Il lentisco (Pistacia lentiscus) è una pianta del genere Lentiscus che appartiene alla famiglia delle Anacardiacee, di tipo arbustivo, perenne, sempreverde.
Classificazione – Genere: Pistacia; famiglia: Anacardiacee.
Origine – La pianta è originaria del bacino del Mediterraneo.
Habitat – Il lentisco è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, prevalentemente nelle regioni costiere, in pianura e in bassa collina. In Italia è diffuso allo stato spontaneo in Liguria, sulle isole e sulle coste adriatica e tirrenica; lo si trova spesso in associazione con l’olivastro, la fillirea e il mirto.
Usi – Essendo una pianta piuttosto rustica, il lentisco è particolarmente adatto per riqualificazione ambientale e per l’arredo verde di zone marginali o difficili, quali quelle in forte pendio e altamente rocciose.
Il lentisco è altresì adatto come componente di giardini mediterranei e rocciosi. Dal momento che tollera benissimo potature anche molto drastiche, è perfetto per le siepi geometriche; la ramificazione fitta e le piccole dimensioni delle foglie sono l’ideale per questo impiego. Il lentisco ha anche utilizzi erboristici, cosmetici, alimentari e fitoterapici.
Etimologia – Il nome del genere, Pistacia, deriva dal greco pistáke, pistacchio, assonante con il persiano pistáh, che significa ricco di farina. L’epiteto specifico lentiscus è il nome latino del lentisco.
Altri nomi – Albero del mastice.
Curiosità – Il legno di lentisco è spesso usato per alimentare i forni a legna delle pizzerie dal momento che la sua combustione consente di raggiungere alte temperature molto velocemente.
Indice

Dalla resina del lentisco si ricava il mastice usato anche per la comune gomma da masticare
Lentisco – Coltivazione
Il lentisco ha portamento cespuglioso, raramente arboreo, perciò di solito raggiunge al massimo i 4 metri di altezza (in casi eccezionali si arriva agli 8 m circa). La chioma ha forma tondeggiante ed è molto densa, grazie alla fitta ramificazione, e i rami hanno una corteccia grigia da giovani, poi diventano legnosi e rossastri. L’intera pianta è caratterizzata da un odore resinoso ed è del tipo dioico, con fiori femminili e fiori maschili su piante diverse: in entrambi i casi i fiori sono piccoli, rosso scuro, raccolti in infiorescenze a pannocchia e situati presso l’ascella fogliare. La fioritura avviene fra aprile e maggio, poi in estate compaiono i frutti, bacche sferiche rosse che in inverno maturano e diventano nere. Queste bacche vengono usate in cucina per aromatizzare le carni.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: 4 m; larghezza: 4 m.
Tempo altezza massima – Lo sviluppo della pianta è molto lento; possono occorre decine di anni perché la pianta arrivi alla sua altezza massima.
Esposizione – Il lentisco è un arbusto rustico, che resiste bene al freddo fino a -10 °, ma teme le gelate prolungate, mentre tollera situazioni di aridità anche prolungata e non teme il vento. Per questo, nelle regioni a clima rigido, l’esposizione ideale per il lentisco è al sole.
Temperatura – Il lentisco tollera temperature comprese tra -10 e 40 °C.
Terreno – Il lentisco si adatta a tutti i tipi di suolo, anche quelli rocciosi, poveri o danneggiati da incendi, ma cresce meglio in un terreno fresco e profondo, con qualsiasi pH.
Fioritura – Dagli inizi di aprile fino a circa la metà del mese di maggio.
Annaffiatura – Nel primo anno dopo la messa a dimora il lentisco richiede annaffiature regolari, poi non necessita più di apporti idrici, se non per le piante giovani solo nei periodi molto siccitosi, ogni 15 giorni circa.
Concimazione – Anche in fatto di concimazione il lentisco non ha molte esigenze: basta una concimazione leggera (per esempio con humus di lombrico) al momento della messa a dimora per fornire le sostanze nutritive stimolanti per la crescita, evitando concimi troppo forti come lo stallatico maturo.
Potatura – La potatura è necessaria solo per gli esemplari coltivati come alberelli, per gli arbusti basta rimuovere i rami secchi o danneggiati e lasciarli liberi di svilupparsi.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione del lentisco si ottiene principalmente attraverso i semi, che vanno prelevati dalla bacca nel periodo autunnale subito dopo la raccolta, immersi in acqua per eliminare quelli galleggianti, che non germogliano, e poi interrati. La semina può essere fatta anche in primavera, usando semi puliti e conservati in frigo. Il contenitore della semina deve essere di piccole dimensioni e la piantina deve rimanerci fino a quando non è abbastanza forte da poter essere trapiantata nel terreno. Se si acquista un lentisco in vaso già germogliato, la messa a dimora nel terreno può essere fatta direttamente, sia in autunno che a inizio primavera.
Malattie – Il lentisco è soggetto all’attacco degli afidi, in particolare l’Aploneura lentisci, un parassita specifico del lentisco, che è possibile combattere con infusi a base di aglio o di ortica. Anche le cocciniglie possono essere un problema per il lentisco, e contro di esse è molto efficace un macerato a base di felce.
Olio di lentisco – Proprietà
Il lentisco è una pianta dai molteplici usi. Dai frutti si estrae l’olio di lentisco, che in passato veniva usato anche al posto dell’olio d’oliva, soprattutto in tempi di carestia o in caso di povertà, e fino al XX secolo era fra i grassi vegetali più utilizzati in Sardegna. Questo olio, però, veniva usato anche come combustibile per le lampade e ha proprietà lenitive e antiossidanti per la pelle, risultando utile per idratarla e prevenire le rughe, sia da solo sia unito alla crema di uso quotidiano. Può essere unito anche allo shampoo per combattere la secchezza dei capelli.
Dal lentisco si può anche ricavare con un processo di distillazione un olio essenziale che ha proprietà balsamiche, tonificanti e rinfrescanti, oltre che antinfiammatorie, perciò è utile per combattere raffreddore, mal di gola, gengiviti, reumatismi, ma anche per purificare e profumare l’aria di casa. Si può utilizzare infine anche per lavaggi curativi contro cistiti, uretriti, leucorrea e prostatiti.
L’olio essenziale può essere preparato in casa oppure acquistato in erboristeria: l’olio di lentisco ha un prezzo che si aggira intorno ai 25 euro per 5 ml: è piuttosto costoso perché ci vogliono moltissime bacche per ottenere una piccola quantità di prodotto.
Albero del mastice
Il lentisco è detto anche “albero del mastice” perché dalla sua resina si ricava il mastice di Chio (dal nome dell’isola greca dove si produce in grande quantità): la resina a contatto con l’aria si rapprende e diventa mastice, una gomma naturale, che può essere masticata per curare gengiviti e altre infiammazioni del cavo orale, ma anche per profumare l’alito e contrastare la parodontite.
Il mastice di Chio viene usato in fitoterapia anche per prevenire lo sviluppo di batteri del cibo come la salmonella e contrastare il batterio responsabile dell’ulcera.
La resina viene utilizzata anche per preparare un liquore, sia in Grecia sia in Sardegna.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.