L’ornitogallo è una pianta bulbosa perenne della famiglia delle Liliacee (classificazione Cronquist, famiglia delle Asparagacee secondo la più moderna classificazione APG IV). Il genere Ornithogalum comprende circa 200 specie che vivono allo stato spontaneo, diffuse in molte aree europee, asiatiche, dell’Africa tropicale e del Sudafrica. L’habitat può essere molto vario: zone rocciose o aride oppure, viceversa, boschi umidi e praterie. Per questo motivo, a seconda della provenienza, possono essere piante rustiche, cioè resistenti ai geli invernali, o delicate, che tollerano temperature minime solamente superiori allo zero.
Nota – Più raramente, ma correttamente, è utilizzato il termine ornitogalo, con una sola “l”.
Classificazione – Genere: Ornithogalum; famiglia Liliacee (Asparagacee).
Origine – Asia, Europa e Africa.
Usi – Le piante del genere Ornithogalum sono apprezzate per la fioritura prolungata primaverile o estiva di fiori imbutiformi o a coppa, in genere bianchi, che si aprono di giorno e si chiudono di notte (danza dei fiori). In alcune specie i fiori sono profumati. In giardino trovano spazio in bordure e nei giardini rocciosi, a seconda della specie. I fiori bianchi recisi sono impiegati per le decorazioni floreali, centrotavola e il classico bouquet della sposa.
Etimologia – Il termine italianizzato, ornitogallo, indica genericamente una delle tante specie di questo genere botanico. Il nome del genere deriva dal greco (composto di ornis, uccello e gala, latte) e significa latte di uccello, popolarmente tradotto in latte di gallina, in riferimento al lattice che fuoriesce dal fusto spezzato.
Altri nomi – Stella di Betlemme (in Gran Bretagna viene denominato comunemente The Star of Bethlehem), latte di gallina, cipollone bianco, cipollina selvatica.
Curiosità – Secondo un’antica leggenda, i fiori di ornitogallo accolsero a mo’ di cuscino il capo di Gesù appena nato.
Avvertenze – Tutte le parti delle piante, se ingerite, possono causare gravi disturbi, mentre la linfa può provocare irritazioni cutanee.
Indice

Ornithogallum umbellatum (Stella di Betlemme)
Ornitogallo – Specie
Nel giardinaggio si usano alcune specie, con caratteristiche colturali assai diverse. In questo articolo descriveremo la stella di Betlemme (Ornithogalum umbellatum), dando solo cenni generici per le altre specie.
- Ornithogalum arabicum – Ha foglie color verde scuro, lunghe fino a 60 cm. In estate sbocciano i fiori profumati. È sensibile al gelo.
- Ornithogalum balansae – Una specie rustica originaria delle regioni balcaniche con un’altezza massima di 20 cm; può essere coltivata in tutta Italia, anche nelle regioni più fredde, senza la necessità di dissotterrare il bulbo durante il periodo di riposo e senza dover effettuare particolari pacciamature sul terreno. La fioritura è primaverile e si consiglia di interrare i bulbi a una profondità doppia rispetto alla loro altezza.
- Ornithogalum dubium – Ha foglie basali a rosetta, allungate, di un color verde scuro. Originaria del Sudafrica, è sensibile al gelo. Per approfondire: Ornithogalum dubium.
- Ornithogalum magnum – Fra quelle più diffuse è la più alta delle specie (arriva a un metro d’altezza). Solitamente fiorisce all’inizio della primavera con fiori bianchi, ma non è rara anche la fioritura in piena estate.
- Ornithogalum narbonense – Specie mediterranea molto rustica di altezza media (massimo 50 cm) con fiori primaverili di color bianco crema con una sfumatura precisa verde nella parte inferiore dei tepali. A differenza delle altre specie, non teme le zone ventose.
- Ornithogalum nutans: le foglie basali hanno un verde brillante con una striatura centrale color argento. I fiori sbocciano a primavera e sono di un color bianco. Si tratta di una specie rustica che non teme il freddo.
- Ornithogalum pyramidale: le foglie basali sono erette, verde lucido, che seccano allo sbocciare dei fiori. Questi compaiono a fine primavera e per tutta l’estate: sono fiori bianchi a stella con piccole striature verdi all’esterno. Può raggiungere altezze di 70-100 cm.
- Ornithogalum saundersiae – Specie originaria del Sudafrica, con lo stelo che può arrivare fino a un metro di altezza. Ha piccoli fiori di color avorio e lunghe foglie decidue molto decorative. Data l’origine, teme il gelo invernale.
- Ornithogalum thyrsoides – Altra specie africana coltivata per la produzione di fiori recisi (alla base gialli o arancioni e bianchi nella parte centrale).

Ornithogalum arabicum

Ornithogalum dubium

Ornithogalum magnum

Ornithogalum narbonense

Ornithogalum nutans

Ornithogalum saundersiae

Ornithogalum thyrsoides
Ornitogallo (Stella di Betlemme) – Coltivazione
La stella di Betlemme è forse la specie più conosciuta di ornitogallo. Dal bulbo si sviluppano steli lunghi, accompagnati da foglie basali con striature bianche. Diffusa anche allo stato spontaneo, raggiunge i 30 cm di altezza. Anche in questa specie le foglie appassiscono quando sbocciano i fiori. Questi sono portati su un lungo peduncolo e sono a forma di stella. È una specie del tutto rustica. Curioso il fatto che molti siti usino la dizione umbrellatum (confondendo il latino con l’inglese), mentre deriva dal latino umbella (ombrellino, parasole).

Ornithogalum umbellatum
Vita – Perenne decidua (perde tutte le foglie durante l’inverno).
Dimensioni – 50 cm di altezza, larghezza (estensione) 15 cm.
Crescita – Lenta (altezza massima in 4 anni).
Esposizione – L’ornitogallo può essere coltivato in pieno sole o a mezz’ombra, ma non ama le zone ventose.
Temperatura – Spontaneamente, è presente fino a 1.000 m in Lombardia e in Sicilia. A differenza di molte cultivar che non sopportano le gelate, sopravvive fra -5 °C e 40 °C. In zone molto rigide, comunque i bulbi lasciati a dimora in piena terra devono essere protetti dal gelo invernale con una leggera pacciamatura di paglia o foglie secche.
Terreno – Si adatta a ogni tipo di terreno, anche se si ottengono i migliori risultati in terreni soffici, ricchi di sostanza organica e ben drenati. L’acidità preferita è quella neutra/alcalina.
Fioritura – Primaverile con ogni pianta che arriva a portare fino a 20 fiori bianchi. Per ottenere fioriture più abbondanti, nel periodo di riposo vegetativo è opportuno estrarre dal terreno i bulbi di ornitogallo, ripulendoli dal terriccio, lasciandoli asciugare all’aria conservandoli in un luogo asciutto, al buio, coperti con paglia o segatura.
Annaffiatura – Durante il periodo di fioritura e nei periodi di prolungata siccità l’annaffiatura deve essere abbondante. Le annaffiature devono essere ridotte al minimo dopo la fioritura e sospese del tutto durante il periodo di riposo vegetativo.
Concimazione – Al momento dell’impianto si deve usare un concime a lenta cessione o concime organico. Poi ogni due settimane sino alla fine della fioritura si dovrebbe somministrare concime specifico per piante bulbose diluito nell’acqua delle annaffiature secondo le dosi indicate dalla confezione del prodotto. Se si lasciano i bulbi nel terreno, annualmente occorre fornire concime organico in primavera o in autunno.
Potatura – Molto semplice, con la rimozione delle foglie secche e il taglio degli steli con i fiori appassiti alla base del terreno.
Moltiplicazione e impianto – L’ornitogallo si riproduce per divisione dei bulbi, operazione da farsi a inizio primavera o in autunno. I bulbi ottenuti si mettono a dimora in piena terra o in vaso alla profondità di circa 5 cm con l’apice rivolto verso l’alto. La distanza tra un bulbo e l’altro deve essere almeno di 10 cm.
Malattie – L’ornitogallo è molto robusto: con esposizione, temperatura e irrigazioni ottimali l’unico problema che possono avere è l’attacco di afidi che possono interessare i giovani getti, o attacchi fungini e il marciume dei bulbi se si esagera con le irrigazioni. Per proteggere la pianta dalle lumache, basta disporre attorno allo stelo cenere di legna o meglio ghiaietto molto fine.
Proprietà – La stella di Betlemme è considerato uno dei fiori di Bach e, secondo la floriterapia, servirebbe contro stress, nervosismo e dolore fisico, impieghi che però non hanno nessun riscontro scientifico.
L’ornitogallo è tossico per l’uomo e per gli animali domestici, cani e gatti compresi. In tutte le sue parti sono presenti alcaloidi enterotossici e convallatossine.
Significato dell’ornitogallo – Nel linguaggio dei fiori, regalare un ornitogallo indica la volontà di riconciliarsi.
Coltivazione in vaso
Le piante coltivate in vaso per crescere rigogliose e forti richiedono un terriccio universale o da giardino misto a torba e sabbia. Il vaso deve essere di medie dimensioni e il bulbo deve essere piantato a non meno di 5 cm dalla superficie e va annaffiato bene ogni volta che il terreno è asciutto, evitando il ristagno idrico. Le annaffiature devono essere ridotte alla fine della fioritura e sospese completamente durante il riposo vegetativo. Di solito si fa un rinvaso dopo tre anni con contenitori più larghi e lunghi di 5 cm. Le piante vanno rinvasate con il loro pane di terra e con l’aggiunta di nuovo terriccio misto a torba e sabbia, favorendo il drenaggio dell’acqua con la disposizione sul fondo del vaso di un sottile strato di argilla.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.