Spada di Damocle è una celeberrima locuzione che, in senso figurato, indica un pericolo sempre in agguato, una minaccia sempre incombente. Comunissima è la frase “avere la spada di Damocle sul capo“.
(“Siamo al “redde rattionem”. Dopo le polemiche e le bocciature, la manovra tanto discussa targata Lega-5Stelle, inizierà questa settimana il suo iter in Parlamento. Un vero e proprio percorso a ostacoli visto che sulla testa dell’esecutivo pende, come una spada di Damocle, il giudizio Ue che non ha nascosto perplessità e una forte preoccupazione richiamando più volte Roma a cambiare strada correggendo il tiro”; finanza.repubblica.it; 5 novembre 2018).
Spada di Damocle – Origine dell’espressione
Si tratta di un modo di dire che trae origine da una leggenda.
Damocle era amico e uomo di corte di Dionisio II detto “Il Vecchio”, tiranno di Siracusa; il primo non nascondeva d’invidiare molto la condizione e i privilegi del potere regale, anche se il sovrano cercava di fargli capire il peso e la precarietà della sua posizione. Per convincerlo, Dionisio II invitò l’amico a prendere il suo posto per un giorno e, durante il banchetto della sera, gli fece trovare sopra la testa una spada sguainata, appesa soltanto con un crine di cavallo. Solo allora Damocle capì lo stato di perenne inquietudine e angoscia in cui viveva Dionisio e i pericoli sempre in agguato per coloro che detengono un grande potere.
L’aneddoto è ricordato da Cicerone (Tusculanae, 5,21,62) ed è stato ripreso da Orazio, Persio e altri autori.

Con “spada di Damocle” si fa riferimento a una minaccia sempre incombente