Cryptocoryne è un genere di piante acquatiche perenni sempreverdi appartenente alla famiglia delle Aracee. Il genere contiene una cinquantina di specie botaniche provenienti dall’Asia tropicale. Sono per questo sensibili al freddo e in Italia sono coltivate quasi esclusivamente come piante da acquario, perché hanno bisogno di una temperatura dell’acqua compresa tra i 20 e i 30 gradi centigradi.
Il nome del genere deriva dal greco e significa “bastone nascosto”, alludendo alla forma dell’infiorescenza di forma tubulare (spata) che porta i piccoli fiori. La spata può emergere dalla superficie dell’acqua ed ha ispirato anche il nome comune delle piante di questo genere, cioè trombetta d’acqua.
I fiori compaiono solo nelle piante adulte e sono di piccole dimensioni, contenuti dentro la spata tubulare che sporge fuori dall’acqua. I fiori rilasciano un odore che attira gli insetti, che vengono intrappolati nella spata per realizzare l’impollinazione.
Le piante del genere Cryptocoryne sono utilizzate nell’acquario per via delle loro foglie rigide e ornamentali, coriacee che restano sommerse. Le piante hanno le radici che affondano nel terreno, pertanto sia che siano coltivate in un laghetto all’aperto o nell’acquario, in genere si mettono in appositi vasi per piante acquatiche ricolmi di terreno sabbioso.

Piante del genere Cryprocoryne in un acquario: sono molto adatte ad acquari tropicali
Se si ha un laghetto all’esterno, le piante di questo genere possono essere coltivate in pieno sole in acque profonde 15-30 cm con le radici ben posizionate nel fondo melmoso o in vasi per piante acquatiche. Occorre fare attenzione che la temperatura in inverno non scenda al di sotto dei 15 gradi, pertanto in Italia raramente queste piante acquatiche riescono a passare l’inverno all’esterno. L’interesse per queste piante acquatiche è quindi prevalentemente per gli appassionati di acquari.
Cryptocoryne – Specie
Ecco le specie più utilizzate del genere Cryptocoryne:
- Cryptocoryne beckettii: le foglie sono di color verde oliva o marroni con i piccioli viola. Le spate possono raggiungere la lunghezza di una decina di centimetri circa e sono prodotte solo quando le foglie riescono ad emergere dalla superficie dell’acqua.
- Cryptocoryne wendtii – È una delle specie più utilizzate in acquariofilia; è originaria dello Sri Lanka ed è molto diffusa fra gli acquariofili perché risulta di facile gestione e si adatta molto bene ai vari tipi di acqua. Non è particolarmente adatta ad acquari di piccole dimensioni.
- Cryptocoryne spiralis: ha foglie lineari verde scuro con spate purpuree che sono dapprima contorte e poi dritte. La specie è originaria dell’India.
- Cryptocoryne parva: è una delle più piccole delle specie del genere, in quanto raramente supera i 10 cm d’altezza. Nell’acquario è messa solitamente in primo piano.
- Cryptocoryne lucens: anch’essa di piccole dimensioni (5-10 cm), può emergere anche parzialmente dall’acqua.

Un gambero nuota tra piante di Cryptocoryne
Cryptocoryne nell’acquario
Luce – Le piante del genere Cryptocoryne per crescere bene hanno bisogno di molta luce; una volta adulte, la luce può essere filtrata.
Terreno – In genere le piante sono messe su fondo sabbioso.
Temperatura: l’intervallo di temperatura sopportato dalle varie specie è tra i 15 e i 30 gradi centigradi, ma si consiglia di non scendere sotto i 20 gradi per una temperatura ottimale.
Moltiplicazione – Le piante di questo genere si possono moltiplicare prelevando i rizomi in primavera piantandoli a pochi centimetri di profondità.
Potatura – Non necessita di potatura.
Utilizzo in acquario: sono utilizzate in acquario per il valore ornamentale delle foglie, con i colori cangianti tra la pagina inferiore e superiore delle foglie.
Malattie – Le piante del genere Cryptocoryne sono molto sensibili a variazioni, anche minime, delle condizioni di luce, temperatura e pH, in seguito alle quali possono manifestare ingiallimento delle foglie che diventano traslucide e perdono il naturale turgore.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba.