Tirare le cuoia è un’espressione idiomatica della lingua italiana il cui significato è “morire”; si tratta di un modo di dire non particolarmente raffinato utilizzato soprattutto con intenti sarcastici, dispregiativi o ironici, ma talvolta anche scherzosi; è particolarmente comune nell’ambito del giornalismo politico.
Perché si dice “tirare le cuoia”?
Si ritiene che la curiosa espressione tragga origine dalla condizione di notevole rigidità muscolare che sopravviene poco dopo il decesso (il cosiddetto rigor mortis, espressione latina il cui significato letterale è appunto rigidità della morte); cuoia, infatti, è la forma plurale femminile di cuoio, sostantivo con il quale si fa riferimento alla pelle conciata di alcuni animali; estensivamente, con cuoia si indica la pelle umana.
le cuoia sono la forma plurale femminile di cuoio, sostantivo maschile usato propriamente per indicare la pelle conciata di alcuni animali e, con significato estensivo, per designare la pelle umana: secondo alcune interpretazioni, l’espressione potrebbe fare riferimento alla condizione di rigidità che insorge subito dopo la morte.

Tirare le cuoia è un’espressione idiomatica della lingua italiana il cui significato è “morire”
Tirare le cuoia – Esempi di utilizzo dell’espressione
(“Certo, Giuseppe Conte – a differenza del suo omonimo, Antonio, tecnico dell’Inter – non ha in squadra dei fulmini di guerra, ma limitarsi a evitare di tirare le cuoia, in attesa del voto di Casalecchio e Imola, solo per allontanare il rischio-Salvini, può, forse, accontentare le sardine“; La Stampa, 8 gennaio 2020).
(“Il Divo Giulio, infatti, vent’anni or sono, ai tempi della sua ultima esperienza a Palazzo Chigi, a chi lo criticava per il suo immobilismo replicò con uno dei suoi storici aforismi: «Meglio tirare a campare che tirare le cuoia!»”; La Stampa, 27 marzo 2012).
(“Due tizi tristissimi che vendono scherzi e giocattolini porta a porta («Siamo nell’industria del divertimento»). Una vecchina che sta per tirare le cuoia ma non molla la borsa con i gioielli di famiglia nemmeno sul letto d’ospedale“; Il Messaggero; 2 settembre 2014).
(“«In preda a un capogiro – denuncia la Martani in una mail a 7Colli – sono stata lì lì per rendere effettiva la sentenza dell’ente, ossia per tirare le cuoia. Sono forse davvero morta senza saperlo e senza convincermene, come nelle peggiori invenzioni hollywoodiane?»”; 7colli.it; 3 ottobre 2020).
(“L’automobile fu il tormento di Carver. Nella miseria e nella fama. Bob Adelman fotografò numerose auto dello scrittore, alcune gli appartenevano o gli erano appartenute, altre gli erano state attribuite per diritto di somiglianza. Tutte avevano in comune la carrozzeria ammaccata e un motore pronto a tirare le cuoia. La macchina era l’antidoto alla solitudine di Raymond, l’emblema di una possibile fuga dagli assilli quotidiani“; topspeed.gazzetta.it; 11 giugno 2013).
Il seguente esempio, invece, è tratto da un’opera del poeta Giuseppe Parini (Alcune poesie di Ripano Eupilino):
«Or tu, che se’ staggito già per boia, / Manzoni, vorre’ mo’ che mi dicessi / qualche bel modo di tirar le cuoia, / ma qualche modo che non mi spiacessi; / e se fusse possibil cosa ancora / che a chi l’adopra mal non gli facessi».