Mettere alla gogna è un’espressione figurata, di utilizzo molto comune, che significa esporre qualcuno alla pubblica derisione, allo scherno, svergognarlo pubblicamente.
(“Cominceremo con alcune segnalazioni che riguardano Ryanair – che peraltro non intendiamo mettere alla gogna: è pur sempre la compagnia benemerita che negli anni ha favorito il calo generale dei prezzi dei biglietti“; La Stampa, 18 maggio 2018)
Mettere alla gogna – Origine del modo di dire
Le origini di questo modo di dire sono molto antiche; la gogna (probabile aferesi del termine vergogna) era uno strumento punitivo con il quale si esponeva una persona al pubblico ludibrio; era una pena, complementare all’incarcerazione, che era comminata ai truffatori e a coloro che erano falliti; inizialmente era un collare in ferro che veniva fissato a una colonna o a un palo con una catena e stretto introno al collo del condannato; accanto a questi, inoltre, era posizionato un cartello che recava il suo nome e il reato di cui si era macchiato; nel caso di contumacia o di morte se ne esponeva un’immagine. I cittadini erano autorizzati a infierire sul condannato che generalmente veniva insultato e colpito con sputi e percosse. La gogna fu oggetto di aspre critiche da parte di Cesare Beccaria (l’illuminista italiano autore del celebre Dei delitti e delle pene) che la riteneva lesiva della personalità; questa forma di condanna fu abolita subito dopo il termine della Rivoluzione francese.
Mettere alla gogna ha lo stesso significato di mettere alla berlina.

La gogna come pena fu abolita dopo il termine della Rivoluzione Francese.
Gogna mediatica
Oggi è molto comune l’espressione “gogna mediatica“, una locuzione sostantivale che ha il significato di esposizione al pubblico disprezzo di personaggi che vengono posti al centro dell’attenzione dei vari media (giornali, televisione, Internet) a causa di reati che sono soltanto ipotizzati o comunque non ancora sanzionati da una sentenza di tribunale.