La margotta (anche, ma molto raramente, margotto) è un metodo di riproduzione agamico (asessuato) alternativo ad altri metodi come, per esempio, la talea o la propaggine (una tecnica con la quale la margotta ha vari punti in comune).
La margotta viene effettuata inducendo l’emissione di radici da un punto qualunque del ramo senza che vi sia il distacco dalla pianta madre. Successivamente, a radicazione avvenuta, sarà possibile separare la porzione con le nuove radici e farla crescere in modo autonomo.
Il periodo migliore per effettuare questa operazione è il bimestre aprile-maggio, ma per alcune specie si può arrivare fino alla fine della stagione estiva.
Esistono tre tecniche di margotta:
- aerea
- di ceppaia
- ad archetto (propaggine semplice).
Nei paragrafi seguenti esamineremo nel dettaglio queste tre tecniche.
Margotta aerea
La tecnica della margotta aerea è generalmente utilizzata sulle piante tropicali e su quelle ornamentali, ma non solo.
Attraverso questa tecnica si è in grado di prelevare una parte della pianta senza che questa ne risenta; infatti dalla parte dalla quale si toglierà la margotta potrà svilupparsi nuovamente della vegetazione.
Per effettuare una margotta aerea si può procedere nel seguente modo: si incide il ramo togliendo un anello la cui altezza dovrebbe essere uguale allo spessore del tronco (se questo è particolarmente grosso si può non tener conto di questa indicazione); si effettui una leggera raschiatura del cambio posto fra corteccia e legno, si metta poi un filo di metallo intorno al taglio e si spolverizzi la parte con ormoni radicanti; a questo punto si leghi intorno al taglio un foglio di plastica a formare un sacchetto (la cui grandezza consenta lo sviluppo di un certo numero di capillari); si riempia poi il sacchetto con terriccio composto per 5/10 di muschio, 3/10 di sabbia e 2/10 di argilla da giardini; si sigilli infine il sacchetto con del mastice da innesti. Il foglio di plastica può essere trasparente (meglio se un po’ opaco comunque) o, al contrario, scuro. Il foglio trasparente può consentire di verificare l’evoluzione della margotta.
Man mano che il tempo passa nasceranno dei capillari che cresceranno nel terriccio.
Non è necessario che il terriccio sia particolarmente umido, ma, ovviamente, non può nemmeno essere totalmente asciutto e se ci si rende conto che lo sta diventando si può inumidirlo inserendo dell’acqua con l’aiuto di una siringa.
La margotta va separata dalla pianta madre quando i capillari si saranno sufficientemente sviluppati; ciò può avvenire dopo diversi giorni o addirittura dopo mesi, dipende dal tipo di pianta.

Margotta aerea
Margotta di ceppaia
Si tratta di una tecnica molto efficiente generalmente utilizzata per la produzione di portainnesti clonali (ovvero la pianta alla base di un innesto, una tecnica molto usata per la moltiplicazione delle piante da frutto).
La margotta di ceppaia è caratterizzata dall’induzione artificiale della radicazione sui nodi basali dei germogli che si sviluppano dal fusto della pianta madre che è stato precedentemente capitozzato a livello del suolo. La procedura è la seguente: le piante madri da margotta sono messe a dimora in una zona del vivaio appositamente adibita a questa operazione; qui vengono lasciate sviluppare per un anno.
Prima che si verifichi la ripresa vegetativa del secondo anno le piante madri, chiamate anche ceppaie, vengono capitozzate a livello del suolo (in pratica si recide totalmente la parte aerea). Dalle gemme che rimangono sul moncone del fusto nasceranno nuovi germogli; non appena questi raggiungono una determinata altezza (almeno 10 cm circa) vengono ricoperti con della terra; man mano che i germogli allungano vengono rincalzati con altra terra fino a quando la base non sarà interrata per circa 20 cm.
Durante l’estate iniziano a formarsi le radici (processo di rizogenesi); prima del riposo invernale i germogli potranno essere rimossi dalla pianta madre tagliandoli al di sotto del punto in cui è partita la radicazione. Si saranno quindi ottenute le cosiddette barbatelle che costituiranno i portainnesti clonali. Una ceppaia ben tenuta è in grado di produrre per circa vent’anni materiale idoneo alla propagazione.
Margotta ad archetto (propaggine semplice)
La margotta ad archetto (detta anche propaggine semplice) è una tecnica generalmente utilizzata per la propagazione di piante ornamentali e per alcuni tipi di pianta fruttifera come, per esempio, il lampone o il nocciolo.
La si pratica nel seguente modo: si piega un ramo giovane di una pianta, lo si interra parzialmente e lo si fa sbucare di nuovo dal terreno rivolgendolo verso l’alto tenendolo sorretto con un paletto. La parte del ramo che è stata interrata produrrà delle radici avventizie, mentre quella aerea produrrà nuovi germogli e formerà una nuova piantina. Quando il processo di radicazione è avvenuto si può distaccare il ramo in questione dalla pianta madre.
La margotta ad archetto deve essere effettuata prima del risveglio vegetativo della pianta.

Margotta ad archetto