Darsi (o tirarsi) la zappa sui piedi è un modo di dire molto comune il cui significato è facilmente intuibile: nuocere a sé stessi, danneggiarsi, seppure involontariamente; in genere si usa la frase per riferirsi a decisioni, azioni o argomentazioni che, contro la volontà di coloro che le mettono in atto, per avventatezza o scarsa riflessione, finiscono per causare loro un danno, uno svantaggio.
L’immagine è quella del contadino che, involontariamente, usando la zappa, per disattenzione, stanchezza o nervosismo, invece di colpire la terra, si fa del male con tale strumento colpendosi i piedi.
(“Sul bollettino della parrocchia di Santa Maria Maddalena, Salvini viene paragonato a Mussolini e a Vercelli si scatena la polemica della Vigilia. «Salvini, rompendo l’alleanza con Di Maio e i Cinquestelle, si è dato la zappa sui piedi. Aveva detto “datemi pieni poteri”, ricordandoci un’altra figura del nostro passato italiano che i pieni poteri se li era presi con gli stessi atteggiamenti populistici e di salvatore della patria. Ma quanti lutti, quanta sofferenza e quanta vergogna l’Italia avrebbe dovuto vivere…»”; La Stampa, 24 dicembre 2019).
(“Detto ciò, è chiaro che rimango male, perché quanto accaduto poteva dare alle istituzioni l’occasione per modificare il regolamento. Tra le altre cose, si sono dati la zappa sui piedi due volte, visto che il nostro campionato si chiama Fair Play, che significa il rispetto delle regole“; Il Fatto Quotidiano, 19 dicembre 2013).

Darsi (o tirarsi) la zappa sui piedi è un modo di dire molto comune il cui significato è facilmente intuibile: nuocere a sé stessi, danneggiarsi, seppure involontariamente.
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