L’agnocasto (Vitex agnus-castus) è una pianta arbustiva decidua che appartiene alla famiglia delle Lamiacee (la sottofamiglia Viticoideae a cui appartiene l’agnocasto era prima considerata appartenente alle Verbenacee).
Classificazione – Genere: Vitex; famiglia: Lamiacee.
Origine – L’agnocasto è originario delle aree calde del Mediterraneo e dall’Asia centrale, è moderatamente resistente al freddo.
Habitat in Italia – In Italia cresce anche allo stato spontaneo nei luoghi umidi e lungo il corso dei fiumi, in quasi tutte le regioni fino a 300-400 m di altezza.
Usi – L’agnocasto è una pianta interessante sia per il giardinaggio, sia in fitoterapia.
Etimologia – Il nome del genere deriva dal latino vitex, -icis, vetrice (altra denominazione del salice, derivata dal verbo vieo, intrecciare): il riferimento è ai rami flessibili utilizzabili come quelli del salice per fabbricare i panieri. L’epiteto specifico agnus-castus deriva dal greco hagnós e dal termine agnus, agnello.
Altri nomi – È noto anche come abero del pepe, pepe falso, lagano, pepe dei monaci e albero della castità.
Curiosità – Uno dei nomi attribuiti all’agnocasto (albero della castità) è dovuta al fatto che la pianta (agnocasto = agnello casto) avrebbe un certo potere inibente la libido. Infatti, in quanto nell’uomo inibirebbe la produzione di testosterone, già presso greci e romani, l’agnocasto è stata associato con la castità per la sua presunta azione anafrodisiaca. Era anche usanza spargere le foglie profumate nei letti delle vergini durante le feste tenute in onore di Cerere. Successivamente, i semi furono particolarmente utili alla vita monastica (da qui il nome di pepe dei monaci) e la pianta fu abbondantemente coltivata presso i monasteri; Arnaldo da Villanova (XIII sec) riteneva che bastasse portare con sé un coltello con il manico fatto col legno di agnocasto per tener lontana ogni idea libidinosa.
Indice

La pianta è conosciuta internazionalmente come Chasteberry, Chaste tree, Monk’s pepper.
Agnocasto – Coltivazione
Si tratta di un arbusto dal portamento morbido ed espanso. Ha foglie sottili, appuntite, intere o leggermente dentate. L’agnocasto propriamente detto è affine a un’altra pianta, la Vitex negundo, originaria dell’Africa e dell’Asia orientali, a sviluppo più contenuto (altezza una ventina di centimetri con un’espansione orizzontale di tre metri). Con foglie caduche, dal caratteristico odore simile a quello della salvia, l’agnocasto ha piccoli fiori a campanella di color lavanda, ermafroditi, in spighe di una decina di centimetri. I frutti sono drupe di qualche millimetro, leggermente allungate, neri con sfumature rossastre, con quattro semi.
All’inizio dell’autunno produce piccoli fiori tubolari, profumati, che possono essere bianchi, blu o color lilla. I frutti sono bacche nere contenenti quattro semi.

L’agnocasto è una pianta molto interessante nel giardinaggio e in fitoterapia
Questa pianta è apprezzata per la fioritura e per il fogliame morbido ed elegante. Nelle zone soggette a forti gelate conviene piantarlo al riparo di un muro ben esposto a sud oppure coltivarlo in serra. Nei paesi caldi d’origine può raggiungere anche gli otto metri d’altezza, mentre in Italia può raggiungere i tre metri.
L’agnocasto non è disponibile in molte varietà: l’unica degna di distinzione è la varietà Vitex agnus-castus var. latifolia, più vigorosa e con foglie più larghe.

L’agnocasto (Vitex agnus castus) è una pianta arbustiva che appartiene alla famiglia delle Lamiacee. Con foglie caduche, dal caratteristico odore simile a quello della salvia, l’agnocasto ha piccoli fiori a campanella di color lavanda, ermafroditi, in spighe di una decina di centimetri.
Vita – Perenne decidua (perde tutte le foglie durante l’inverno).
Dimensioni – Altezza: 1,5 – 3 m; larghezza: 3 m.
Tempo altezza massima – Lenta (altezza massima in 20 anni).
Esposizione – Generalmente l’agnocasto viene messo a dimora nel sole pieno.
Temperatura – Sopravvive fra -10 °C e 40 °C
Terreno – Il terreno dev’essere ben drenato, ma non necessita di particolari formulazioni.
Fioritura – Da metà maggio ai primi di settembre, in lunghe e dense spighe (30 cm); i fiori, gradevolmente odorosi, possono essere anche molto chiari, ma generalmente sono lilla o blu.
Annaffiatura – Non necessita di molta acqua e, a parte i primi mesi dell’impianto, è sufficiente l’acqua piovana. Per questo è molto adatto ai giardini a bassa manutenzione.
Concimazione – Si può concimare con concime granualre a lento rilascio in primavera e in autunno.
Moltiplicazione e impianto – Si può propagare per seme in autunno quando la temperatura è compresa tra i 6 e i dodici gradi, o per talea semi legnosa in estate. In genere, nei garden center e on line l’agnocasto è venduto già in esemplari in vaso di diametro variabile. Può essere così trapiantato in ogni periodo dell’anno ad eccezione dei più freddi.
Potatura – La pianta si pota tutti gli anni, all’inizio della primavera. Occorre ricordare che la pianta fiorisce sui rami dell’anno, quindi la potatura dev’essere consiste in un semplice accorciamento dei rami. Volendo rinnovare una pianta vecchia, si può provare una potatura drastica tagliando tutti i rami che hanno fiorito alla base.
Malattie – L’agnocasto è un arbusto resistente alle malattie e praticamente è immune da parassiti, se messo a dimora in un luogo adatto in pieno sole.
Agnocasto – Proprietà in fitoterapia
Dell’agnocasto vengono utilizzati foglie, corteccia della radice e frutti. La fitoterapia attribuisce all’agnocasto proprietà anafrodisiache, cioè in gradi di diminuire la libido. I componenti principali degli estratti dell’agnocasto sono alcuni alcaloidi, diterpeni e flavonoidi. Queste sostanze vegetali sono in grado di interagire con il sistema endocrino umano, modulando la risposta ormonale.
Attualmente l’agnocasto viene consigliato per armonizzare il bilancio ormonale femminile (regolazione del sistema ovulatorio in caso di amenorrea e dismenorrea e miglioramento dei disturbi della menopausa).
Allo stato delle conoscenze attuali, è l’unica pianta ad azione progestogenica; che espleti un’azione ormono-simile è certo; ciò che non è ancora perfettamente noto è l’esatto meccanismo di azione; attualmente si ritiene che sia imputabile al fitocomplesso piuttosto che a un particolare principio attivo.
L’utilizzo della pianta per il miglioramento dei disturbi legati alla menopausa (tensione, palpitazioni, vampate ecc.) prevede una terapia protratta (circa 2 o 3 mesi); una terapia di alcuni mesi è indicata anche nel caso di alcuni tipi di sindrome premestruale caratterizzati da estrogeni alti (la terapia a base di agnocasto è invece controindicata se la sindrome premestruale è caratterizzata da progesterone alto ed estrogeni bassi).
L’utilità dell’agnocasto per trattare la sintomatologia dolorosa delle mestruazioni non trova tutti concordi, anche se in linea generale l’utilizzo della pianta sembra avere un certo effetto regolatore sul ciclo (allunga i cicli corti e accorcia quelli più lunghi).
Altri utilizzi dell’agnocasto sono la regolarizzazione del ciclo ovulatorio, la stimolazione della lattazione e il trattamento di costipazione ed emicrania quando queste sono legate al ciclo mestruale; per il trattamento di questi ultimi disturbi viene spesso consigliata l’associazione dell’agnocasto con il partenio e la bardana.
Rispetto ad altri prodotti fitoterapici, l’agnocasto ha effettivamente dimostrato una certa efficacia nel trattamento dei disturbi per i quali è consigliato; comunque, vista la sua azione ormono-stimolante è consigliabile assumerlo soltanto dietro autorizzazione del proprio medico curante.
Per altri disturbi (acne, depressione, ansia, tachicardia, vertigini ecc.) è preferibile non sopravvalutare le proprietà dell’agnocasto.
Pertanto, le indicazioni per l’utilizzo di prodotti a base di questa pianta sono:
- amenorrea
- irregolarità del ciclo mestruale
- sindrome premestruale
- aumentata produzione di prolattina
- dolore mammario (mastodinia)Controindicazioni ed effetti collaterali
Controindicazioni ed effetti collaterali – La droga non dovrebbe essere utilizzata se si assumono farmaci ad azione progestinica, antagonisti dopaminici o se si fa uso di pillola anticoncezionale; è altresì controindicata nei soggetti che si sottopongono a terapia ormonale sostitutiva. Occorre cautela nell’utilizzo della pianta durante la gravidanza; nel periodo dell’allattamento i dosaggi devono essere ridotti.
L’agnocasto è una droga generalmente ben tollerata; in alcuni casi possono registrarsi reazioni allergiche, nausea, disturbi gastrointestinali o mestruali, prurito, orticaria ecc.
Formulazione – L’agnocasto in genere viene venduto sottoforma di capsule contenenti estratto secco.