L’ibisco è una pianta della famiglia delle Malvacee. Il genere Hibiscus contiene circa duecento specie diverse di arbusti e alberi.
Nei nostri giardini, trovano spazio generalmente due tipi molto diversi d’ibisco: l’Hibiscus rosa sinensis e l’Hibiscus syriacus. Il primo è sempreverde e non sopporta il freddo (richiede temperature minime non più basse di sei gradi centigradi), mentre il secondo è rustico e deciduo, adatto per l’esterno anche nelle regioni più fredde. L’Hibiscus rosa sinensis è stato osservato allo stato selvatico casualmente solo in Sardegna: se coltivato, è quasi sempre in vaso, in modo da poterlo riparare al sopraggiungere dell’autunno. È il fiore simbolo delle isole Hawaii.
L’Hibiscus syriacus (o ibisco siriaco) invece è presente allo stato naturale in quasi tutte le regioni italiane (con eccezione delle più meridionali) e il suo nome è da intendere genericamente come “originario da oriente” (e dalla Siria!), in quanto specie proveniente dalla Cina. L’Ibisco siriaco è il fiore nazionale della Corea del Sud. Un terzo tipo d’ibisco, meno conosciuto, è quello di palude (Hibiscus palustris o Hibiscus moscheutos), presente solo nelle aree planiziali dell’Italia (sotto i 200 m di altitudine) e coltivabile anch’esso in giardino.
Classificazione – Genere: Hibiscus; famiglia: Malvacee.
Origine – Le piante del genere Hibiscus sono originarie delle aree calde del globo, tropicali o sub tropicali.
Habitat – Allo stato selvatico possono vivere in habitat umidi, lungo corsi d’acqua o paludi, o in luoghi aridi e rocciosi.
Usi – L’ibisco è molto diffuso in coltivazione come pianta ornamentale, nei giardini e come arredo urbano.
Etimologia – Il nome del genere deriva dal greco ebisckos, nome indicante una malvacea a fiori grandi
Indice

Hibiscus syriacus
Hibiscus – Specie principali
Di seguito le specie principali di ibisco.
- Hibiscus rosa sinensis – Si tratta di un grande arbusto che può aggiungere anche altezze superiori ai due metri assumendo quindi il portamento di un piccolo albero espanso, arrotondato. Come detto, è un sempreverde e mantiene le foglie lucide verdi scure per tutto l’anno. In estate comincia a produrre fiori solitari caratterizzati da stami appariscenti rossi con antere gialle. Gli esperti di giardinaggio hanno selezionato molte varietà alla ricerca di colori diversi, dal bianco, al rosa, al rosso intenso. La cultivar ‘Crown of Bohemia’ è famosa per i fiori di color giallo oro sfumati di arancione.
- Hibiscus syriacus – Si tratta di un arbusto decido che può raggiungere i tre metri di altezza. La cultiavr più comune è la ‘Blue Bird’ (o anche ‘Oiseau Bleu’), caratterizzata da un fiore a trombetta dal colore blu vivido con al centro una macchia rossa. Le altre varietà selezionate hanno fiori rossi o bianchi, e spesso con macchie più scure al centro del fiore.
- Hibiscus moscheutos – Detto ibisco di palude, questa specie ha un comportamento leggermente diverso dalle due specie viste precedentemente: è una pianta erbacea dalle foglie di un verde molto più chiaro. Foglie e fusto seccano alla fine dell’estate e solo le radici rimangono vive nel terreno. Alla primavera successiva spuntano i nuovi rami. Per questo motivo di solito l’ibisco di palude viene potato quasi al livello del suolo una volta completato il ciclo vegetativo. I fiori originariamente allo stato spontaneo erano di colore bianco o rosa pallido, ma la selezione ha dato origine a varietà con fiori rossi oppure di un rosa molto intenso. Come dice il nome, predilige luoghi molto umidi: in natura lo si trova ai margini di canali e canneti. Tra le varie specie d’ibisco, è il più sensibile al caldo estivo e alla siccità e anche ai freddi invernali. Si consiglia pertanto la pacciamatura nei mesi più freddi nel nord Italia.

Il fiore dell’Hibiscus syriacus ‘Oiseau Bleu’
Ibisco – Coltivazione
Vita – Pianta perenne.
Esposizione – L’ibisco dev’essere messo a dimora in pieno sole. Nelle zone fredde le specie più delicate devono essere riparate all’interno in autunno. Per fiorire bene, inoltre, l’ibisco ha bisogno di lunghe estati calde.
Temperatura – L’ibisco tollera temperature comprese tra 0 e 40 °C.
Terreno – Il terreno dev’essere mantenuto umido ma senza ristagni idrici, ben drenato. Il pH dev’essere da neutro a leggermente alcalino. Le specie semirustiche più sensibili al freddo hanno bisogno di una pacciamatura alla base in inverno.
Fioritura –
Annaffiatura – Durante la stagione vegetativa, occorre irrigare spesso; in inverno le irrigazioni vanno ridotte o sospese.
Concimazione –Durante la stagione vegetativa, concimare con concime liquido per fiori una volta al mese.
Potatura – A parte l’ibisco di palude, che si pota quasi a filo del terreno in autunno o a inizio inverno (quando ha perso tutte le foglie), gli altri si potano in modo e in tempi differenti, a seconda che siano sempreverdi o decidui: in entrambi casi però le potature devono essere leggere e solo di riordino e mantenimento di un buon portamento della chioma. Le varietà sempreverdi devono essere potate solo leggermente, da metà a tarda primavera, accorciando di poco i getti sporgenti: una potatura più drastica potrebbe compromettere la fioritura, che avviene sui rami dell’anno precedente. Quelli decidui si potano a fine inverno, solo per riordinare la chioma ed eliminare rami secchi o che s’incrociano.
Moltiplicazione e impianto – L’ibisco può propagarsi per seme: la semina va fatta a primavera quando la temperatura non scende più sotto i 15-18 gradi. Si può moltiplicare anche per talea e propaggine.
Malattie – L’ibisco è soggetto ad attacchi di afidi, cocciniglia, oidio e mosca bianca.
Coltivazione in vaso
La coltivazione in vaso per l’ibisco è necessaria per le varietà più sensibili al freddo. Si potrà scegliere quindi se portare fuori il vaso a primavera inoltrata. Anche le specie più resistenti possono essere posizionate in vaso per abbellire terrazzi balconi. Visto che la pianta può raggiungere anche i due tre metri di altezza il vaso dev’essere molto capiente e il rinvaso fatto ogni due-quattro anni.
Il fiore di ibisco
Come visto il fiore d’ibisco può avere forme e colori molto diverse: con il bordo liscio o sfrangiato, dal colore uniforme oppure screziato, sfumato o addirittura bicolore con la parte esterna chiara che contrasta con il colore interno più acceso (in genere rosso o porpora). Anche la grandezza è molto variabile, da otto-dieci centimetri fino a quelli più grandi che arrivano a dodici venti centimetri di diametro.
Nel linguaggio dei fiori, l’ibisco è simbolo di bellezza delicata con riferimento al fatto che il fiore dura una sola giornata. In altre culture, come quella degli Indiani d’America, è simbolo di avvenenza e fecondità femminile.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.