Il fiore di loto è il fiore di una pianta acquatica (Nelumbo) della famiglia delle Nelumbonacee, spesso detta famiglia del sacro loto, perché contiene un solo genere e due specie, la Nelumbo lutea e la Nelumbo nucifera, rispettivamente originarie degli Stati Uniti e dell’Asia tropicale. La Nelumbo lutea è detta, infatti, anche fiore di loto americano, mentre la Nelumbo nucifera è la pianta cui si fa riferimento di solito quando si parla di fiore di loto o sacro loto; è altresì detta fiore di loto asiatico.
L’aggettivo sacro rivela che questa pianta ha profondi significati nella cultura orientale. Nella religione buddista, il sacro loto (altrimenti detto Padma) è simbolo della purezza del corpo e dell’anima; nell’iconografia delle religioni orientali, molte divinità sono raffigurate mentre meditano sedute su un fiore di loto.
La posizione del loto è anche una delle figure più conosciute dello yoga per la meditazione e l’elevazione spirituale. Queste simbologie sarebbero collegate alla configurazione tipica di questa pianta acquatica, che affonda le radici nelle acque melmose e ferme degli stagni, ma il cui fiore si stacca all’acqua e si eleva verso il cielo alla ricerca della luce.
Le leggende e il fascino di questa pianta sono alimentati non solo dall’aspetto, ma anche dal fatto che essa può vivere migliaia di anni. Il seme inoltre è in grado di riattivarsi dopo un periodo di quiescenza; nel 1994 è stato possibile far germinare un seme vecchio di più di mille anni.
Il fiore di loto è così bello e appariscente da far scomparire del tutto l’attenzione verso la pianta acquatica: dotata di radici forti, che si attaccano sott’acqua al fondo, produce delle foglie molto grandi, fino a 60 cm di diametro, in grado di staccarsi fino a un metro dalla superficie dell’acqua. La pianta cresce molto anche in larghezza, arrivando fino a tre metri.

Nelumbo nucifera (fiore di loto)
I fiori si staccano dalle foglie con un robusto picciolo e hanno dimensioni di circa venti centimetri e un colore che va dal rosa pallido al bianco, con un forte profumo. Sono stati anche ottenuti a scopo ornamentale fiori dagli intensi colori rosa e rosso. Il frutto è caratteristico: una semisfera carnosa con il lato piatto ampio e recante al suo interno i grossi semi.
La pianta è nativa dell’Asia orientale e dell’India e si può trovare fino ad altitudini di oltre 4.000 m nell’Himalaya. Conosciuta da parecchi millenni in Cina, oggi si è diffusa anche in Australia, Nuova Guinea ed è coltivata nei giardini acquatici di tutto il mondo. Il fiore di loto è il fiore nazionale di India e Vietnam.
Tutte le parti della pianta di loto sono commestibili e, di fatto, il 70% delle piante di loto coltivate in Asia è a scopo alimentare. Le radici sono consumate prevalentemente in Cina, mentre in Corea si usano le foglie per ottenere infusi. Anche i petali dei fiori sono alla base di tè molto apprezzati in Cina e in Vietnam. Tuttavia, a causa della possibilità di trasmissioni di parassiti e dell’infestazione di funghi delle radici e dei semi, le parti della pianta del fiore di loto andrebbero consumate con molta cautela e comunque mai crude.

Fiori di loto (specie Nelumbo nucifera) nelle acque di un lago
Fiore di loto – Coltivazione
Esposizione – La richiesta principale per la coltivazione della pianta di loto è l’irradiazione solare, che deve essere assicurata per almeno sei ore il giorno. Il laghetto o la vasca va quindi posta in pieno sole, facendo attenzione che le ombre di alberi o delle case non tolgano il sole diretto alla pianta. I rizomi germinano alla temperatura di poco superiore ai dieci gradi e la produzione di fiori è possibile solo con temperature comprese tra i ventiquattro e i trentacinque gradi, tipicamente da aprile a settembre. Nelle regioni con inverno freddo, la pianta è in grado di andare in riposo perdendo le foglie; i rizomi non tollerano temperature inferiori allo zero, e nelle regioni più fredde devono essere coperte oppure estratte dal terreno e conservate in luogo protetto dal gelo.
Acqua e terreno – Per ammirare nel proprio giardino il fiore di loto è necessario avere un laghetto ove mettere a dimora i rizomi della pianta; è sufficiente una profondità di 30 cm d’acqua. Il livello dell’acqua andrà poi alzato fino a 60 cm al crescere della pianta. Non richiede una terra specifica, anche se predilige terreni argillosi e melmosi.
Neppure l’acqua deve avere particolari caratteristiche di purezza e qualità; al contrario, la pianta di loto si distingue per le sue capacità di pulire l’acqua dai metalli pesanti e di arricchirla di ossigeno. Inoltre, le grandi foglie impediscono che la luce raggiunga il fondo del laghetto evitando quindi la proliferazione di alghe.

Il fiore di loto americano (Nelumbo lutea) può essere giallo o bianco
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione del loto può essere ottenuta dividendo i rizomi (operazione da fare ogni tre quattro anni) o per seme, facendo attenzione di interrarlo garantendo una temperatura molto alta (almeno 28 °C).
Nel mettere a dimora i rizomi della pianta, occorre considerare che essa ha una crescita veloce e molto esuberante, quindi si deve calcolare uno spazio sufficiente allo sviluppo successivo.
Concimazione – Si devono utilizzare concimi specifici per piante acquatiche, in genere concime organico a lenta cessione in granuli, da disporre vicino ai rizomi.
Malattie – Il fiore di loto è una pianta molto resistente e non soffre di particolari malattie, se la messa a dimora viene fatta nella giusta posizione soleggiata. La pianta può essere attaccata da funghi e afidi, contro i quali si può agire con opportuni trattamenti antiparassitari.
Fiore di loto e piante affini
Come accennato all’inizio, il fiore di loto classico, il Nelumbo nucifera, può essere confuso con il loto americano, la Nelumbo lutea, da cui si differenzia prevalentemente per il colore dei fiori che sono quasi esclusivamente gialli (o bianchi che virano al giallo). Dall’incrocio tra le due specie sono stati ottenuti molti ibridi a scopo ornamentale, per lo più con l’intento di ampliare la gamma cromatica dei fiori.
La pianta dei fiori di loto non va confusa con le ninfee, altre piante acquatiche che, pur della stessa classe (Dicotiledoni), appartengono a ordini e famiglie diverse.