La fitolacca (Phytolacca americana) è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Fitolaccacee.
Classificazione – Phytolacca è un genere appartenente alla famiglia delle Fitolaccacee comprendente circa 35 specie perenni arbustive; da segnalare la Phytolacca americana e la Phytolacca dioica (originaria del Sudamerica e diffusa in tutte le regioni mediterranee).
Origine – La fitolacca americana è originaria degli Stati Uniti e delle regioni orientali del Canada.
Habitat in Italia – È molto diffusa allo stato spontaneo fino a 400 m in terreni incolti, campi, giardini, sentieri collinari, perciò è considerata una pianta infestante.
Usi – Il succo dei frutti della fitolacca viene usato come tintura vegetale e per la produzione di inchiostro. Bacche e semi vengono mangiati dagli uccelli, soprattutto dai merli, sono invece tossici per gli umani e per gli animali domestici. L’assunzione di piccole quantità delle bacche provoca diarrea, vomito e tremori. In quantità rilevanti, può portare alla paralisi della respirazione e alla morte.
Etimologia – Il nome deriva dal greco phyton (pianta) e dalla radice araba lakk (lacca) e significa “lacca vegetale” per la caratteristica del frutto maturo la cui spremitura dà un succo viola scuro che causa macchie di difficile rimozione.
Altri nomi – Cremesina, uva turca.
Indice

La fitolacca viene chiamata anche “uva turca”
Fitolacca americana – Coltivazione
La fitolacca è una geofita rizomatosa cioè una pianta con un particolare fusto sotterraneo (rizoma) che annualmente emette radici e fusti avventizi. Il fusto della fitolacca americana è legnoso ed eretto alla base e diventa poi erbaceo e ramificato e color porpora innalzandosi. Le foglie sono ovali, molto grandi, verde brillante e con nervature dello stesso color porpora del fusto, ma diventano giallo e poi rosse in autunno. I fiori crescono da luglio a ottobre in racemi sul lato opposto del ramo rispetto a ciascuna foglia, sono piccolissimi e privi di petali, composti solo dagli stami centrali sulla sommità di peduncoli. I frutti invece sono bacche globose che, inizialmente verdi, diventano nero-violacee quando maturano.
Vita – Perenne.
Dimensioni – Da 1 a 3 metri.
Esposizione – La fitolacca può essere coltivata a scopo ornamentale in giardino, in posizioni riparate dal vento, ad esempio a ridosso di un muro o di una ringhiera, in mezz’ombra.
Terreno – Si adatta a tutti i tipi di terreno, preferibilmente umidi e ricco di materia organica.
Fioritura – La fioritura va da giugno a fine ottobre.
Annaffiatura – Non necessita di annaffiature particolari, se non di soccorso a periodi di siccità.
Concimazione – Pianta rustica e infestante, non necessita di concimazione.
Potatura – Poiché la fitolacca è una pianta infestante, la potatura è fondamentale per contenerne lo sviluppo, e va fatta alla fine del periodo vegetativo tagliando i rami fino a 10 cm dalla base, per favorire l’emissione di nuovi getti l’anno successivo.
Moltiplicazione e impianto – La riproduzione si può ottenere per semina o per divisione dei cespi: la semina va fatta in autunno o in primavera interrando i semi in terriccio universale a una profondità di circa 5 cm, anche direttamente a dimora definitiva, oppure in contenitore protetto fino allo spuntare dei primi germogli, se si vive in zone molto fredde; la divisione dei cespi va fatta invece a marzo o a ottobre prelevando i polloni basali e interrandoli in buche ampie e ben lavorate. Nel manipolare la pianta si deve fare attenzione perché il contatto con la linfa può essere irritante.
Malattie – La fitolacca americana è una pianta rustica che non teme l’attacco di parassiti, è sensibile solo al marciume radicale provocato dal ristagno idrico nel terreno. Tuttavia, è importante ricordare che la pianta può essere veicolo di trasmissione di malattie ad altre piante, di carattere virale, come la trasmissione del virus del mosaico e quello del nanismo giallo.
Fitolacca americana – Proprietà
La fitolacca viene usata per la preparazione di farmaci antinfiammatori, antivirali e immunostimolanti. Dalle foglie di fitolacca americana è stata isolata una proteina PAP (pokeweed antiviral protein), attualmente usata per inibire la replicazione del virus HIV nelle cellule umane.
La fitolacca americana era usata dai nativi americani come emetico e antireumatico. Le bacche rimasero iscritte nella farmacopea americana fino al 1905, mentre la radice disseccata rimase ufficialmente in uso sino al 1947.
Le radici secche (raccolte in autunno), vengono utilizzate per uso interno nella cura di bronchiti, catarro cronico e infiammazione della gola. Le radici fresche invece vengono usate sotto forma di impacchi su contusioni, distorsioni, slogature e contro dolori reumatici. Le foglie possono essere usate per preparare decotti depurativi e lassativi.
Dal punto di vista scientifico è meno interessante il suuo impiego come rimedio omeopatico contro bronchiti, tonsilliti, faringiti, disturbi reumatici, dolori mestruali, infiammazioni delle ghiandole mammarie, dolore associato alla dentizione nei bambini e ulcere del cavo orale. Viene proposta sotto forma di tinture o pomate.

Particolare delle bacche di fitolacca: inizialmente verdi, a maturazione assumono un rosso scuro o porpora-nerastro. Le bacche, se ingerite, possono essere mortali per umani e piccoli animali domestici.
Poiché tutte le parti della fitolacca sono tossiche, a causa del contenuto di saponina, l’assunzione a scopo curativo di prodotti a base di questa pianta deve sempre essere seguita da un medico.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.