però il loro beneficio si limita al periodo in cui queste piante raggiungono il massimo sviluppo, tra la tarda primavera e l’estate, quando ci sono le temperature più alte. In estate le piante acquatiche ossigenanti sommerse possono arrivare a riempire tutta la superficie del laghetto. Bisogna intervenire solo se hanno colonizzati i vasi di altre piante presenti. In inverno le piante ossigenanti sommerse riducono notevolmente il loro volume e si vanno a depositare sul fondo.
La quantità di piante ossigenanti in un laghetto deve essere proporzionale alla quantità d’acqua: averne poche o nessuna causerebbe scarsità di ossigeno, mentre averne troppe potrebbe soffocare la crescita di altre piante. Esempi di piante acquatiche ossigenanti sono Elodea canadensis e Vallisneria gigantea.
Le ninfee e le piante palustri invece rilasciano ossigeno in acqua tramite le radici in maniera molto più costante nel tempo. Quando smettono di vegetare durante il riposo invernale, continuano a mantenere le loro funzioni vitali e, seppur in forma ridotta, continuano a svolgere il loro compito di fitodepurazione. Per questo è consigliabile combinare piante ossigenanti sommerse, ninfee e piante palustri per avere un laghetto sempre depurato.

In foto, ninfea tropicale
Piante acquatiche galleggianti
Le piante galleggianti fluttuano liberamente sul pelo dell’acqua, infatti le loro foglie sono strutturate in modo da contenere micro-bollicine di aria che permettono alla pianta di galleggiare.
Crescono in acqua sporca, ricca di azoto, e pur essendo utili per la fitodepurazione, in ambiente ideale tendono a diventare invasive e a togliere luce e spazio di crescita alle altre piante. Inoltre in autunno muoiono, disperdendo una notevole quantità di scorie nel laghetto che daranno origine ad alghe. Per questo è preferibile coltivare le piante galleggianti da sole, magari in contenitori.
Alcuni esempi di piante galleggianti sono Azolla filiculoides, Lemnia minor, Salvinia auriculata, Trapa natans.
Altre tipologie
Oltre alle piante ossigenanti sommerse e alle piante galleggianti, gli altri principali tipi di piante acquatiche sono:
- ninfee, di tipo rustico o tropicale, piante perenni e particolarmente resistenti, che vivono nelle acque ferme o a lento decorso, con grandi fiori di diversi colori;
- fior di loto, pianta acquatica a crescita rapidissima, tipica di stagni e invasi con acque stagnanti o quasi prive di corrente, da cui possono emergere fino a un metro e mezzo di altezza;
- piante palustri, una via di mezzo tra piante acquatiche e terrestri, perché hanno foglie e fiori che si sviluppano liberi nell’aria, ma radici che necessitano di un terreno sempre bagnato e non tollerano terreni asciutti.