Il bambù è una pianta sempreverde della famiglia delle Poacee (o Graminacee), per lo più appartenenti al genere Phyllostachys. Sono piante di taglia media o grande e alcune specie risultano molto invasive, grazie ai loro rizomi che consentono una rapida propagazione nel terreno circostante. Per questo motivo, spesso si sconsiglia di metterli a dimora sul bordo di un prato, vista la loro capacità di diffusione; per contenerli, spesso sono coltivati in fioriere molto profonde, anche parzialmente o completamente interrate.
Da notare che quello che comunemente è chiamato bambù della fortuna (“Lucky Bamboo”), che appare costituito da tanti tronchetti abbelliti da foglie non è, dal punto di vista botanico, un bambù, perché è una pianta (Dracaena braunii) della famiglia delle Asparagacee.
Per il suo valore, oltre che ornamentale, anche economico, il bambù gigante è sicuramente uno dei più interessanti. Dalla sua coltivazione a reddito (i bambuseti) si ricavano le canne di bambù utilizzate per molti impieghi diversi.
Classificazione – Genere: Phyllostachys; famiglia: Graminacee.
Origine – I bambù sono originari dei boschi dell’Asia orientale (Cina, Giappone, zona dell’Himalaya).
Habitat in Italia – Lo si trova spesso in ambienti diversi: radure, margini dei boschi, lungo corsi d’acqua, margini stradali ecc.
Usi – Come piante sempreverdi i bambù sono molto decorativi e sono spesso usati per formare bordure o siepi.
Etimologia – Il nome del genere, Phyllostachys, deriva dall’unione dei termini greci phýllon, foglia, e stáchys, spiga: ha quindi il significato di spighe fogliose.
Indice

Foresta di Phyllostachys aurea (Bambù dorato)
La canna di bambù
Le canne di bambù, la cui produzione è massima nei paesi asiatici di Cina, Taiwan, Thailandia e Giappone, sono utilizzate per produrre cellulosa e carta, per l’impiego in bioedilizia (per rivestimenti, pavimenti, soffitti) e per l’oggettistica (mobili, piatti e bicchieri, canne da pesca, strumenti musicali, ecc.). Inoltre la fibra è usata anche per creare tessuti.

I bambù sono piante originarie dell’Africa tropicale e sub-tropicale, dell’Asia e delle Americhe, dove si possono trovare estese foreste (bambuseti) in cui raggiungono anche 25 metri d’altezza
Nonostante gli entusiasmi relativi alla coltivazione a reddito accesi anni fa attorno questa pianta, occorre osservare che ricavare un reddito da un bambuseto non è affatto facile. Innanzi tutto le canne si raccolgono solo dopo il quinto anno di età della pianta. Inoltre, la manutenzione dei boschetti è impegnativa, perché la raccolta è fatta per lo più a mano in tempi diversi, perché non tutti gli arbusti maturano nello stesso momento.
Il bambù nero
Il bambù nero (Phyllostachys nigra) si distingue per il fatto che i fusti verdi, molto sottili, diventano neri a partire dal terzo anno d’età. Le foglie sono leggermente più piccole di quelle del bambù gigante, anche se dalla forma simile. Il bambù nero ha uno sviluppo limitato (generalmente non supera i 3-5 metri), sia in altezza sia in larghezza. Si tratta di una delle specie meno invasive dei bambù e ama zone umide e il greto dei fiumi.

Il bambù nero deve il suo nome al fatto che i fusti più vecchi di due-tre anni diventano di colore nero lucido
Bambù – Coltivazione
Le specie più conosciute a coltivate sono quella gigante (Phyllostachys bambusoides), quella aurea (Phyllostachys aurea) e quella nera (Phyllostachys nigra). Di altro genere, ma della stessa famiglia botanica, il bambù ventre di Buddha (Bambusa ventricosa), usato spesso per la coltivazione bonsai.
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Variano molto a seconda delle specie.
Esposizione – In giardino i bambù richiedono la messa a dimora in posizione di pieno sole oppure ombra parziale.
Temperatura – Anche se resistenti al freddo, possono soffrire l’esposizione a venti gelidi che possono provocare il disseccamento dei rami.
Terreno – Il bambù predilige un terreno umido ma senza ristagni idrici, fertile. Se coltivato in vaso, si preferisce usare terra grassa da vaso, controllando la fuoriuscita dell’eventuale acqua in esubero per evitare ristagni.
Annaffiatura – Le irrigazioni devono essere abbondanti e regolari, specie nel primo anno dell’impianto. La potatura è necessaria per togliere le canne secche o i rami disordinati.
Concimazione – La concimazione è consigliata se i bambù sono coltivati in vaso, con concime liquido ogni mese circa.
Potatura – Il problema maggiore è contenere l’esuberanza di molte specie e la loro invasività.
Moltiplicazione e impianto – La propagazione avviene con la divisione dei cespi a primavera.
Malattie – I bambù sono in genere molto resistenti a parassiti e malattie. Possono essere colpiti dall’attacco di limacce.
Il bambù gigante – Coltivazione
Il bambù gigante (Phyllostachys bambusoides) è un arbusto con robusti fusti lucidi di color verde intensi. Le foglie sonodi forma lanceolata, di un bel verde scuro e la loro lunghezza può arrivare fino a 20 cm. Di altezza variabile compresa fra i 6-8 m, si allarga in modo indefinito. Nei giardini, è spesso coltivato la varietà “Holochrysa” (o “Sulphurea dei giardini”) che ha fusti color giallo dorato intenso, spesso con strisce verdi.
Specie molto rustica, tollera temperature molto di sotto dello zero; è però sensibile ai venti freddi invernali. Necessita per una buona crescita di un terreno fertile, umido ma ben drenato. La concimazione è indicata ogni mese negli esemplari coltivati in vaso. Si coltiva in pieno sole o in ombra parziale. Si tratta di una pianta molto resistente alle malattie, anche se i giovani getti sono attaccati dalle lumache.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.