L’elicriso italiano (Helichrysum italicum) è una pianta arbustiva perenne con portamento cespuglioso che appartiene alla grande famiglia delle Asteracee (Composite).
Classificazione – Genere: Helichrysum; famiglia: Asteracee.
Origine – È una pianta originaria dell’Europa meridionale, che cresce spontaneamente in tutto il bacino del Mediterraneo.
Habitat in Italia – Nel nostro Paese lo si ritrova comunemente nelle regioni centrali, in quelle meridionali e nelle isole. Vegeta nelle garighe costiere, in zone rocciose e suoli poco evoluti, fino a 800 m circa di altitudine.
Usi – L’elicriso è una delle tante piante aromatiche che possono trovare spazio nell’orto, ma è apprezzata anche per il suo valore ornamentale; trova quindi spazio in giardino anche nell’aiuola delle aromatiche oppure può essere coltivata in vaso.
Etimologia – Il nome del genere deriva dai termini greci hélios, sole, e chrysós, oro, in riferimento al colore giallo dorato dei fiori di molte specie appartenenti al genere Helichrysum.
Altri nomi – L’elicriso è noto anche come perpetuino italiano, semprevivo, tignamica.
Curiosità – In passato, la pianta intera era utilizzata per bruciare le setole dei maiali macellati; questa praticava conferiva al lardo un aroma piuttosto particolare.
Indice

I fiori gialli dell’elicriso
La coltivazione dell’elicriso
L’elicriso è una pianta ricca di fusti che possono arrivare all’altezza di circa 80 cm; i fiori, che fanno la loro comparsa nel periodo estivo, sono di colore giallo lucente. Le foglie sono alterne, lineari, lunghe circa 20-40 mm e larghe 1 mm, ricoperte da fine peluria biancastra che emana un forte profumo, molto caratteristico.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: 80 cm; larghezza: 80 cm.
Tempo altezza massima – 7 anni.
Esposizione – L’elicriso ha bisogno di posizione calde e soleggiate; nelle aree con inverni rigidi è consigliabile effettuare una pacciamatura con foglie o corteccia. In queste zone la pianta secca completamente e riprende a ricacciare nuovi fusti e foglie al sopraggiungere della primavera.
Temperatura – Tollera temperature comprese tra -10 e 40 °C.
Terreno – La terra deve essere leggermente acida e leggera: molto adatto quindi è un mix in parte uguali di sabbia e torba.
Fioritura – Da fine maggio a fine settembre.
Annaffiatura – La pianta a maturità non necessita di molte irrigazioni, anzi tollera anche periodi di siccità. Per le piante più giovani invece conviene mantenere il terreno umido, evitando però pericolosi ristagni idrici.
Concimazione – Non richiede concimazioni specifiche.
Potatura – La potatura non è necessaria, se non per eliminare i fiori appassiti o i rami secchi o poco sviluppati.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione può avvenire per seme, per talea erbacea o per suddivisione dei cespi. Il periodo migliore per la semina è la primavera; è consigliabile effettuare la semina in piccoli contenitori che potranno poi essere sostituiti da contenitori più grandi man mano che la pianta cresce; la messa a dimora in piena terra potrà essere effettuata nella primavera dell’anno successivo.
Malattie – La pianta è molto resistente alle malattie, che compaiono il più delle volte a causa di un eccesso d’irrigazione o la messa a dimora in terreni pesanti e argillosi. Le malattie più comuni sono quelle fungine, come il marciume radicale, e l’attacco di afidi.

L’elicriso (Helichrysum italicum) è conosciuto anche con il nome di perpetuino: può raggiungere le dimensioni di un arbusto cespuglioso
Elicriso – Proprietà fitoterapiche
A scopi fitoterapici, dell’elicriso vengono utilizzate le sommità fiorite, che vengono raccolte non appena inizia la fioritura e successivamente lasciate essiccare in luoghi ventilati e riparati dalla luce.
I costituenti principali della droga ricavata dalla pianta sono flavonoidi, olio essenziale, ftalidi, eugenolo, linalolo, nerolo, acido caprilico, acido isovalerico, acido caffeico, tannini ecc.
La fitoterapia considera l’elicriso una pianta dalle proprietà sedative, bechiche (antitussive) e stimolanti la circolazione sanguigna; viene utilizzato anche per le sue proprietà antistaminiche.
Sotto forma di decotto o infuso l’elicriso viene usato per trattare la bronchite e la tosse, i dolori reumatici e le vene varicose.
Dietro prescrizione medica viene talvolta utilizzato come aerosol per trattare casi di malattie catarrali croniche.
Sotto forma di impacco l’elicriso trova impiego nella cura di cute infiammata o irritata e nel trattamento di geloni e sindrome emorroidaria.
La tintura madre viene usata come antistaminico.
L’oleolito di elicriso viene utilizzato per trattare lievi irritazioni cutanee, dolori reumatici e varici. Viene anche indicato come olio di elicriso, ma più precisamente è un macerato oleoso, ottenuto appunto dalla macerazione delle estremità dei capolini fioriti.
Nell’industria cosmetica l’elicriso viene utilizzato per confezionare prodotti per la detersione di pelli grasse o irritate e per la cura dei comedoni; viene inoltre usato come ingrediente di creme solari.
Non sono segnalate al momento particolari controindicazioni o avvertenze relativamente all’uso di elicriso, anche se a scopo precauzionale se ne sconsiglia l’impiego durante la gravidanza e nel periodo dell’allattamento. Ovviamente deve esserne evitato l’uso nei casi di ipersensibilità accertata verso uno o più componenti.
Non sono note importanti interazioni con prodotti farmaceutici.
Oltre che in fitoterapia l’elicriso viene utilizzato anche nell’industria dei profumi.
Modalità di utilizzo: infuso, tintura madre e olio
L’elicriso, come abbiamo visto dal paragrafo precedente, può avere uso interno o uso esterno.
Per preparare un infuso occorre un cucchiaio di sommità fiorite e una tazza di acqua bollente. Si versino le sommità fiorite nell’acqua bollente e si spenga il fuoco; si copra il recipiente e si lascino le sommità in infusione per circa dieci minuti dopodiché si potrà procedere con la filtrazione; il dosaggio consigliato è 3-4 tazze al giorno da assumere lontano dai pasti.
La tintura madre si prepara con un rapporto in peso droga:solvente di 1:10 e gradazione alcolica di 55%; per sfruttare l’azione antistaminica si assumano, tre volte al giorno, 35 gocce di tintura madre diluite in un po’ d’acqua.
Per preparare il decotto occorrono un cucchiaio di sommità fiorite e una tazza d’acqua; si versino le sommità fiorite nell’acqua fredda; si porti l’acqua a ebollizione facendola bollire per alcuni minuti dopodiché si spenga il fuoco e si lasci il tutto in infusione per circa 10 minuti. Terminato il periodo di infusione si filtri l’infuso e si applichi in impacchi.
L’olio di elicriso si prepara con 200 g di fiori di elicriso e un litro di olio extravergine di oliva o con un litro di olio di semi di girasole oppure olio di mandorle. Si mettono i fiori in un recipiente di vetro e poi vi si versa il litro di olio. Si richiuda poi con cura il recipiente.
Il prodotto va fatto macerare per 30-40 giorni; ogni giorno il recipiente deve essere aperto e il preparato deve essere mescolato molto delicatamente.
Trascorso il periodo della macerazione si filtra il liquido e lo si lasca a decantare per 24 ore circa dopodiché lo si versi in una bottiglia di vetro scuro che dovrà essere tenuta in un luogo fresco e al riparo dalla luce.