Perdere la Trebisonda è un’espressione utilizzata molto frequentemente, sia in ambito letterario che nel lessico popolare, con il significato di perdere l’orientamento, essere disorientati, essere confusi, perdere il controllo; un’espressione simile è “perdere la bussola“.
«Cittadini e associazioni dei consumatori insorgono: “L’assessore Granelli ha perso la trebisonda, far pagare i veicoli ecologici è assurdo“» (Corriere della Sera, 17/10/2016).
Perdere la Trebisonda – Origine del modo di dire
All’origine del modo di dire vi è una città turca, Trabzon (in italiano, appunto, Trebisonda), affacciata sul mar Nero e che, nell’antichità rappresentava un punto di riferimento sicuro per tutte le imbarcazioni che viaggiavano sulla rotta tra Europa e Medio Oriente; era particolarmente importante in quei tempi avere riferimenti visivi quando si navigava perché il rischio di collisioni e naufragi era molto alto quando i porti e le coste non erano visibili a causa delle tempeste.
Vi sono anche altre interpretazioni sul significato originario dell’espressione.
Secondo alcuni per i mercanti che vendevano i propri prodotti nella cittadina turca, “perdere la Trebisonda” significava perdere quanto si era investito nel viaggio.
Secondo altri, invece, l’espressione sarebbe nata dalla “resa di Trebisonda”; la città era capitale dell’impero di Trebisonda, sorto nel XIII sec. Trabzon fu l’ultima città ad arrendersi all’avanzata degli ottomani. Una volta caduta (1461), vi fu il definitivo crollo dell’impero bizantino.

Monastero di Sumela costruito su un dirupo a strapiombo sulla valle dell’Altindere nella regione di Maçka, provincia di Trebisonda (Turchia)