Pagare il fio è un modo di dire figurato, piuttosto ricercato, il cui significato è patire, scontare, sopportare, accettare le conseguenze (di qualcosa), pagare il prezzo di determinate azioni o modi di fare, giusti o sbagliati che questi siano.
Di seguito alcuni di esempi di utilizzo di questo modo di dire tratti da articoli di quotidiani diffusi a livello nazionale.
(Il tutto, però, sempre a due passi dai veleni del Caso Fluorsid: e oggi sembra quasi una tragica previsione quella scritta decenni fa dallo scrittore Francesco Masala, secondo cui le raffinerie in Sardegna furono “un errore epocale, di cui in seguito avremmo dovuto pagare il fio“; La Stampa, 3 luglio 2017).
(“Atene fallirà se non avrà la volontà politica di fare altrimenti e pagare il fio per le scorribande del passato“; La Stampa, 21 febbraio 2012).
(“Forse non è stata una scelta azzeccata. Nel senso, la canzone è bella, e adatta a Noemi, che in questa veste dà il meglio di sé. Ma l’assenza di ritornello paga il fio. Qui siamo a Sanremo, anche la Sala Stampa si commuove per Caccamo e balla con Rocchino nostro“; Il Fatto Quotidiano, 13 febbraio 2016).
(“Il governatore ha rivendicato i risultati della propria giunta e il contributo della Basilicata nel fabbisogno energetico nazionale. «Ora questa regione paga il fio di presunte irregolarità. Vi consegno la mia rabbia. Certo dobbiamo lavorare ancora molto, ma questa è la Basilicata sana fatta dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Le responsabilità dei singoli vanno punite, ma il processo a una intera classe fatta da seminatori di discredito annidati in certa stampa è inaccettabile»“; Il Fatto Quotidiano, 4 aprile 2016).
L’espressione è attestata anche in letteratura:
Di tal superbia qui si paga il fio (Dante; Divina Commedia, Purgatorio, Canto XI).
Dunque, oh, Giove, vuoi spogliare il lido illirico dei suoi coloni romani? Qual è il mio delitto? Devo io pagare il fio dell’inospitale barbarie degli sciti? Ora sono tutta romana, non ho l’odor d’Illiria, ma vivo e parlo con ogni maestà latina. Allontana da me le mani sacrileghe; scaccia ogni barbarie… (Elio Lampridio Cerva; Dalmazia Nazione).
Pagare il fio – Origine del modo di dire
La parola fio, nell’italiano moderno, è ormai presente soltanto in questa locuzione; in antichità con tale termine (derivato dal francese fieu, feudo) si indicava la rendita di un feudo e, per estensione, assunse anche significato più generale di balzello, tributo. Con il passare del tempo si è poi avuta una trasformazione semantica e il termine ha acquisito il significato di prezzo, pena, castigo.
Un’espressione equivalente a pagare il fio è pagare lo scotto.

Affresco raffigurante il Purgatorio dantesco
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