Meglio soli che male accompagnati è un proverbio italiano dal significato abbastanza intuitivo: per quanto alcuni possano trovare poco piacevole la solitudine, quest’ultima è sempre preferibile a una compagnia poco gradevole o comunque poco confacente alla propria personalità.
Il proverbio però non deve essere interpretato come un invito a isolarsi, ma piuttosto come un saggio consiglio a scegliere con consapevolezza le persone da frequentare per avere un’ottima qualità di vita. Si leggano a tale proposito gli articoli Relazionarsi con gli altri, Essere soli, Solitudine.
Il modo di dire è usato anche in altri contesti, per esempio in ambito politico, quando si vuol far notare che certe alleanze sono più deleterie che vantaggiose.
(“Naturalmente Pd e Prc non rompono per l’Afghanistan, ma quella votazione renderà chiara anche all’opinione pubblica la scelta strategica maturata nelle ultime settimane dai leader dei due partiti. Perché la traduzione in italiano del veltroniano «corriamo da soli» è proprio questa: la rottura politica tra Pd e Rifondazione comunista. In altre parole, meglio soli che male accompagnati.”; La Stampa, 28 gennaio 2008).
In inglese il concetto è reso con la frase “It is better to be alone than in bad company” (letteralmente: “è meglio essere soli che in cattiva compagnia”) che alcune fonti attribuiscono a George Washington.

Meglio soli che male accompagnati non è un proverbio che invita alla solitudine, ma all’attenzione nella scelta delle proprie compagnie