L’alloro (anche lauro) è una pianta sempreverde perenne molto diffusa, in particolar modo in quei Paesi caratterizzati da un clima temperato; è un piccolo albero, ma alcuni esemplari superano i 10 m di altezza.
L’alloro appartiene alla famiglia della Lauracee e al genere Laurus, genere che attualmente conta solo tre specie: Laurus nobilis, Laurus azorica (alloro delle Canarie) e Laurus porrecta Roxb. Il Laurus nobilis è la specie più diffusa ed è quella di cui trattiamo in questo articolo; di essa esistono due varietà: Laurus nobilis var. angustifolia (con foglie strette e lunghe) e Laurus nobilis var. aurea (dalle foglie tendenti al giallo). La varietà più utilizzata è l’angustifolia.
L’alloro è una pianta dioica e il frutto (presente soltanto negli esemplari femminili) è una bacca di forma ovoidale di colore verde prima della maturazione e nero-bluastra a maturazione avvenuta.
Classificazione – Genere: Laurus; famiglia: Lauracee.
Origine – L’alloro è originario dell’Anatolia e delle regioni bagnate dal mar Mediterraneo.
Habitat – Pianta tipica delle zone mediterranee, cresce senza alcun problema in pianura come in collina. È facile trovarlo nei boschi e nelle macchie, nonché, come pianta ornamentale, nei giardini e nei parchi.
Usi – Gli usi dell’alloro sono molteplici; nell’ambito del giardinaggio può essere utilizzato come pianta ornamentale a sé stante oppure per la creazioni di siepi o barriere frangivento. Noti sono anche i suoi utilizzi nell’ambito dell’alimentazione e della fitoterapia.
Etimologia – Il nome del genere è assonante con il celtico lauer che significa sempreverde, e con il sanscrito daru che significa albero; era il nome latino del lauro, pianta sacra ad Apollo. L’epiteto specifico, nobilis, sta per nobile, rinomato.
Curiosità – La pianta è nota fin dai tempi antichi; fra i greci era consacrata ad Apollo, mentre i romani la utilizzavano per cingere il capo di imperatori e consoli, di poeti (essere cinti di alloro era un grande onore per un poeta che diventava appunto poeta laureato) e uomini illustri. Molto noto è il modo di dire Dormire sugli allori.
Indice

Il Laurus nobilis (alloro) è una pianta dioica e il frutto (presente soltanto negli esemplari femminili) è una bacca di forma ovoidale di colore verde prima della maturazione e nero-bluastra a maturazione avvenuta.
Alloro – Coltivazione
Vita – Pianta perenne.
Dimensioni – Altezza: 10 m; larghezza: 4 m.
Tempo altezza massima – Possono occorrere anche più di 70-80 anni prima che l’allora raggiunga la sua massima altezza.
Esposizione – L’alloro non presenta particolari difficoltà nella coltivazione; è, infatti, una pianta rustica che non ha particolari esigenze, anche se ha una certa predilezione per i luoghi soleggiati e riparati dai venti dell’inverno. L’importante è assicurargli qualche ora giornaliera di luce solare diretta.
Temperatura – Non ama, come detto, i venti invernali, ma non teme il freddo e può resistere tranquillamente anche quando la temperatura è vicina ai -15 °C. Per questo motivo l’alloro è coltivabile in ogni regione della nostra penisola.
Terreno – L’alloro si adatta a tutti i tipi di terreno, ma, se è possibile, è opportuno assicurargli un terreno ben drenante e a medio impasto. Non ama, pur tollerandoli egregiamente, i terreni pesanti caratterizzati da frequenti ristagni idrici.
L’alloro ha la tendenza, con il passare del tempo, a diventare piuttosto invasivo; le sue radici, infatti, sono fittonanti e tendono a scendere molto in profondità. per di più, dalla base del fusto si ha una costante produzione di polloni che tendono a trasformare ogni arbusto in una ceppaia piuttosto fitta; per questo motivo, chi ha disposizione un giardino non particolarmente grande, dovrebbe preferibilmente tenere l’alloro in un vaso piuttosto grande allo scopo di evitare un’eccessiva invasività da parte della pianta. L’impianto sarà effettuato con piante piuttosto giovani che possono essere messe in piena terra durante la stagione invernale (a condizione che la stagione non sia particolarmente rigida) oppure, ed è da preferirsi, nel corso della stagione primaverile.
Fioritura – Da metà marzo a metà maggio.
Annaffiatura – La pianta non ha particolari esigenze idriche; per gli esemplari messi a dimora da tempo è solitamente sufficiente l’acqua piovana; per quanto riguarda invece gli allori più giovani, nel periodo che va da aprile a settembre, è consigliabile annaffiare il terreno quando questo è totalmente asciutto.
Concimazione – Per quanto concerne la concimazione, da effettuarsi ogni due settimane a partire dai mesi primaverili fino alla fine di quelli estivi, si può utilizzare un concime liquido da diluire nell’acqua utilizzata per irrigare la pianta. Nel resto dell’anno le concimazioni non vanno effettuate. Dal momento che l’alloro è una pianta dalle spiccate caratteristiche aromatiche, è consigliabile utilizzare un concime con un elevato titolo di azoto, sostanza che favorisce un buon sviluppo delle parti verdi.
Potatura – La raccolta delle foglie può essere effettuata durante tutto l’anno, ma le foglie migliori sono quelle più giovani. La raccolta delle bacche invece va effettuata nel corso della stagione autunnale.
L’alloro dovrebbe essere potato annualmente alla fine della stagione invernale.
Moltiplicazione e impianto – Per quanto concerne la sua propagazione è consigliabile scegliere la tecnica della talea semilegnosa da effettuarsi sui germogli laterali nel periodo agosto-settembre; prima di poter procedere con la messa a dimora, la pianta andrà tenuta in vivaio per almeno un anno.
Malattie – L’alloro è una pianta piuttosto resistente, ma le foglie possono essere danneggiate dall’oidio. Per prevenire questo problema si dovrà procedere con periodiche distribuzioni di zolfo.
Un parassita piuttosto fastidioso per l’alloro è la cocciniglia; non arreca danni significativi, ma può rovinare alcune foglie e, nel caso che il numero di questi parassiti sia particolarmente numeroso, la pianta può trovare alcune difficoltà nello sviluppo. Il rimedio migliore contro questo parassita è l’utilizzo di oli minerali. Le foglie trattate con olio minerale possono essere utilizzate in cucina soltanto se sono trascorse almeno due settimane dal trattamento e comunque soltanto dopo un accurato lavaggio.

La cocciniglia infesta la pagina inferiore delle foglie o il tronco dell’alloro
Anche gli acari possono attaccare l’alloro, la loro presenza può provocare un ingiallimento delle foglie e la presenza di ragnatele piuttosto sottili fra i fusti.
Nota – Quando sono italianizzati, i nomi delle piante (rosa, geranio, abelia ecc.) vanno in minuscolo; restano maiuscoli quando si usa la corretta dicitura botanica che vuole il genere in maiuscolo e la specie in minuscolo: Rosa alba. Per alcune diffuse piante c’è confusione fra grafia italiana e latina. Per esempio, photinia o fotinia? La grafia latina è ormai usata anche nel linguaggio comune e si scrive photinia in minuscolo. Nel linguaggio comune esiste cioè la doppia grafia, piracanta e pyracantha.
L’alloro in cucina
Nei tempi antichi l’alloro non veniva usato solamente all’interno di cerimonie sacre o ufficiali, l’utilizzo in cucina di parti di questa pianta, è infatti altrettanto antico: abbiamo una ricetta del romano Apicio che utilizzava sia le bacche sia le foglie della pianta per insaporire il maiale. Inoltre, con le bacche si aromatizzavano sia il vino sia l’olio. Attualmente l’alloro viene utilizzato in tutto il mondo, grazie al suo aroma sottile e penetrante, per insaporire pietanze di qualsiasi tipo: stufati, brodi, marinate, minestre, salse, ma anche per carne e pesce, selvaggina, ripieni (le foglie vanno comunque tolte prima di servire la pietanza). Nel nostro Paese sono numerosissime le ricette che lo riportano fra gli ingredienti.
Il profumo di questa pianta è particolarmente intenso e, conseguentemente, con una sola foglia è possibile aromatizzare una portata per 7-8 commensali.
Liquore di alloro – Con i frutti è possibile preparare un liquore da utilizzare come bevanda digestiva. Per prima cosa è necessario ripulire un kg di frutti dalla patina cerosa che li riveste; per farlo è necessario tuffarli per circa un’ora in una pentola con dell’acqua precedentemente portata a ebollizione e poi tolta dal fuoco del fornello. Trascorsa l’ora di tempo, i frutti vanno scolati e asciugati con cura. Terminata quest’ultima operazione si procede mettendo i frutti in un barattolo a chiusura ermetica contenente un litro di alcol buongusto; qui rimarranno in infusione per circa un mese; nel corso di questo periodo è bene ricordarsi di scuotere il barattolo.
Trascorso il mese di tempo, si procederà preparando uno sciroppo utilizzando un litro d’acqua con 800 g di zucchero; il tutto va portato a ebollizione. Una volta che lo sciroppo è raffreddato vi si aggiunge l’intero contenuto del barattolo (alcol e frutti) dopodiché si filtra il tutto e lo si imbottiglia. Il liquore non è però ancora pronto, va infatti lasciato in decantazione per almeno due mesi, trascorsi i quali si potrà utilizzarlo come digestivo alla fine dei pasti.

I piccoli fiori maschili e femminili dell’alloro sbocciano su piante separate
L’alloro in fitoterapia – Proprietà
L’alloro viene utilizzato da secoli in ambito fitoterapico; le sue proprietà erano note fin dai tempi degli antichi Romani e sono dovute alla presenza di alcuni principi attivi, tra cui eugenolo e limonene. L’eugenolo è un composto aromatico che può essere estratto dagli oli essenziali di molte piante: oltre all’alloro, è presente anche nel basilico, nei chiodi di garofano e nella cannella. Il limonene invece è uno dei principi attivi presenti nella scorza degli agrumi e in altri vegetali, come la citronella.
Agli oli essenziali dell’alloro sono attribuite un gran numero di proprietà, anche se non tutte con lo stesso grado di efficacia:
- Contrasta le infiammazioni articolari agendo come antidolorifico naturale.
- Contrasta i gonfiori, come quelli dei piedi.
- Agisce contro i dolori muscolari.
- Agisce come antireumatico naturale.
- Ha proprietà antibatteriche e antimicotiche, ovvero contrasta le infezioni da batteri e da funghi (micosi).
- Favorisce la digestione a livello dello stomaco e migliora il benessere dell’intestino, eliminando flatulenza e gonfiore.
- Contraste i sintomi d’influenza e raffreddore, principalmente dovuti a infezioni delle prime vie respiratorie.
- Ha effetti rilassanti contro insonnia e stress.
- Ha effetti disintossicanti sul fegato, agendo da epatoprotettore.
- Migliora la salute della pelle agendo contro l’acne e la forfora.
Per quanto riguarda gli effetti sul sistema cardiovascolare, spesso citati quando si parlano delle proprietà dell’alloro, sono di modesta efficacia: i principi attivi dell’alloro concorrono alla regolazione della glicemia e migliorano la circolazione sanguigna, contrastando l’ateriosclerosi.

Attualmente l’alloro viene utilizzato in tutto il mondo, grazie al suo aroma sottile e penetrante, per insaporire pietanze di qualsiasi tipo: stufati, brodi, marinate, minestre, salse, ma anche per carne e pesce, selvaggina, ripieni (le foglie vanno comunque tolte prima di servire la pietanza)
L’alloro può essere utilizzato come olio, oppure come polvere ricavata dalla macinazione delle bacche. Oltre a tutte le proprietà viste in precedenza, l’alloro può essere usato nella cosmesi naturale per la creazione di saponi (all’olio di alloro). Oltre a impacchi caldi con la polvere di alloro, utili per decongestionare le vie respiratorie, i preparati più utilizzati sono infusi, tisane e decotti.
Infuso, tisana e decotto
Infuso e decotto sono le due principali modalità di preparazione di bevande a base di alloro. Meno utilizzata è invece la tisana. Si ricorda che la differenza tra infuso e tisana è che nel primo si usa solo una parte della pianta (nel caso dell’alloro le foglie o i fiori), mentre nella seconda si utilizzano parti diverse per la stessa pianta (per esempio, foglie e bacche) oppure piante diverse. Preparare un infuso di alloro è molto semplice: sono sufficienti circa 30 g di foglie per un’abbondante tazza. Si porta a ebollizione l’acqua, quindi s’immergono le foglie nell’acqua bollente, spegnendo il fuoco e coprendo con un coperchio. Le foglie vanno fatte riposare per almeno cinque minuti. Si termina filtrando l’infuso con un colino. L’infuso può essere bevuto caldo o freddo. L’infuso delle foglie di alloro è particolarmente adatto per diminuire la febbre e per combattere la tosse e dolori articolari. L’infuso dei fiori di alloro si prepara con la stessa modalità, ma la materia prima è più difficile da reperire. I fiori andranno tenuti in infusione per almeno trenta minuti. L’infuso di fiori è indicato per decongestionare i polmoni dal catarro e per favorire la digestione.
Volendo preparare un decotto, le foglie sono lasciate bollire sul fuoco per almeno cinque minuti. Per quanto riguarda la tisana di alloro, è possibile aggiungere alle foglie i fiori oppure altre spezie. Le scelte più comuni sono l’aggiunta di zenzero, cannella o scorza di limone non trattato.