Nel mezzo del cammin di nostra vita è il primo e celeberrimo verso della prima terzina del canto I dell’Inferno, e dunque dell’incipit dell’intera Divina Commedia di Dante Alighieri:
- «Nel mezzo del cammin di nostra vita
- mi ritrovai per una selva oscura,
- ché la diritta via era smarrita».
Il primo canto è un’introduzione all’opera e si svolge sulla terra e non ancora nel regno dei morti. Esso presenta le coordinate spazio-temporali (la «selva oscura» da cui inizia il viaggio dantesco, che avviene nel 1300) e i personaggi protagonisti: Dante, che ha smarrito la via del bene e dovrà compiere un itinerario provvidenziale attraverso i tre regni oltremondani per intraprenderla nuovamente; Virgilio, che guida il viaggio di Dante nell’Inferno e nel Purgatorio; Beatrice, che diventerà la guida di Dante nel Paradiso.
Il poema si apre con una precisa indicazione: la vicenda prende avvio nel 1300 (anno del primo Giubileo, indetto da papa Bonifacio VIII), quando il personaggio Dante ha 35 anni, dato che era nato nel 1265. Il fatto che il poeta ritenesse quest’età il «mezzo», il punto centrale, della vita, lo aveva spiegato in un’altra sua opera, il Convivio. Qui egli riprende un passo biblico del Salmo 89 («La durata della nostra vita è, in sé, settant’anni») e paragona l’esistenza dell’uomo a un arco il cui apice corrisponde al trentacinquesimo anno di età («Là dove sia lo punto sommo di questo arco […] io credo tra il trentesimo e quarantesimo anno, e io credo che ne li perfettamente naturati esso ne sia nel trentacinquesimo anno»).
Oggi il verso è utilizzato per indicare la condizione di chi è arrivato a metà di un percorso e si ferma a riflettere sulle scelte compiute e quelle da compiere.

Dante Alighieri è considerato il padre della letteratura italiana e il più grande poeta italiano.
Nel mezzo del cammin di nostra vita: perché Dante usa il plurale?
Dante nell’espressione «nostra vita» utilizza il pronome al plurale intendendo “la vita di noi mortali”, per proporre fin dall’inizio l’esperienza individuale su un piano universale. Con il suo poema, egli narra una esperienza esemplare per ogni cristiano, che nell’itinerario verso il bene può incontrare numerosi ostacoli e ritrovarsi in una «selva oscura», che diventa allegoria della condizione di peccato dell’uomo, in cui manca la luce della ragione ma soprattutto della Grazia di Dio.
Frasi celebri, motti e modi di dire – Frasi di Dante Alighieri