Muoia Sansone con tutti i filistei è un curioso modo di dire di origine biblica; la frase viene pronunciata per riferirsi a colui che, pur di creare un danno ai propri avversari, non ha alcuna esitazione a danneggiare anche sé stesso. Un esempio: “Come in una di quelle privatizzazioni selvagge che tanto la turbano, la sinistra italiana rischia di affidare la sua funzione pubblica (più pubblico della politica, che cosa?) a una lotta tra cordate: non tutte, per giunta, verosimilmente animate dalla volontà di migliorare il servizio, se è vero che il “muoia Sansone con tutti i filistei” echeggia, in quei corridoi, una settimana sì e l’altra pure: e per quanto fameliche siano le iene dattilografe, non risulta che ci si ingegni, sempre in quei corridoi, di lesinare dichiarazioni colme di stizza e di rancore personale” (la Repubblica, 24 novembre 2000).
La frase è presente nel libro dei Giudici, al capitolo 16: Sansone invocò il Signore e disse: «Signore, mio Dio, ricordati di me! Dammi forza una volta ancora. In un solo colpo mi vendicherò contro i Filistei per tutti e due i miei occhi». Poi Sansone cercò a tastoni i due pilastri centrali che reggevano l’edificio. Si puntò contro di essi, con la destra e con la sinistra, urlando: «Muoia Sansone con tutti i Filistei!» e poi spinse con tutta la sua forza. L’edificio crollò, travolgendo i capi dei Filistei e tutti gli altri. Così, Sansone uccise più persone con la sua morte che in tutta la sua vita.

“La vendetta di Sansone” – Olio su rame di Johann Georg Platzer (Museo del Belvedere, Vienna)
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