Chiudersi in una torre d’avorio è un’espressione utilizzata per indicare un isolamento aristocratico o sdegnoso, caratteristico di chi rifiuta contatti con chi reputa inferiore. Spesso è utilizzato per riferirsi a quegli intellettuali, pensatori, artisti che si interessano soltanto del proprio mondo ignorando la realtà della vita di tutti i giorni. Espressione dal medesimo significato è torre eburnea (il termine eburneo deriva dal latino eburneus, der. di ebur, avorio).
Torre d’avorio – Esempi di utilizzo dell’espressione
(“Arte o giornalismo? «Non sappiamo cosa è l’arte, ma sappiamo come dovrebbe essere un artista. Ovvero non starsene sulla torre d’avorio ma vivere nella piazza del mercato ed essere testimone del suo tempo. Nulla di meglio che le notizie del giornale per rispondere a questa esigenza», dice Leonardo Sangiorgi di Studio Azzurro“; La Stampa, 30 marzo 2018).
(“La capo delegazione di Italia Viva al governo aggiunge: “Cosa dice il presidente del Consiglio? Possiamo avere, di grazia, un’idea di che sistema Paese ha in mente? Conte scenda dalla sua torre d’avorio e cominci a confrontarsi al pari degli altri su cosa serve davvero al Paese, su come si risponde alle emergenze“; Il Fatto Quotidiano, 8 gennaio 2021).
(“L’unica istituzione europea che si salva da quest’inazione è la Banca Centrale: il suo grattacielo di Francoforte può sembrare una torre d’avorio, ma di fatto gli uomini della Bce hanno dimostrato il coraggio di imbracciare il «bazooka» monetario, in grado di immettere liquidità nell’economia, assicurando almeno un modesto rimbalzo produttivo“; La Stampa, 13 giugno 2015).

Particolare di una vetrata raffigurante la Torre di Davide (Turris Davidica) e la Torre d’avorio (Turris Eburnea) (chiesa di San Tommaso a Excideuil, Francia)