I lillà (Syringa vulgaris) sono piante arbustive perenni, rustiche, a foglia caduca appartenenti al genere Syringa, a sua volta facente parte della famiglia delle Oleacee. I lillà sono originari del continente asiatico, ma da molto tempo sono diffusi anche nella gran parte dei Paesi europei dove la loro coltivazione è iniziata nel XVIII secolo; dopo un iniziale grande successo – erano infatti utilizzatissimi nei giardini in virtù della fioritura molto profumata, della loro capacità di adattamento al clima e alla facilità di coltivazione – hanno conosciuto un periodo di declino durante il quale sono state preferite loro piante più esotiche; da diversi anni però i lillà stanno conoscendo una nuova “giovinezza” e grazie al lavoro degli ibridatori che hanno dato vita a varietà molto particolari, stanno tornando a far mostra di sé in moltissimi giardini.
Classificazione – Genere: Syringa; famiglia Oleacee.
Origine – I lillà sono di origine asiatica.
Habitat in Italia – Boschi di latifoglie.
Usi – Le piante di lillà sono coltivate a uso ornamentale, impiegate in parchi o giardini per la formazione di alte siepi, boschetti fioriti, gruppi isolati. I fiori sono commestibili e sono utilizzabili in cucina per la preparazione di alcune ricette.
Etimologia – Il nome generico, Syringa, deriva da Syrinx (Syringa nel tardo latino), nome di una ninfa che fu trasformata in canna (dal greco sýrinx, sorta di canna usata per costruire strumenti a fiato); l’epiteto specifico, vulgaris, deriva da vulgus, volgo; il riferimento è alla sua notevole diffusione.
Altri nomi – Serenella, fior di maggio.

Il lillà è particolarmente apprezzato per la fioritura spettacoalre e delicatamente profumata
Come dice il nome, il colore caratteristico dei fiori è il lillà, ma, come accennato in precedenza, esistono nuove varietà che producono fiori di colore bianco, viola scuro, vinaccia e crema.
Trattandosi di piante molto decorative, i lillà possono essere coltivati singolarmente, ma anche abbinati ad altre specie. Uno degli abbinamenti più indovinati è quello con la clematide, con la weigelia e con il cosiddetto pallone di maggio (Viburnum opulus).
Lillà – Coltivazione
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: da 1 a 4 m circa; larghezza: 4 m circa.
Tempo altezza massima – Circa 13 anni.
Esposizione – Come detto, la pianta di lillà è piuttosto rustica e non teme particolarmente il freddo, predilige comunque le posizioni soleggiate ed è in grado di sopportare anche periodi di siccità purché non troppo lunghi. La posizione ideale è però in una zona a mezz’ombra, specie nelle aree calde della Penisola.
Temperatura – Tollera temperature comprese tra -15 e 37 °C.
Terreno – Il substrato di coltivazione migliore è un terreno umido e calcareo; da evitare sono i terreni troppo asciutti e sassosi. È sempre consigliabile, prima della messa a dimora della pianta, arricchire il terreno con del terriccio fresco e con un po’ di stallatico maturo.
Fioritura – All’inizio della primavera la pianta di lillà sviluppa delle infiorescenze piuttosto lunghe caratterizzate da pannocchie di fiori tubulari non molto grandi che si aprono a stella alle estremità superiori; i fiori sbocciano abbondantemente per tutto il periodo primaverile; nelle regioni caratterizzate da un clima più caldo si cominciano a vedere già durante il mese di aprile, in quelle con un clima più rigido si deve aspettare fino a maggio.

Esistono diverse specie di lillà, da cui sono stati ricavati ibridi e cultivar molto diversi tra loro: nella foto, un esemplare con fiore doppio bianco
Annaffiatura – Nei primi due anni di coltivazione sono opportune irrigazioni regolari (12-15 litri d’acqua ogni due settimane, regolandosi con le condizioni climatiche). In seguito le necessità idriche sono minori e ci si potrà regolare sull’aspetto dei fiori, non appena si nota un leggero appassimento, si dovrà provvedere con l’annaffiatura; nel giro di poco tempo la pianta riprenderà il suo aspetto migliore.
Concimazione – Nel periodo autunnale si provveda a sistemare regolarmente del letame in superficie da amalgamare al terreno smuovendo questo leggermente.
Potatura – I fiori appassiti dovrebbe dovrebbero essere tagliati appena cominciano a seccare avendo cura di non eliminare i germogli che si sono sviluppati sotto di loro e che fioriranno l’anno successivo.
Si possono tagliare anche i rametti danneggiati o mal posizionati.
Le operazioni di potatura devono essere interrotte alla fine di luglio, anche se si potranno effettuare operazioni di lieve spuntatura nel periodo che va da ottobre a marzo. Sulla parte tagliata è opportuno applicare un apposito prodotto cicatrizzante.
Moltiplicazione e impianto – La messa a dimora può essere fatta a partire da settembre fino ad arrivare a maggio, magari evitando i periodi nei quali è molto concreto il pericolo di forti gelate. Il primo anno è opportuno tagliare i fiori che eventualmente sbocceranno; si eviterà così di affaticare la pianta quando sta mettendo radici.
Malattie – I lillà difficilmente vengono colpiti da avversità, trattandosi di piante molto rustiche e resistenti; fra le malattie da segnalare ricordiamo la batteriosi del lillà che si presenta con macchie brune sulle foglie e con annerimento dei germogli che poi finiscono per seccare.
Anche la peronospora può colpire la pianta; si manifesta con macchie brune di forma irregolare sulla corteccia e sugli apici dei germogli.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.