La bignonia è una pianta rampicante decidua originaria dei boschi dell’America settentrionale e della Cina. Ha radici aeree forti con cui sa attaccarsi a muri e sostegni. Si tratta di una pianta molto vigorosa che, se coltivata con la giusta esposizione, può arrivare a parecchi metri di altezza.
La bignonia appartiene al genere Campsis, della famiglia delle Bignoniacee. Il genere botanico comprende due specie, la Campsis grandiflora e la Campsis radicans. Entrambe sono piante poco esigenti, capaci di adattarsi a qualsiasi tipo di suolo: hanno solo bisogno di una esposizione in pieno sole. Nelle zone soggette a gelate invernali, conviene piantarle a ridosso di un muro caldo esposto a sud. Se invece gli inverni sono miti, la pianta tollera anche la mezz’ombra.

La pianta di bignonia può coprire muri alti con una massa di foglie e fiori imponente. Nella foto: Campsis grandiflora
Si coltivano nei giardini per la bella fioritura e la facilità delle cure, anche se richiedono due o tre stagioni per arrivare alla struttura definitiva del rampicante.
I fiori sbocciano a inizio estate e sono grandi, vistosi a forma di trombetta o imbuto. I colori variano dal giallo, al rosso all’arancione. Le foglie sono composta da tante piccole foglioline e sono di un bel verde brillante o verde scuro a seconda della specie, dell’ibrido o della cultivar.
Il nome comune bignonia è spesso usato genericamente per indicare altre rampicanti che producono fiori a trombetta: pertanto, alcuni indicano con il nome di bignonia specie che sono in realtà del genere Tecoma o Pandorea. Il genere botanico Bignonia, invece, sinonimo di Doxanta, è rimasto solo con una specie, la Bignonia capreolata, una pianta rampicante originaria del Canada e degli Stati Uniti orientali, sempreverde e più sensibile al gelo.
Il nome bignonia è in onore dell’abate Jean-Paul Bignon, per volontà del suo allievo Joseph Pitton de Tournefort, botanico francese.
Bignonia: specie e ibridi
Come detto il genere botanico comprende solo due specie, ma ci sono cultivar o forme degne di nota per il giardinaggio:
- Campsis grandiflora: sinonimo di Campsis chinensis. Ha foglie pennate lunghe fino a 30 cm composte da foglioline dentate. I fiori sbocciano a fine estate e sono a imbuto, penduli dalle cime dei rami. Rispetto le altre bignonie, questa specie produce meno radici aeree e ha bisogno di essere fissata al supporto.
- Campsis radicans: più diffusa rispetto alla precedente, produce fiori tubulari o a trombetta a gruppi, di color arancione o rosso. La forma flava ha fiori gialli.
- Campsis x tagliabuana: ibrido noto spesso con il nome di ‘M.me Galen’, con foglie verde scuro. I fiori sono penduli, a trombetta, raccolti in pannocchie di 6-12 fiori, di color rosso o arancione. Questo ibrido è particolarmente diffuso in Francia dove è chiamata “tromba rampicante”.

Fiori di Campis radicans, la specie più comune di bignonia
Bignonia: la scheda
Esposizione – La bignonia va coltivata in pieno sole: nelle zone soggette a gelate non intense conviene farla arrampicare su un muro caldo esposto a sud. Nelle zone più calde tollera anche la mezz’ombra.
Terreno – Si adatta a qualsiasi tipo di terremo, purché moderatamente fertile, umido ma ben drenato.
Annaffiatura – Richiede annaffiature costanti solo nei primi anni d’impianto.
Dimensioni: grandi. L’altezza massima che può raggiungere una bignonia è 10 metri, anche se molto spesso le operazioni di potatura ne contengono le dimensioni.
Fioritura: abbondante. La pianta fiorisce una volta sola a fine estate e la fioritura è abbastanza duratura.
Moltiplicazione e impianto – La moltiplicazione avviene per semina o per talea semi legnosa in estate.
Concimazione – La concimazione può avvenire a inizio primavera o in autunno con concime organico. Tranne che in terreni particolarmente poveri, non è necessaria dopo i primi anni dall’impianto.
Potatura – La potatura è necessaria per contenere lo sviluppo della pianta o per farne assumere il portamento voluto. Si pota a fine inverno o inizio primavera accorciando i rami laterali a 3-4 gemme dal ramo principale.
Malattie – Le bignonie sono molto resistenti, ma possono essere soggette a oidio o cocciniglia, specie se messe a dimora in condizioni sfavorevoli (zone troppo umide o ombreggiate).
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba.